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'La Buona politica' - P2. Cronaca fallimentare di un'idea antistato

Licio Gelli. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo

BARI, 5 AGO. - La Propaganda due, più nota come P2 di Licio Gelli, nata già segreta, era stata creata, all'inizio del Novecento, ma sarebbe sempre stata una loggia poco attiva, almeno sino a dopo la Seconda guerra mondiale, quando fu utilizzata per "ospitare" massoni importanti che desideravano restare "coperti" (nascosti). Fu una loggia massonica già appartenente al Grande Oriente d'Italia dedicata a reclutare nuovi adepti alla causa massonica. Licio Gelli incarnò dopo quasi un secolo le aspettative di questo antico ed ambizioso progetto, fino a concentrare un potere mai visto prima nella storia. Sviluppò i sogni più sfrenati degli antichi massoni che fondarono questa Loggia. Il 20 maggio 1981. 

L’Italia è scossa: di quella loggia misteriosa si parlava ormai da tempo, ma ora i suoi componenti prendono un nome e un volto. L'Italia scopre che esiste un potere sotterraneo, un governo parallelo, un vero e proprio governo ombra che operava sia su scala nazionale che internazionale. Negli elenchi della loggia erano iscritti i nomi di quattro ministri , 44 parlamentari, tutti i vertici dei servizi segreti SISMI e SISDE, comandanti della Guardia di finanza, alti ufficiali dei Carabinieri, generali, militari, prefetti, funzionari, magistrati, banchieri, imprenditori, direttori di giornali, giornalisti... Fondati sospetti fanno ritenere che gli elenchi integrali della P2 siano rimasti nell'ombra, la piovra della P2 toccava ogni cosa e controllava l'Italia intera. Il commendatore Gelli in un intervista affermerà: " La P2 è stata un'esperienza unica e irripetibile". Nel 1971 Gelli diviene segretario organizzativo e ha il totale controllo della loggia. Nel frattempo altri personaggi eccellenti, soprattutto militari e finanzieri si sono iscritti, tra questi il generale Allavena che porterà in dote le copie dei fascicoli delle schedature del SIFAR. Nel '69 capi massonici diranno che grazie a Gelli 400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un governo comunista. Nel 1972 il nuovo segretario organizzativo cambia nome alla loggia in "Raggruppamento Gelli-P2" accentuandone le caratteristiche di segretezza evitando qualsiasi tipo di controllo. Nel 1973 la loggia segreta "Giustizia e Libertà" si fonde con la P2. 

Alla Gran Loggia di Napoli del Dicembre 1974, qualcosa di simile a un conclave massonico alcuni tentarono di sciogliere la P2 e di abrogarne i regolamenti particolari, ma senza successo, Gelli aveva acquisito troppo potere nel frattempo. Lino Salvini, maestro del Grande Oriente d'Italia, quindi, nonostante non vedesse di buon occhio tanto potere concentrato in quella loggia, il 12 Maggio 1975 decretò ufficialmente la ricostituzione della loggia P2 elevando Gelli al grado di maestro venerabile. La loggia P2 valicherà presto i confini nazionali e conterà affiliati in diversi paesi dove non si limiterà a fare proselitismo, ma parteciperà, nei modi che la caratterizzano alla vita politica, economica e finanziaria di tali paesi. La complessità e la vastità delle implicazioni del "caso P2" furono tali che ne scaturirono leggi speciali, emanate allo scopo di arginare le associazioni segrete, nel rispetto dell'articolo 18 della Costituzione. Durissimo il giudizio di Sandro Pertini:« Nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere » La commissione Anselmi nella sua relazione parlò a proposito dei rapporti tra Gelli e la massoneria di «rapporti non chiari di reciproca dipendenza, se non di ricatto, che egli instaurò con i Gran Maestri e con i loro collaboratori diretti» e specificando che: «ma che al di là dei riferimenti testuali e documentali, pur inequivocabili, da inquadrare peraltro nella assoluta disinvoltura con la quale il Grande Oriente gestiva le procedure, quello che va realisticamente considerato è che non appare assolutamente credibile sostenere che l'attività massiccia di proselitismo portata avanti in questi anni dal Gelli - che coinvolgeva alcune centinaia di persone, per lo più di rango e cultura di livello superiore - sia potuta avvenire frodando allo stesso tempo ed in pari misura il Grande Oriente e gli iniziandi. 

Né appare dignitosamente sostenibile che tutto ciò si sia verificato senza che il primo venisse mai a conoscenza del fenomeno ed i secondi non venissero mai a sospettare della supposta frode perpetrata a loro danno, consistente nell'affiliazione abusiva ad un ente totalmente all'oscuro di tale procedura. L'organizzazione comunque contava sull'amicizia con Giulio Andreotti. Per il tramite del colonnello dell'Arma dei Carabinieri Giovanni Allavena, reduce dalle trame del "piano Solo", (che sarebbe scattato se il governo di centrosinistra avesse adottato un programma autenticamente progressista), e dallo scandalo delle schedature del SIFAR, il nostro servizio segreto in pochi anni aveva raccolto 157 mila dossier, per usarli come arma di ricatto su politici, militari, giornalisti, preti, privati cittadini, uomini di cultura. 

Ad oggi sono rimaste poche tracce di quell'apparato antistato, anche se altri tentativi sono stati effettuati con scarso successo vedi la P4, ma la progressiva tentazione di determinare luoghi di potere occulto alla conquista del potere è sempre ben presente nell'immaginario di una certa Italia viziata da propositi rivoluzionari ma al contempo impregnati da ostentazioni speculative e malaffari di ogni sorta.





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