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'La Buona Politica' - Dirtto alla vita: oscuro oggetto del presente

La nascita di una nuova vita. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 28 AGO. - Il diritto alla vita questo nostro piccolo-grande sconosciuto come fare per comprenderlo fino in fondo ? Molte persone considerano questo diritto il fondamento di tutti gli altri diritti, e giustificano questa opinione con il fatto che la vita è la condizione preliminare per l’esercizio di tutti gli altri diritti. Empiricamente, niente di più incontestabile. Tuttavia, se l’essere umano, fra tutti i viventi, può esigere il rispetto di diritti particolari perché è capace di un impegno libero e incondizionato, e perché la violazione di questi diritti può portarlo a preferire la morte, è evidente che la vita, condizione di tutto il resto, non è per lui il valore supremo o assoluto. 

La situazione esige che si assumano posizioni nette, punti di vista e criteri che non deformino le coscienze morali e che non diano luogo alla legalizzazione di attività che sono contrarie al rispetto della vita umana e alla dignità dell'individuo. Vale la pena di mettere in evidenza le posizioni errate prese da alcuni esperti di bioetica. Questi errori, in Spagna, hanno portato all'approvazione di alcune leggi ed all'emissione di sentenze da parte della Corte Costituzionale che non proteggono il diritto fondamentale alla vita. Il punto di partenza è quello di descrivere, dalla prospettiva dei diritti umani, la situazione attuale, utilizzando la Spagna come esempio di ciò che potrebbe accadere in altre nazioni. Ma tralasciando aspetti puramente geopolitici, vanno analizzati codici comportamentali talvolta paradossali ed è agevole capire che, nella normalità dei casi, certi accadimenti rientrerebbero nel concetto di “fatto privato”. Ancor più agevole capire che la loro divulgazione non potrebbe mai essere considerata utile alla collettività. Ma è anche vero che quando si tratta di personaggi che, in quanto noti, non possono vantare un diritto all’immagine, poiché “non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell’immagine è giustificata dalla notorietà si innescano meccanismi mediatici al limite dell'assurdo. Per cui anche su un tema così scottante quale il diritto alla vita si creano differenziazioni di categoria, o piani più o meno nobile di rappresentatività. Vi è da chiedersi se di fronte alle grandi trasformazioni della medicina e della biologia che coinvolgono sia la nascita che la morte umana, il valore della vita sia sempre un diritto fondamentale e inviolabile per tutti. 

Ma per rispondere a questa domanda sino in fondo, bisogna porsi con umiltà un’altra domanda ancora: quando i diritti umani diventano fondamentali? Poiché è opportuno ricordare infatti che né la Dichiarazione Universale all’art. 3 né tanto meno il patto internazionale del ’66, stabiliscono qual è il momento di inizio della tutela alla vita. Si brancola nel buio allo stato della normazione e dunque in assenza di una legge che specificamente affronti tale materia; questioni che prescindono dal futuro della disciplina sul testamento biologico, poiché, da un lato, è sempre il testo costituzionale il punto di riferimento per la tutela delle situazioni di fine vita; dall’altro, in quanto nessuna legge potrà mai far venir meno la presenza di punti di frizione, la cui soluzione è in penosa attesa, spetta e necessariamente agli organi giurisdizionali. Una riflessione sull'origine e la formazione dei diritti umani può condurre allo studio di diritti fondamentali. Questi sono nati per consentire all'uomo di sviluppare ed usare la sua personalità al massimo delle sue potenzialità. Hanno una doppia prospettiva: innanzitutto, attraverso di essi l'uomo è autorizzato ad esercitare il suo potere all'interno del suo ambito o dominio e, in secondo luogo, grazie ad essi l'uomo ha facoltà di impedire che il tranquillo godimento dello spazio in cui egli esercita il suo legittimo potere venga turbato. La Legge deve concedere all'uomo certe libertà e certi diritti che vanno oltre e sono al di sopra dello Stato e della comunità politica. 

Secondo Bodin "un diritto umano è un diritto che l'uomo ha stabilito in conformità con la natura ed a motivo della sua utilità" sempre e comunque.





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