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NATUZZI - dichiarazione segretario generale fillea CGIL Puglia

Bandiere sella CGIL Puglia. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 19 SET. - Ho riscontrato in questi giorni diversi articoli di stampa, twitter, post, ecc… sulla vertenza Natuzzi, che vuoi per la necessità dei giornalisti “di fare titolo”, vuoi per la “smania di protagonismo di taluni” non rispondono alla reale discussione in atto tra le parti sindacali Feneal UIL, Filca CISL, Fillea CGIL e azienda Natuzzi presso il Ministero dello Sviluppo Economico, comprese alcune dichiarazioni o presunte tali ascritte alla mia persona. Ravviso necessario, quindi, puntualizzare lo stato del confronto sino all’ultimo incontro svoltosi in data 16 Settembre u.s. in Roma tra le parti: 1. Il numero degli esuberi dichiarato dalla Natuzzi di 1.726 unità è ad oggi invariato; 2. La procedura di mobilità avviata è in essere, il 25 Settembre p.v. è previsto un incontro presso il Ministero del Lavoro per chiederne il rinvio stante il confronto aperto; 3. L’azienda ha dichiarato la propria disponibilità a riportare in Italia la linea di produzione denominata “L. Edition”; 4. L’azienda ha dichiarato la propria disponibilità a sviluppare produzioni di complementi d’arredo (compreso linea notte “?”); 5. L’azienda ha dichiarato la propria disponibilità a proporre un incentivo all’esodo per favorire l’uscita di lavoratori attraverso il percorso di mobilità. L’azienda si è riservata di comunicare l’importo di questo incentivo: non è stata resa nota alcuna cifra. Dette produzioni dovrebbero essere esternalizzate ed affidate a società diverse. Le parti sindacali hanno chiesto, nel merito dei punti, di verificare la fattibilità di tali progetti attraverso verifiche delle reali potenzialità delle produzioni anche e soprattutto del numero dei lavoratori che potrebbero essere ricollocati, certezze sui costi di produzione e quindi sulla loro sostenibilità, composizione ed assetti delle società interessate, definizione degli assetti contrattuali, utilizzo di ammortizzatori sociali che accompagnino e sostengano detti processi, quindi, complessivamente un progetto che si collochi all’interno dell’Accordo di Programma capace di avviare un processo chiaro e certo di sostenibilità nel tempo. Appare evidente che allo stato vi sono soltanto ipotesi e dichiarazioni non sostenute da alcun fatto concreto, non vi è dubbio che la soluzione della vertenza è ancora lontana dalla sua soluzione anche perché è mia convinzione che qualsiasi ipotesi progettuale non può prescindere da una forte riduzione del numero degli esuberi che deve necessariamente coinvolgere un processo di riorganizzazione totale della stessa Natuzzi. I prossimi appuntamenti sono dunque decisivi per comprendere le reali volontà della Natuzzi; al termine di questi incontri saremo, quindi, nelle condizioni di valutare, insieme al gruppo dirigente sindacale diffuso (territori, R.S.U.) ed ai lavoratori tutti, l’indirizzo che la vertenza dovrà assumere. Personalmente ribadisco le già espresse fortissime perplessità e preoccupazioni, in primo luogo perché se anche il progetto dovesse concretizzarsi per intero, fermo restando il numero degli esubero resterebbe, comunque, un elevato numero di lavoratori senza collocazione. Ciò renderebbe impraticabile qualsiasi accordo. Il 24 e 25 Settembre p.v. sono previsti ulteriori incontri presso il Ministero dello Sviluppo Economico nei quali definire i punti di cui sopra; il 27 Settembre è convocata la riunione dei delegati; il 3 Ottobre è prevista una convocazione in seduta plenaria. Questi sono i fatti, a questi bisogna attenersi. 

SOCIETA’ PARTECIPATE – ODISSEA PERMANENTE 

Solo 2 mesi fa' la Corte Costituzionale chiudeva la pagina interpretativa sulla continuità gestionale delle Società partecipate e sulla tranquillità futura del personale, che dietro l'angolo c'è qualcuno che ritiene che non bisogna mai smettere di infierire. È il caso del D.L.101/2013 che all'art.3, c.4, pone nuovi ed ulteriori problemi alle Società partecipate, nello stabilire che laddove esse rilevino una incidenza delle spese di personale pari o superiore al 50 per cento debbono attivare una procedura di dichiarazione di esubero che può sfociare verso tre soluzioni. La prima è' il trasferimento del personale in eccedenza verso altre società' partecipate controllate dal medesimo ente; la seconda il trasferimento anche presso società di enti diversi in ambito regionale; la terza il trasferimento in società dello stesso tipo al di fuori del territorio regionale. L’art. 3, del D.L., per come è scritto, sembrerebbe coinvolgere anche le Sanità Service di Puglia. Il limite di questo provvedimento(evidentemente voluto) è che quasi tutte queste società hanno un costo del personale che supera il 90 per cento delle spese complessive aziendali. Quindi si vuole certificare che per la metà (circa) di questo personale non solo non c'è futuro nella propria azienda, ma non troverà collocazione neanche da altre parti. Ad oggi nessuna voce si è levata contro il provvedimento del governo. Sono tutti d'accordo nel mandare a casa decine di migliaia di persone? Chi è come si fa promotore di correggere in Parlamento questo scempio visto che la discussione sul D.L. 101 è' in corso in questi giorni nelle aule parlamentari?





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