Nsagate: l'odissea di Morales nei cieli d'Europa. Bolivia in festa per il suo arrivo
L'aereo atterrato in Bolivia. (foto) ndr. |
di Redazione
LA PAZ, 4 LUG. (AGI) - Dopo diciassette ore di volo e due scali tecnici per fare rifornimento di carburante, alle Canarie e in Brasile, e' finalmente rientrato in patria l'aereo del presidente della Bolivia, Evo Morales, reduce da quello che egli stesso aveva definito un "sequestro di tredici ore" all'aeroporto di Vienna, dove era stato costretto a fermarsi, proveniente da Mosca, dopo che Italia, Francia e Portagallo gli avevano negato il permesso di sorvolo e di atterraggio, nel sospetto che a bordo potesse esservi anche la 'talpa' dell'Nsagate, Edward Snowden, risultato poi invece del tutto assente. "Alcuni Paesi in Europa debbono liberare se stessi dall'impero degli Stati Uniti", ha commentato Morales scendendo dal velivolo all'aeroporto della Paz, a oltre 4.000 metri di altitudine. "E' stata un'aperta provocazione nei confronti del continente sud-americano", ha rincarato la dose lo statista boliviano. "Comunque non ci spaventeranno, perche' noi siamo un popolo che ha dignita' e sovranita'. Questa lotta", ha sottolineato riferendosi a se stesso, "non e' per Evo, e' per i nostri popoli".
Ad accogliere Morales c'era una folta folla di sostenitori, che lo hanno letteralmente ricoperto di ghirlande di fiori, coriandoli e di foulard artigianali, sventolando bandiere con il tricolore. In attesa ai piedi della scaletta il vice presidente Alvaro Garcia Linera e il capo dello stato maggiore interforze, generale Edwin de la Fuente, i ministri al completo, i leader di Camera e Senato, rappresentanti politici, sindacali e della societa' civile, alcuni ambasciatori stranieri tra cui quelli di Argentina, Cuba e Venezuela. Salutato con gli onori militari, Morales ha passato in rassegna il picchetto d'onore, quindi e' salito su un podio per ascoltare l'esecuzione dell'inno nazionale. Ha quindi pubblicamente manifestato grande orgoglio per la prova di unita' fornita dai connazionali, e per la "reazione immediata" da parte degli altri governi latino-americani di fronte a quello che ha bollato come "il tentativo d'intimidazione dell'impero", cioe' degli Usa.
"Ho potuto constatare da vicino come alcune Potenze facciano quadrato per continuare a pianificare politiche che non hanno altro effetto che quello di uccidere per fame, di scatenare guerre e di pensare solamente a se stessi", ha concluso, prima di andare direttamente a riposare, in attesa di ripartire domani per Cochabamba, nel centro del Paese, dov'e' in programma un vertice di emergenza dei leader dell'Unasur, la principale organizzazione politico-economica dell'America del Sud, dedicato proprio alla crisi diplomatica scatenata dal caso Snowden.
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