Birra Morena - Birra Winner

Ultim'Ora

'Inferno' in Egitto, 278 morti ElBaradei lascia, l'ira degli Usa

Gli scontri in Egitto. (foto) ndr.

di Redazione

IL CAIRO, 14 AGO. (AGI) - Egitto nel caos: le forze governative lanciano, all'alba, l'assalto ai presidi dei manifestanti fedeli a Mohamed Morsi - il presidente deposto - ed e' una carneficina. Secondo i dati ufficiali, i morti nel Paese sono 278; 43 i poliziotti rimasti uccisi negli scontri. Ma il conteggio delle vittime varia a seconda delle fonti e i Fratelli Musulmani parlano addirittura di 2mila vittime. Nelle violenze restano uccisi anche due reporter: un operatore di Sky News e una giornalista egiziana. La presidenza dichiara lo stato di emergenza per un mese: un provvedimento che scatena l'ira degli Usa che ne chiedono la revoca "il piu' presto possibile". Il segretario di Stato americano, John Kerry, condanna con forza la violenza e il bagno di sangue, sottolineando che e' stato inferto un duro colpo alla riconciliazione e all'economia egiziana, a rischio di crollo. Lo stato di emergenza durera' "il meno possibile", ribatte il premier egiziano, Hazim el Beblawi, in un messaggio televisivo. "Abbiamo aspettato la fine del Ramadan per avviare questa operazione", spiega il premier, "la liberta' di espressione non puo' arrivare a bloccare la vita quotidiana nel paese e vi era urgenza di prendere decisioni per affrontare la situazione. Prima dell'intervento avevamo chiesto alle forze di sicurezza di esercitare il massimo di autocontrollo". Beblawi promette inoltre la costruzione "attraverso il processo elettorale" di uno "Stato non religioso e non militare ma democratico, civile, aperto a tutto il mondo e inclusivo". Intanto, pero', il vicepresidente ad interim, Mohamed ElBaradei, si dimette in polemica con la repressione attuata dalle forze governative. "Presento le dimissioni dalla carica di vicepresidente e chiedo a Dio l'altissimo che preservi il nostro caro Egitto da tutto il male, e che soddisfi le speranze e le aspirazioni del popolo", scrive il premio Nobel per la Pace in una lettera inviata al presidente Adli Mansour, in cui ElBaradei osserva polemicamente che "c'erano opzioni pacifiche per risolvere la crisi". "I beneficiari di quello che e' successo oggi sono coloro che avevano incitato alla violenza, al terrorismo e i gruppi piu' estremisti", prosegue ElBaradei nella sua lettera. "E' diventato difficile per me continuare a sopportare la responsabilita' di decisioni che non mi trovano d'accordo e delle conseguenza che temo. Non posso sopportare la responsabilita' per una sola goccia di sangue versata", afferma il premio Nobel. In serata le forze di sicurezza egiziane fanno sapere che la situazione al Cairo e' ormai "sotto controllo" per quanto riguarda i principali focolai di protesta. "La situazione a Rabaa al-Adawiya e' totalmente sotto controllo. Non ci sono piu' scontri", informa una fonte. Ma nel Paese l'atmosfera e' da guerra civile: in fiamme il ministero delle Finanze al Cairo, bruciate tre chiese, assaltata la celebre biblioteca di Alessandria d'Egitto. Le forze di sicurezza egiziane, riferisce al Jazira, arrestano otto leader dei Fratelli musulmani e una campagna di arresti sarebbe in corso in tutto il paese, coinvolgendo centinaia di persone. Tra i dirigenti arrestati ci sarebbe Mohamed el-Beltagi, segretario di Giustizia e Liberta'. Fermati anche Essasm El-Erian, Safwat Higazy e il portavoce Ahmed Aref.





***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento