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In preghiera con San Rocco

Fratel Costantino De Bellis. (foto) ndr.

di Fratel Costantino De bellis

ROMA, 20 SET. - La preghiera fu il fondamento della santità di San Rocco di Montpellier, fu il suo bisogno vitale. Con la preghiera leniva, curava i mali e sanava i corpi. Le preghiere se fatte santamente sono un bene incorruttibile, sono incenso celeste che sale a Dio e viene custodito nel Regno dei cieli come un tesoro benedetto e santo. La preghiera è definita il respiro dell’anima. Pregare santamente quindi, significa accumulare un tesoro celeste di benedizioni e di grazie per sé e per gli altri. Adesso possiamo comprendere meglio perché allora Gesù stesso ci raccomandava di pregare e di “PREGARE SEMPRE”, ossia di pregare non solo per qualche tempo ma di arrivare a pregare sempre, senza interruzioni. L’esempio di San Rocco in questo è davvero spettacolare e ci invita amorosamente a pregare con Lui per le necessità del mondo, per la pace, la giustizia e per chi soffre ed è solo e malato. San Rocco non era un uomo che pregava, ma era la preghiera stessa, e quella che amava di più era la recita del Santo Rosario. Quanta strada ha percorso San Rocco, quante volte si è chinato sui malati, quante parole di conforto ha detto ma sicuramente sempre pregando con fervore. La preghiera dei Santi in cielo e delle anime dei giusti in terra sono profumo che non andrà mai perduto. Quanto incenso profumato San Rocco ha accumulato nel Regno dei Cieli! Chi potrà misurarlo? Soltanto Dio! 

Il Procuratore di San Rocco 

Costantino De Bellis








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