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Mola di Bari (Ba). Teatro Van Westerhout: Presentata la stagione 2013/2014

La locandina dell'evento. (foto com.) ndr.
Stagione 2013/2014 - Residenza teatrale del Centro Diaghilev

di Redazione

MOLA DI BARI (BA), 4 NOV. - Settantadue appuntamenti (tra spettacoli in abbonamento e fuori abbonamento, recite per le scuole, letture sceniche), 43 titoli diversi di lavori teatrali e opere letterarie proposti da una ventina di formazioni e compagnie, sessantotto incontri per laboratori e workshop di approfondimento, per complessive 140 giornate di apertura: questi i numeri principali della Stagione 2013/2014 disegnata dal Centro Diaghilev al Teatro Van Westerhout di Mola di Bari, nell’ambito del progetto di residenza “Teatri Abitati”. La programmazione mette insieme con coerenza e rigore qualitativo personalità e compagini teatrali di assoluto prestigio nel panorama italiano (da Umberto Orsini a Giorgio Albertazzi, da Roberto Herlitzka a Ruggero Cappuccio, dal Piccolo Teatro di Milano Teatro d’Europa alla Fondazione Salerno Contemporanea) con strutture significative ed emergenti della scena regionale e con le iniziative produttive direttamente curate dal Centro Diaghilev. Una confluenza di stimoli, esperienze, linguaggi espressivi differenti in un percorso articolato che offre molteplici angoli di osservazione e motivi di interesse. Altrettanto importante è il principio di convergenza istituzionale e di interazione sinergica tra Enti e piani specifici di azione che ha consentito l’attuazione di un intervento più efficace e rispondente alle istanze del territorio. “Teatri Abitati”, promosso dalla Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, dall’Unione Europea e dal Teatro Pubblico Pugliese, è il risultato di tale politica di sviluppo e trova occasione di ulteriore consolidamento e ampliamento grazie alla partecipazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del progetto interregionale “Teatri del tempo Presente” e del Comune di Mola di Bari – Assessorato alla Cultura. La stagione è dedicata a Eduardo De Filippo, nel trentesimo anniversario della sua scomparsa. A Eduardo la città Mola deve uno dei momenti più esaltanti della sua storia artistica, per l’attenzione che, agli inizi degli anni settanta, il grande maestro riservò alle sorti del Van Westerhout e a un gruppo di giovani attori universitari. Tutto il teatro deve moltissimo a Eduardo per la sua capacità di trasferire, con incisività e poesia, la vita del popolo, nelle sue manifestazioni comiche, grottesche e tragiche, in un emozionante palcoscenico. Il teatro, dunque, come specchio senza tempo di vicende umane che toccano in modo universale la coscienza e la sensibilità di tutti. Una ricerca di verità nel saper rappresentare la storia dell’uomo con le sue debolezze e fragilità, inquietudini e ambizioni, furbizie e sofferenze. Seguendo tale guida ispiratrice, il cartellone si sofferma su tante altre storie che ci parlano del passato e del presente e che in prossimità del mare, elemento predominante nella realtà sociale, economica e culturale della comunità molese, si aprono a più vasti e, spesso, drammatici orizzonti. Il mare narra la storia di miti e leggende, porta con sé le ansie di popoli diversi: quelli eroici che solcarono le onde per adempiere a un destino e quelli, invece, costretti dal destino a cercare su altre sponde sollievo alle proprie pene. Non c’è differenza tra queste storie e queste verità, riferiscono della vita e della morte, dell’attesa e della speranza. E il teatro le ripropone con impareggiabile forza, trovando nell’autenticità di approccio il minimo comune denominatore tra situazioni, autori e fatti apparentemente distanti tra loro. Così, insieme alla surreale ironia e al crudo realismo dei personaggi eduardiani che ritornano in un duplice omaggio al commediografo napoletano, Natale in casa Cupiello (Piccolo Teatro di Milano con Fausto Russo Alesi il 13 aprile) e Sik Sik l’artefice magico (Fondazione Salerno Contemporanea con Benedetto Casillo il 15 marzo), coesistono i sentimenti di disperazione dei migranti descritti da Ben Jelloun (studio finale del laboratorio ispirato a Partire e letture sceniche di altri racconti), o quelli di odio, amore e senso di appartenenza a una patria che pervadono epici viaggiatori come Ulisse (Il viaggio) ed Enea (Il racconto di Enea con Paolo Panaro dall’8 al 17 maggio). Verità che trovano corrispondenza con gli smarrimenti sui temi della fede, del mistero, del peccato e della libertà che turbano Ivan Karamazov (La leggenda del grande inquisitore con Umberto Orsini l’11 dicembre) e che si intrecciano con le lezioni di Calvino sulla leggerezza (Lezioni americane con Giorgio Albertazzi il 12 gennaio e un ciclo di letture di altre opere), o con le apprensioni che emergono nel romanzo di Bernhard Il soccombente (con Roberto Herlitzka il 7 febbraio). E ancora, il rimpianto per le occasioni perdute raffigurato nel Pranzo di Babette di Karen Blixen (proposto da Paolo Panaro nell’adattamento teatrale di Francesco Niccolini dal 15 febbraio al 2 marzo); i sogni e le visioni del geniale Leonardo (Il codice del volo con Flavio Albanese il 4 aprile); l’impegno civile di Borsellino (Essendo Stato con Ruggero Cappuccio il 9 marzo); la passione e l’ingenuità che si scontrano con il disprezzo per la “diversità” (Io mai niente con nessuno avevo fatto con la compagnia Vucciria Teatro il 29 marzo); l’anima del sud, con i suoi rancori e i suoi desideri (Il custode con Paolo Triestino il 31 gennaio). Storie di vita, come quelle esemplari, per la loro dedizione a un ideale, di Don Tonino Bello (Croce e fisarmonica con Enrico Messina e Mirko Lodedo il 19 marzo) ed Eleonora Pimentel (Lenòr con Nunzia Antonino e Carlo Bruni il 17 gennaio). La stagione si dispiega lungo vie parallele e complementari che guardano alla tradizione con spirito moderno (Fausto Russo Alesi, Pierpaolo Sepe, Pietro Babina, Orlando Forioso, Nadia Baldi, rielaborano e aggiornano registicamente e drammaturgicamente i capolavori di Eduardo, Dostoevskij, Calvino e Bernhard), lasciando spazio alla contemporaneità grazie alla presenza di gruppi con una spiccata vocazione innovativa (Fibre Parallele che il 6 dicembre apre il programma con Lo splendore dei supplizi e Carolina Balucani il 20 dicembre con L’America dentro, ospitati nel quadro della rassegna “Teatri del tempo Presente”), allargando le collaborazioni in rete con altre compagnie pugliesi (Compagnia del Sole, Armamaxa, La Pecora Nera, Thalassia, Teatro delle Forche, Teatroinsieme) e valorizzando professionalità locali (Elisabetta Aloia, Rosaria Ximenes, Carlo D’Ursi). Un variegato itinerario che si completa con una rassegna di incontri di letteratura (“Mercoledì Letterari”), un’estesa offerta per le scuole di ogni fascia (“Matinée del Giovedì”) e cinque corsi di formazione (recitazione in versi dal 4 novembre, trasposizione scenica di un testo, il mito di Ulisse, uso della voce, scrittura teatrale) condotti da Paolo Panaro, Angelo De Leonardis, Giuseppe Strada, Francesca Della Monica,Francesco Niccolini.





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