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Bari. Spacciavano droga in P.zza Umberto. Arrestati due nigeriani dalla polizia

Una 'volante' della polizia. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 30 NOV. - Nella serata di ieri, a Bari, nell’ambito di specifici servizi, personale della locale Squadra Mobile ha tratto in arresto, in flagranza di reato, i cittadini nigeriani AKWUE MACPHERSON di anni 29 e ONYEOGANI IFEANYI di anni 37, entrambi in Italia senza fissa dimora e con precedenti di polizia, ritenuti responsabili di detenzione, ai fini della cessione, di sostanze stupefacenti. In particolare, a seguito di attività info-investigativa mirata a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti in piazza Umberto e in piazza Cesare Battisti, si è appreso che i due stranieri, già noti agli operanti perché tratti in arresto per analoghi reati, stavano gestendo un’attività di spaccio di droga nelle citate piazze centrali di questo capoluogo. Mirata attività di monitoraggio dei citati cittadini nigeriani ha consentito di individuare un’abitazione del quartiere Libertà, che è stata ritenuta la base operativa dove veniva occultata e confezionata la sostanza stupefacente da destinare alla commercializzazione. Effettivamente, a seguito della perquisizione sono stati rinvenuti, all’interno di un cartone e di un mobile della cucina, complessivamente 382 grammi di marijuana, un bilancino di precisione ed altro materiale per il confezionamento. 

Provincia 

Nei giorni scorsi, in Molfetta, nell’ambito di specifici servizi di contrasto, personale della Squadra Mobile di Bari ha tratto in arresto, in flagranza di reato, DINIDDIO Vito di anni 48, con precedenti di polizia, ritenuto responsabile di detenzione e porto di arma da fuoco clandestina con relativo munizionamento. In particolare, nell’ambito di attività info-investigativa, si è appreso che l’arrestato potesse detenere un’arma da fuoco. Quindi, a seguito di un articolato servizio di osservazione, è stato fermato, per un controllo, mentre parcheggiava il suo autocarro nei pressi della propria abitazione. All’atto di prendere la documentazione del veicolo, ha prelevato un borsello, posto sul sedile anteriore, e ha tentato di occultarlo nella parte posteriore. All’interno è stata rinvenuta una pistola semiautomatica beretta cal. 7.65 con matricola abrasa e due caricatori contenenti complessivamente 24 cartucce. Nei giorni scorsi, in Andria, personale della “Squadra Anticrimine” del locale Commissariato di P.S. ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del “Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa”, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trani, nei confronti di M.R., cittadino andriese di anni 36, resosi responsabile dei reati di “maltrattamenti in famiglia, lesioni personali ed atti persecutori”. In particolare il predetto, con continui atti vessatori, con minacce anche di morte, con percosse che causavano lesioni fisiche, pregiudicava l’integrità fisica e morale della compagna, ingenerando nella malcapitata il timore concreto per la propria vita, tanto da modificare radicalmente le proprie abitudini ed evitare di uscire di casa per il timore d’incontrarlo. Le minacce, le offese e le intimidazioni erano ripetute continuamente, anche in presenza di altre persone, che si accompagnavano alla donna e che, unitamente a questa, diventavano oggetto delle minacce di morte. Quando nel mese di ottobre dello scorso anno, la donna decideva di interrompere definitivamente la loro relazione sentimentale, durata circa dodici anni, durante la quale erano nati due figli, il malfattore aumentava le proprie condotte persecutorie, con regolari appostamenti giornalieri presso l’abitazione dei genitori della stessa, dove si era trasferita unitamente ai figli. Seguivano, quindi, numerosi interventi delle Volanti per liti ed aggressioni, tutte provocate dall’uomo. Il suddetto provvedimento cautelare è solo l’ultimo di altre cinque esecuzioni di applicazione di misure emesse dal Tribunale di Trani, a seguito della commissione dei cosiddetti “reati di genere”, eseguito da parte di questo Ufficio dall’inizio dell’anno. Solo la denuncia delle donne vittime della violenza di mariti e compagni, seguita da una mirata attività d’indagine compiuta presso i luoghi e le persone abitualmente frequentati dalle stesse, consente di porre un freno ad un fenomeno divenuto di reale allarme sociale. Fondamentale è il supporto psicologico fornito dal personale della “Squadra Anticrimine” del locale Commissariato di P.S., dedito alla trattazione di questa tipologia di reati, alla vittima che, in sede di denuncia, viene opportunamente accolta, protetta ed accompagnata nel percorso. Tale attività fornisce la necessaria sicurezza che, unita alla determinazione delle donne, consente a queste ultime di aprirsi e fidarsi delle istituzioni, al fine di riscattare la propria vita.





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