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Bari. “Analisi quantitativa e qualitativa sulle P.M.I., l’Artigianato e il Commercio locale”

Il padiglione della Provincia in Fiera. (foto) ndr.
Nuovi modelli di business per il rilancio delle piccole e medie imprese l’Artigianato e il Commercio locale Emerge dallo studio condotto dall’Osservatorio Economico Provinciale presentato in Fiera del Levante

di Redazione

BARI, 18 SET. - Si è svolto questa mattina presso il Padiglione della Provincia di Bari, nell’ambito della 77^ Fiera del Levante, il convegno dal titolo “Analisi quantitativa e qualitativa sulle P.M.I., l’Artigianato e il Commercio locale”, durante il quale l’Assessore alle attività produttive della Provincia di Bari, Onofrio Resta, il vice presidente della CCIIAA di Bari, Pino Riccardi, rappresentanti delle Università, guidati dal giornalista Michele Marolla, si sono confrontati sulla necessità che le Istituzioni facciano sistema per tradurre i dati e le analisi economiche in decisioni politiche e proposte operative sinergiche di interventi a favore dello sviluppo in settori economici attanagliati dall’attuale crisi economica. Il prof. Viola è stata illustrata l’analisi sul commercio e l’artigianato locale condotta nell’ambito dell’Osservatorio economico provinciale. La finalità dell’incontro è stata quella di esaminare le problematiche e le criticità dei comparti interessati, nonché ricercare possibili soluzioni per stimolare la competitività del sistema locale. “Le azienda artigiane - ha detto Domenico Leogrande, Professore associato di statistica dell’Uniba - devono assicurare una netta suddivisone tra la fase di produzione e quella di commercializzazione. Prevedendo per quest’ultima una esternalizzazione del servizio, lì dove il numero degli addetti sia esiguo. Questo è il modello che riteniamo idoneo per preparare le Pmi artigiane, alla fase di internazionalizzazione, oggi resa necessaria dalla crisi”. Puntare sulla ICT è l’elemento decisivo per rilanciare il settore delle PMI, secondo Giuseppe Riccardi, vice presidente della Camera di Commercio di Bari per il quale “ Le aziende chiudono perché non reggono la competizione e non sono interessate in molti casi ad innovarsi”. Domenico Viola, professore associato di Statistica presso facoltà di Economia e Commercio dell’UNIBA, ha evidenziato l’importanza degli spin-off per portare ricerca e innovazione anche nelle piccole imprese. Il dato che emerge non è confortante: solo in Puglia dal 2009 al 2013 hanno cessato l’attività ben 2360 aziende nel settore manifatturiero, della produzione di mobili, della fabbricazione di legno e del tessile. In Provincia di Bari, il dato nello stesso periodo è altrettanto sconfortante (1283 le aziende avviate alla chiusura nel settore manifatturiero e delle costruzioni, 400 nel commercio) sebbene negli ultimi tre mesi le statistiche avvertono un segnale di ripresa del 20% nei settori della ristorazione, delle agenzie di viaggio, degli alloggi e dei servizi di noleggio. “Nonostante la crisi e il dato sconfortante di Confesercenti dell’ultimo trimestre, c’è decisamente uno spazio per invertire la tendenza”, ha detto Onofrio Resta, assessore alle attività produttive della Provincia di Bari. Infatti, dallo studio condotto dall’Osservatorio Economico Provinciale emergono una serie di aspetti utili al rilancio dell’economia. “Su un campione di 3000 PMI analizzate nella prima parte dello studio - ha detto Angelantonio Russo, professore associato di Economia e Gestione delle Imprese – è emerso che l’evoluzione della grande distribuzione sul mercato ha inciso, ma non in maniera estremamente impattante sul piccolo commerciante. Tuttavia, il dato che emerge è che nell’ultimo trimestre le aperture da parte dei commercianti ambulanti superano di gran lunga quello dei negozi tradizionali”. A Fabio Manca, professore aggregato di statistica, è stata affidata la seconda parte della ricerca, che si basa sulla analisi dell’impatto delle tecniche di marketing urbano, sulle PMI. “Rivitalizzare il centro storico urbano – ha detto - presenta vantaggi notevoli per dare nuova linfa alle attività commerciali. Sui 4 comuni campione individuati, Turi, Gioia del Colle, Cellamare e Casamassima abbiamo riscontrato che una maggiore fruibilità dei centri da parte dei cittadini determina un impatto positivo per le attività aperte al pubblico”.





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