Cav. 'chiama' Alfano ma pensa ad affondo su legge stabilità
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Silvio Berlusconi. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 31 OTT. (AGI) - I 'lealisti' dicono di avere il 77% delle firme, le 'colombe' ribattono spiegando che piu' di un terzo del partito e' dalla loro parte: si gioca ancora sui numeri lo scontro interno al Pdl che potrebbe arrivare a decretare la scissione anche prima del consiglio nazionale la cui data e' stata anticipata intorno alla meta' di novembre. Al termine di una lunga riunione con i fedelissimi Silvio Berlusconi ha diramato una nota invocando l'unita' del partito e 'chiamando' Angelino Alfano ad allinearsi alle decisioni prese dall'ultimo ufficio di presidenza. Un estremo tentativo di evitare la rottura definitiva: se le 'colombe' - questo il ragionamento di uno dei big del partito ricevuto dal Cavaliere oggi - firmano il documento si potrebbe anche mediare con il governo ed evitare la crisi. Il Cavaliere per non lanciare l'affondo sull'esecutivo mette sul piatto della bilancia la legge di stabilita'. E' necessario - ha spiegato nel vertice di palazzo Grazioli - modificarla totalmente, cosi' e' inaccettabile. In realta', come osserva uno dei 'falchi' del Pdl, la legge di stabilita' resta uno dei pretesti per rompere, considerato anche che l'ex premier chiede completamente un altro tipo di provvedimento economico. Il nodo resta quello della decadenza: Berlusconi vuole anticipare il consiglio nazionale prima del voto del Senato, mentre nel governo, sottolineano fonti ministeriali, sia il premier che gli altri ministri vorrebbero che la partita sulla decadenza si concluda in tempi celeri, ovvero prima del via libera sulla legge di stabilita'. Oggi il presidente del Consiglio ha incontrato il ministro Saccomanni e il vice premier Alfano proprio per confrontarsi sui contenuti del provvedimento. Da parte di palazzo Chigi c'e' la massima disponibilita' a modifiche sia per quanto riguarda la tassazione sulla casa che su altre misure, ma - questo il paletto invalicabile - i saldi devono restare invariati, in caso di cambiamenti occorre trovare le coperture necessarie per la rimodulazione della spesa. L'esecutivo e' ancora intanto alla ricerca delle risorse per la seconda rata dell'Imu, fondi che vanno coperti o con altri tagli alla spesa o con nuove tasse, ma all'interno del bilancio 2013. I 'lealisti' di Berlusconi anche oggi hanno invitato l'ex premier a strappare proprio sulla legge di stabilita' visto che - spiega uno dei big del partito - "se andiamo oltre sicuramente non avremmo piu' i numeri dalla nostra parte". Per le 'colombe' tuttavia gia' ora e' impossibile far cadere il governo. La nota dei ventidue senatori con la quale si chiede al presidente del Senato Grasso di optare per il voto segreto e' uno strumento per sottolineare la forza numerica delle 'colombe' (in tutto al Senato ce ne sarebbero trentadue) per avvertire Berlusconi che non e' possibile far cadere l'esecutivo.
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