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Foggia. Un dosso per salvare la vita

L'incrocio dell'incidente (foto Nico Baratta) ndr.

di Nico Baratta 

FOGGIA, 21 SET. - L’ultimo episodio d’incidente mortale avvenuto tra un automobile e una motocicletta la dice lunga quanto a Foggia sia imminente una rivisitazione sulla sicurezza stradale. Non parliamo solo di rispetto del Codice Stradale –sul quale ritornerò in seguito-, bensì di efficienza delle infrastrutture stradali. Buche a parte e avvallamenti del manto stradale dovuti alla totale mancanza di interventi laddove radici di alberi si fanno strada prepotentemente –e giustamente secondo Madre Natura-, il problema cui tutti noi dobbiamo focalizzare l’attenzione è la percorribilità di molte strade cittadine che pare siano diventate circuiti da formula1. Sfatando il solito scenario di un’auto che travolge una moto, questa volta è il due ruote che ha travolto l’altro mezzo. Il centauro in corsa che ha perso la vita dopo aver travolto un’auto è l’ennesimo caso –e non sarà l’ultimo purtroppo- di totale noncuranza delle primarie norme di educazione stradale che un “patentato” impara e deve rispettare. Se il limite di velocità è di 50 Km/h bisogna transitare col proprio mezzo senza superare la velocità indicata, rispettando le segnaletica stradale specie se si è in prossimità di un incrocio. Ora qui non si stanno processando l’inadempimento delle norme stradali e certe cose non dobbiamo dirle solo noi attraverso la stampa o la discussione solo dopo l’avvenuto incidente mortale. Credo che sia compito delle istituzioni, quelle che compiutamente agli enti locali dovrebbero mettere in sicurezza la rete stradale del territorio cui fanno riferimento e sono responsabili. L’incrocio tra il Tratturo Camporeale e via N. D’Agostino è stato l’ultimo teatro di morte per un motociclista. La dinamica dell’incidente è la stessa di tanti altri, forse al contrario di quanti ne accadano ogni giorno; un’auto esce da un incrocio –perlopiù a pochi metri da un centro abitato- e una moto in corsa la travolge: il centauro prende il volo e cadendo al suolo si procura ferite che risulteranno mortali. Se poi ci mettiamo che l’automobilista, secondo quanto detto dalle Forze dell’Ordine, era sotto l’effetto di stupefacenti (affermazione che l’avvocato difensore rigetta al mittente), il quadro di molti scenari di morte su strada si ripete crudelmente. Una vita spezzata per una velocità evitabile, per un attimo di distrazione o mancanza di lucidità, e anche per una carenza di infrastrutture stradali che potrebbero rallentare mezzi guidati da incoscienti e spesso arroganti patentati. L’area del terribile scenario di morte è oramai parte integrante della struttura urbana, forse oltre la cinta più densa, ma vissuta quotidianamente da centinaia di foggiani che si recano presso palestre rinomate, ristoranti e residence privati e plessi abitativi di nuova costruzione. I residenti del plesso abitativo cui ha avuto luogo l’incidente mortale da molti mesi chiedono all'Amministrazione Comunale un intervento risolutivo affinché ponga termine ai permanenti pericoli che la strada gli riserva. Chiedono che lungo la via del Tratturo Camporeale l’installazione permanente di dossi artificiali che rallentino la velocità di auto e moto. Una richiesta già avanzata mesi addietro attraverso una petizione popolare e consegnata alle autorità competenti, senza averne avuta risposta. L’istanza è lecita giacché il perdurare delle infrazioni stradali mietono paura, ferite e morte, perlopiù avvallata dalla presenza di bambini che vivono in quell'area che giocando a pallone, con la bici, a rincorrersi, a nascondino, spesso sono in balia di una sorte che non li risparmierebbe. Dossi artificiali che rallentino la velocità installabili anche nelle altre vie della cinta urbana potrebbero essere la soluzione per diminuire la mortalità per incidenti stradali. Ma ciò non deve diventare l’alibi per non rispettare il Codice Stradale. Infatti –e non è una novità, basta essere più attenti e verificare la bontà di quanto si sta per dire- Foggia è una città con un traffico spesso caotico, che produce ahinoi infrazioni del Codice Stradale. Si passa col rosso, non si danno precedenze e non si rispettano le aree pedonabili –specie quelle a strisce-, si strombazza e si aggredisce il ciclista che pedala alla destra della carreggiata, si corre e si sorpassa ovunque, motorini classe 50 cc che scorrazzano senza targhe, per non dire dell’odiosa abitudine di guidare con il telefonino in mano e senza cinture, e da qualche periodo è cresciuta esponenzialmente l’utilizzo dei mezzi senza copertura assicurativa. La Polizia Municipale, congiuntamente con le altre Forze dell’Ordine, fanno il possibile per arginare e sanzionare queste infrazioni ottenendo risultati soddisfacenti. Ma se non siamo noi “patentati” a capire che il rispetto del Codice Stradale ci salvaguardia, gli storpiati e i morti ammazzati da incidenti stradali non diminuiranno mai. E innanzitutto prima di metterci alla guida di un mezzo valutiamo le nostre condizioni di salute e non assumiamo alcool e mai gli stupefacenti.

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