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Pdl. Berlusconi, io guida; "Pd? partito di tasse e manette"

Silvio Berlusconi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 1 NOV. (AGI) - Silvio Berlusconi fara' ancora campagna elettorale in prima persona alle prossime elezioni. "In caso di elezioni, sentirei il dovere di impegnarmi direttamente", ha detto il presidente di Forza Italia a Bruno Vespa per il libro 'Sale, zucchero e caffe'. L'Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica', in uscita il 7 novembre da Mondadori- Rai Eri. "Credo comunque che sia ancora necessario, in una forma o nell'altra, il mio impegno personale - prosegue - Nessuno puo' togliermi il diritto di restare alla guida del movimento che ho fondato, finche' molti milioni di elettrici e di elettori lo vogliono. Ho un rapporto speciale con gli italiani che, come me, temono che la sinistra possa andare al governo e proprio per questo sento il dovere di stare in prima linea per corrispondere alla loro fiducia e al loro affetto". Il cavaliere chiude poi il tormentone mediatico sull'ipotetica discesa in campo della figlia Marina. "Ha detto bene, 'si torna a parlare', ma Marina, tutte le volte che 'si torna a parlare', dice di no", spiega l'ex premier. "Certo, sarebbe in grado di adempiere al meglio questa missione. Tutti hanno constatato la sua autorevolezza e il coraggio da leonessa con cui mi ha difeso. Ma - rileva Berlusconi - non e' quella la sua vocazione". "Io sono un padre che rispetta la vocazione e la liberta' dei propri figli. Ma se li conosco, sono sicuro - dice ancora nell'anticipazione diffusa oggi - che nessuno di loro si sente attratto dalla politica. Soprattutto da 'questa' politica". E annuncia anche la linea dura dal Pdl sulla legge di Stabilita'. "Abbiamo rispettato gli impegni presi con i nostri elettori nel febbraio scorso, quello sulla detassazione della prima casa che noi consideriamo 'sacra' perche' e' il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di fondare la sicurezza del proprio futuro, e quello per un fisco meno oppressivo. Per questo - rileva l'ex premier - non intendiamo arretrare sulla legge di Stabilita'". Duro l'attacco al Partito Democratico: "Credo sia giusto che, su tutto, sulla mia vicenda, sulle tasse, sull'economia, sui nostri programmi riformatori, siano gli elettori a potere giudicare noi e i nostri avversari, che, andando avanti cosi', confermerebbero i loro connotati di 'partito delle tasse e delle manette'".





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