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Bari. Dolomiti Bellunesi e Alta Murgia: ‘Don Cassol, un esempio per tutti’

Una immagine della cerimonia di gemellaggio. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 22 AGO. - Si è rinnovato nella memoria di Don Francesco Cassol, sacerdote di Longarone morto ad Altamura durante una battuta di caccia di frodo per un drammatico incidente – l’uomo, che bivaccava a cielo aperto, fu scambiato per un cinghiale e assassinato - il patto di amicizia tra Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi e Parco nazionale dell’Alta Murgia. Nella serata del 22 agosto, nel terzo anniversario della morte del Sacerdote si sono celebrate le commemorazioni religiose e civili presso il Municipio e la Chiesa parrocchiale di Longarone, alla presenza dei familiari di Don Francesco, delle autorità locali e dei presidenti dei due Parchi nazionali e dei cittadini che hanno voluto rendere omaggio alla sua figura di uomo dotato di grande spiritualità e di illimitato amore per la natura. L’evento ha coinciso col primo anniversario della sottoscrizione del gemellaggio tra i due parchi nazionali: un patto di amicizia che ha come proprio obiettivo quello di promuovere la cultura della legalità e la tutela del patrimonio flori-faunistico all’interno delle aree naturali protette. Alle celebrazioni ha preso parte il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, che ha voluto ringraziare i presenti: “Il gemellaggio è un segnale importante per le nostre comunità. Dobbiamo continuare su questa strada per sviluppare questo rapporto in modo positivo. Don Francesco è stato parroco della nostra comunità per quattro anni, e la sua perdita ha lasciato un vuoto difficile da colmare, per come si era inserito e per quello che aveva saputo trasmettere” Benedetto Fiori, presidente Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, si è soffermato sul rapporto tra don Francesco Cassol e la natura, citando le parole di Charles Foucauld: “Il deserto mi riesce profondamente dolce; è bello e salutare porsi nella solitudine di fronte alle cose eterne; ci si sente invasi dalla verità. Don Francesco cercava il deserto, e nella Murgia lo aveva trovato. Ora noi, con questo gemellaggio, vogliamo far nascere dalla sua morte un segnale di speranza per il futuro partendo dal suo esempio: rispetto per la natura e per le persone”. In linea col pensiero di Fiori anche Cesare Veronico, presidente del Parco nazionale dell’Alta Murgia che ha ricordato: “Nel nome di don Cassol abbiamo sentito la necessità di insistere con maggiore decisione su temi fondamentali che interessano non soltanto l’Alta Murgia, ma ogni Parco Nazionale. È impossibile pensare che si spari ancora all’interno di aree protette. E la questione non riguarda solo il fenomeno del bracconaggio ma anche quello delle esercitazioni militari. Il lavoro che stiamo portando avanti tra i due Comuni e i due Parchi è importante: il messaggio di don Cassol, di pace e rispetto per gli uomini e la natura, è assolutamente attuale”. Veronico ha inoltre ricordato che alla figura di Don Cassol è stata dedicata, nel 2011, l’Officina del Piano di Ruvo di Puglia, punto di partenza per le sempre più frequenti iniziative che permettono ai visitatori di conoscere l’Alta Murgia e le sue bellezze. Contestualmente alla cerimonia di Longarone è stata deposta una corona di fiori commemorativa presso il Pulo di Altamura, nel luogo in cui il sacerdote fu assassinato.





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