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Berlusconi convoca Alfano Santanche': "Offro la mia testa"

Silvio Berlusconi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 1 OTT. (AGI) - "Io sono sempre ottimista, molto ottimista", dice Maurizio Lupi, ministro del Pdl e dimissionario con forti perplessita', lasciando Montecitorio. Lupi si riferisce alle possibilita' del governo di superare domani il test sulla fiducia. Risposta forse sibillina, ma che fotografa bene una situazione di incertezza generale, in cui ogni singolo protagonista della vicenda gioca le sue carte con circospezione. Chi, anche oggi, rompe gli indugi e agita le acque e' Silvio Berlusconi, che convoca fin dalla mattina una riunione di esponenti di spicco del partito. Appena ieri pomeriggio aveva visto alla Camera i gruppi parlamentari, in quello che si e' rivelato essere un briefing piu' che una riunione. Stamane a palazzo Grazioli si e' presentato anche Angelino Alfano, vicepremier e ministro dimissionario dell'interno nonche' capofila dei dubbiosi rispetto alla linea dell'intransigenza. Oltre a lui e a Berlusconi sulle prime erano presenti Denis Verdini, Renato Brunetta, Maurizio Gasparri, Niccolo' Ghedini e Renato Schifani. Un mix di falchi e colombe, che tutti insieme sono usciti dal palazzo lasciando da soli i due. Facile immaginare il tema del colloquio, soprattutto alla luce delle voci che continuano a circolare su una possibile scissione da parte delle colombe. La notte scorsa un analogo faccia a faccia tra Berlusconi e Alfano ha registrato momenti di alta tensione. E stamane uno dei 'falchi', Daniela Santanche', ha lanciato una nuova frecciata al segretario del Pdl. "Mi risulta che il segretario Alfano ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l'unita' del Pdl-Forza Italia. Detto che cio' dimostra la strumentalita' della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose", ha affermato Santanche'. "Pertanto la mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d'argento, perche' l'unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell'Italia e' che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi". Nel frattempo Enrico Letta e Dario Franceschini vengono ricevuti al Quirinale. E' l'altro versante di questa crisi: premier e presidente che analizzano la situazione alla luce di quello che ieri Berlusconi ha detto ai suoi parlamentari, vale a dire l'idea di dare al governo una settimana di tempo per rimediare all'aumento dell'Iva e poi passare la legge di stabilita'. Quindi scioglimento e le urne. Una prospettiva, quella tracciata dal Cavaliere, che vede contrari tanto Napolitano quanto Letta. Restano sul tappeto sia l'opzione della richiesta di fiducia, sia quella della richiesta di un semplice dibattito parlamentare. Ma finche' la situazione all'interno del Pdl non si sara' chiarita e' difficile immaginare per tutti cosa accadra' anche solo domani, quando finalmente il governo si presentera' alle camere. "La mia posizione la conoscete", dice ancora Lupi ai girnalisti, lasciando Montecitorio. Ma conoscere le posizioni dei singoli non serve necessariamente ad avere le idee chiare dell'insieme del quadro.





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