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Bari. Il dibattito sull'adozione del piano paesaggistico territoriale di Puglia

La mappa del paino paesaggistico Puglia. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 11 SET. - Intervengo nel dibattito improvvisamente acceso sull’adozione del Piano Paesaggistico Regionale con molta amarezza e imbarazzo, ma senza sorpresa: le avvisaglie c’erano tutte. Anzitutto, mi associo al rigetto di critiche tanto strumentali quanto derivanti da posizioni aprioristiche e prive di conoscenza. Presi parte a quasi tutti gli incontri di area destinati alla promozione della partecipazione, della condivisione, della critica costruttiva al Piano Paesaggistico in elaborazione. Ma ogni volta noi presenti - ed eravamo sempre tanti - ci accorgevamo di essere gli stessi, mentre la partecipazione dei professionisti e dei politici locali il più delle volte era una chimera... Io, poi, ebbi il grande piacere di contribuire "indirettamente" al PPTR, poichè il mio intenso e appassionato lavoro per la formulazione e costituzione dell'Ecomuseo di valle d'Itria avvenne in parallelo con la seconda parte dell'impegno progettuale del PPTR e venne immediatamente recepito ed in esso inserito come progetto pilota. Potrei recriminare sulla folle volontà della politica locale di distruggere quell'enorme lavoro e, fidando sulla scarsa memoria pubblica, farlo oggi passare come prodotto da altri, ma resta l'evidenza di una azione in simbiosi e sinergia che vieppiù esplicita la democratica operazione prodotta. Realizzai anche un gran cartello esplicativo del progetto ecomuseale, che trovò spazio nella mostra itinerante che accompagnava gli incontri d’area. Ed ora, in perfetta sintonia con il PPTR, sto promuovendo l’Ecomuseo del Nord Barese. Altri, allora, sono gli argomenti e le esplose contestazioni li evidenziano: forse il PPTR non è in sintonia con le visioni di bassa speculazione e di consumo del territorio che da decenni dilaniano la Puglia e, per l'enormità di talune operazioni in corso, rischiano di mettere a serio rischio le plurimillenarie identità territoriali. Forse il PPTR ha promosso e prodotto una progettualità di livello troppo elevato perchè la si comprendesse e si condividesse con sufficiente facilità ed in tempi accettabili; un progetto tanto ricco, complesso e innovativo richiede impegno di studio, disponibilità a recepirlo, capacità e determinazione nell’applicarlo; ma mi risulta siano previsti incontri di approfondimento destinati proprio ai tecnici locali. Forse, la sensibilità verso la tutela e valorizzazione dei paesaggi è davvero poca cosa, visto con quale facilità si distrugge quello che la Storia ha fatto giungere fino a noi. Nei mesi scorsi c’erano stati simili atteggiamenti su due altre questioni: le modifiche, apportate ad aprile e a luglio, alla legge regionale n.14 del 2007 sulla tutela e valorizzazione degli ulivi ed altri alberi plurisecolari e la reazione alla proposta di vincolo di valorizzazione delle tre aree centrali di Bari: Murattiano, Libertà e Madonnella. In entrambi i casi, barricate da parte degli imprenditori edili e forzature, rispetto ad una sana e corretta visione di tutela e valorizzazione delle risorse paesaggistiche urbane e rurali, affinchè venga mantenuta la “libertà” di consumo del suolo: libertà di continuare a distruggere i segni identitari giunti sino a noi delle plurimillenarie vicende di vita degli uomini e delle donne che hanno abitato la Puglia. Peraltro, l’Osservatorio Regionale del Paesaggio è stato promosso proprio per sostenere e favorire un costante rapporto di condivisione e co-partecipazione al PPTR, promuovendo una visione di sistema ben lontana dall’idea di vincolo che tanti disastri ha per lunghi anni provocato, spesso “suggerendo” ai proprietari di suoli in cui erano presenti elementi da tutelare che fosse sufficiente eliminarli, quei vincoli, in un modo o nell’altro, per tornare a sfruttare “liberamente” l’area in questione. La UE ha nuovamente bacchettato l’Italia per la sua incapacità di utilizzare le enormi risorse culturali disponibili. Allo stesso modo, vanno schiacciati davanti alle loro responsabilità quei tanti, troppi pugliesi incapaci di cogliere nel valore strategico della ricchezza e diversità dei paesaggi uno straordinario potenziale di sviluppo: economia locale non distruttiva, cultura, tanta cultura, con grandi ritorni su turismo, qualità di vita dei residenti, eccellenza nell’agricoltura autoctona a km.0. C’è spazio per migliorare un già straordinario lavoro; per l’area del nord Barese, ad esempio, stiamo preparando le schede e la relazione necessarie per arricchire di contenuti le informazioni già registrate sulla storia, l’architettura, la geomorfologia di un territorio di grande valenza paesaggistica e, nel contempo, proporre la riperimetrazione del parco regionale di lama Balice. Altri, tanti altri possono fare la stessa cosa per ogni riquadro di territorio pugliese e porre così rimedio, se lo si ritiene, a quel convincimento di “atto d’imperio” che sarebbe il PPTR così redatto. Se è questo il problema, lo si risolve; ma se invece tutto questo non interessa e si ha in mente, come sempre e da sempre, di continuare a sfruttare anarchicamente il territorio, faremo di tutto per impedirlo, sostenendo il PPTR ma anche sollecitando, come è già avvenuto per le modifiche alla legge di tutela degli ulivi, la reazione di quelle migliaia di pugliesi che vorrebbero vivere ben diversamente in questa regione bella, intensa, potenzialmente ricca ma martoriata da una speculazione bieca, incolta e priva di prospettive. Dopo la bella serata a villa Stampacchia, che ha visto unanime apprezzamento per la prima edizione del Festival Ecomuseale delle Arti, ci vediamo questo venerdì alle 19 nel mio studio a Palese, strada del Quadrifoglio, 26 (alle spalle del Vittoria Park Hotel) per definire: - programma del convegno "Ecomusei e pianificazione del territorio: un progetto di conoscenza" del prossimo 28 settembre; - passaggi per l'istituzionalizzazione del processo ecomuseale; - documentazione inerente la richiesta di riperimetrazione del parco di lama balice e la presentazione di osservazioni al PPTR. Chiedo agli interessati ad entrare concretamente nelle questioni di confermarmi la partecipazione, di giungere in orario e, possibilmente, non laasciarci a metà lavoro, che terminerà alle 19.





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