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Egitto. La polizia spara sulla folla. Il Cairo diventa teatro di guerra

Gli scontri a Il cairo. (foto) ndr.

di Redazione

IL CAIRO, 17 AGO. - La polizia egiziana ha arrestato in tutto il paese 1.004 sostenitori del presidente destituito Mohammed Morsi durante la giornata di ieri. Lo ha riferito una nota del ministero dell'Interno. Al Cairo gli arresti sono stati in tutto 558. Il bilancio delle vittime e' di oltre 80 morti, in base alle stime ufficiali e a testimonianze che provengono dagli obitori. I sostenitori del deposto presidente egiziano, Mohamed Morsi, hanno ammainato i vessilli al termine di una giornata di vibranti e rabbiose proteste alle quali le forze dell'ordine hanno risposto con una nuova e durissima repressione armata. Ancora una volta tragico il bilancio delle vittime che, in base a numeri presunti e non ufficiali, parla di circa 80 morti e di centinaia di feriti. Il pugno di ferro dell'esercito contro gli islamisti non si attenua a dispetto delle prese di posizione dell'intera comunita' internazionale. I paesi europei si mostrano ancora molto preoccupati dell'escalation di violenza e dovrebbero convocare un vertice straordinario all'inizio della prossima settimana. Gli Stati Uniti hanno ribadito il loro disappunto per l'uso della forza definito "letale" e tornano a fare appello alle parti in causa di porre fine alla violenza. Per tutta risposta, il governo egiziano ha diramato un comunicato in cui afferma di contrastare "un complotto terroristico". Il caos in Egitto sta divaricando sempre piu' il mondo arabo, con divisioni tra sciiti e sunniti, ma anche con prese di posizioni molto diverse dei singoli stati. I timori che la situazione precipiti verso una guerra civile de facto sta intanto provocando ripercussioni a livello economico: sul paese, che registra, con il passare dei giorni, un forte aumento delle disdette nel settore del turismo, un comparto che conta per oltre il 10% del prodotto interno lordo; sui prezzi internazionali del petrolio, che stanno lievitando nel timore di una chiusura del canale di Suez o di un allargamento del conflitto a tutto il Medio Oriente.





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