Puglia. UIL Puglia, cassa integrazione pugliese in controtendenza: -22%
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Il logo di UIL Puglia. (foto) ndr. |
“Ma non è un segnale positivo, il dato è
la conseguenza dall’alta mortalità aziendale
nella nostra regione”
di Redazione
BARI, 19 LUG. - Diminuiscono le ore richieste all’Inps di cassa integrazione in Puglia (-22,2%), in controtendenza rispetto al versante nazionale, che invece subisce un leggero rialzo (+1,6%). Infatti, in Puglia, le ore totali di cassa erogate dall’Inps nel mese di giugno sono state quasi 3,2 milioni, a fronte dei 6 milioni del mese precedente. La realtà , però, è ben diversa.
“Molte aziende – spiega il Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese - hanno terminato le diverse forme di cassa integrazione e dunque, spesso, ricorrono alla mobilità che equivale al licenziamento, mentre tante altre sono in forte difficoltà economica. Non è un caso che storiche attività commerciali stiano chiudendo i battenti. In termini assoluti, nella provincia di Bari, per ogni nuova attività che si è aperta altre due hanno chiuso per sempre”.
Nel merito, le aziende della Puglia autorizzate dall’Inps all’intervento della cassa integrazione ordinaria (Cigo) subiscono un decremento del 23,7% su maggio scorso (1,5 milioni di ore rispetto ai quasi 2 milioni di maggio).
Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (Cigs), diminuiscono le ore autorizzate dall’Inps rispetto a maggio 2013 (-61%) che passano da 3,3 milioni di ore a 1,3 milioni.
In ordine agli interventi in deroga (Cigd) si registra un rallentamento, apparentemente positivo, di 54,6 punti percentuali su maggio scorso (da 734mila ore autorizzate a maggio a 333mila ore di giugno), ma che si giustifica con le incertezze e le regole restrittive legate allo strumento.
“E’ sotto gli occhi di tutti – continua Pugliese - la palese insufficienza delle risorse stanziate a livello nazionale sia dal precedente governo, con la legge di stabilità 2013 (ex legge finanziaria), sia dal governo Letta con il decreto dello scorso maggio. Parliamo, altresì, di finanziamenti a singhiozzo che generano forti ritardi nei pagamenti e che feriscono migliaia di lavoratori. Un altro problema è costituito dalle regole sempre più stringenti imposte alle regioni italiane dal governo nazionale. La crisi economica morde sempre più, ed il mancato concreto rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga da parte del governo Letta rischia di scatenare una spirale recessiva che si traduce nella chiusura di migliaia di imprese con nuovi licenziamenti da sommare alla moltitudine di quelli già in essere. Se non si rifinanzieranno con solerzia gli ammortizzatori in deroga diventerà impraticabile, a breve, sostenere il reddito dei lavoratori in Cigd così come quelli in mobilità in deroga”.
In Puglia, sono 44mila i lavoratori percettori di cassa e mobilità in deroga. “Fino a giugno 2013 – chiosa il Segretario Generale della UIL regionale - sono necessari 167 milioni di euro a fronte dei 134 milioni assegnati dal governo per l’intero anno 2013. Un’eresia”.
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