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Cgia, italiani tartassati: 12.000 euro a testa; +120% da 1980

La dichiarazione dei redditi. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 7 SET. (AGI) - Nel 2013 la pressione fiscale raggiungera' il 44,2% del Pil: un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in piu' rispetto al 1980. In termini assoluti, denuncia la Cgia di Mestre, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) versera' quest'anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in piu' di quanto abbiamo pagato nel 1980 (5.272 euro pro capite). A tali conclusioni si giunge considerando che il gettito fiscale e contributivo del 1980 era pari a 63,8 miliardi di euro, mentre alla fine del 2013, secondo le nostre stime, finiranno nelle casse dello Stato ben 694 miliardi di euro. Il dato relativo alla pressione fiscale riferito al 2013, fa notare la Cgia, e' leggermente inferiore al dato previsto nell'aprile scorso dal Documento di economia e finanza (44,4%). Cio' e' riconducibile al fatto che le stime della CGIA hanno tenuto conto delle disposizioni fiscali introdotte successivamente (DL 63/2013 "proroga agevolazioni fiscali Irpef ristrutturazione edilizia e risparmio energetico", DL 69/2013 "del fare", DL 76/2013 "differimento aumento IVA" e DL 102/2013 "abrogazione prima rata Imu"). Inoltre, proseguono dalla Cgia, si e' tenuto conto dell'impegno del Governo Letta di eliminare, per l'anno in corso, la seconda rata dell'Imu sull'abitazione principale, nonche' del peggioramento della situazione economica destinato a produrre effetti depressivi sul Pil. Per il segretario Giuseppe Bortolussi c'e' una ulteriore puntualizzazione da fare: "Non bisogna poi dimenticare che per i contribuenti onesti la pressione fiscale reale, ovvero al netto dell'economia sommersa, si attesta ormai al 53,6%. Inoltre, possiamo tranquillamente affermare che nel 2013 gli italiani hanno lavorato per il fisco sino alla meta' di giugno: una cosa insopportabile". C'e' un modo per ridurre strutturalmente il peso del fisco? "Contraendo in maniera strutturale la spesa pubblica improduttiva - conclude Bortolussi - possiamo ridurre anche le tasse. Per far questo e' necessario riprendere in mano il federalismo fiscale che, a mio avviso, e' l'unica strada percorribile per raggiungere questo obbiettivo. Infatti, le esperienze europee ci dicono che gli stati federali hanno un livello di tassazione ed una spesa pubblica minore, una macchina statale piu' snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualita'".





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