'La Buona Politica' - Altiero Spinelli: un sogno chiamato Federalismo Europeo
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Altiero Spinelli. (foto com.) ndr. |
di Cosimo Imbimbo
BARI, 28 DIC. - Altiero Spinelli (Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23 maggio 1986) è stato un
politico e scrittore italiano, sovente citato come padre fondatore dell'Europa
per la sua influenza sull'integrazione europea post-bellica. Il politico
italiano Altiero Spinelli fu uno dei Padri dell’Unione europea. Fu inoltre
una delle figure chiave dietro la proposta del Parlamento europeo per un
Trattato
su un’Unione europea federale, il cosiddetto “Piano Spinelli”. Quest’ultimo
venne
adottato dal Parlamento nel 1984 con una maggioranza schiacciante e fu di
grande ispirazione per il consolidamento dei Trattati dell’Unione europea
negli
anni ‘80 e ‘90.
Per realizzare il suo progetto politico, Spinelli fondò, in clandestinità , nel 1943, a Milano, il Movimento Federalista Europeo e, nel 1946, a Parigi, l'Unione Europea dei Federalisti. Era sua ferma convinzione che l'unità federale dell'Europa dovesse scaturire da un moto popolare. La Federazione è una unione democratica di stati democratici. Non si può costruire l'Europa senza la partecipazione attiva dei cittadini. La pressione dei movimenti federalistici ed europeistici è necessaria per provocare la convocazione di una costituente europea, così come avevano fatto gli americani a Filadelfia. Sulla base di questo modello d'azione, nel 1951, con un'audace iniziativa, Spinelli riuscì a convincere il governo italiano che la proposta francese di una Comunità Europea di Difesa (CED) non era realizzabile senza una Costituzione e senza un governo democratico europeo. Un' assemblea costituente venne effettivamente convocata. Tuttavia, il progetto di Comunità Politica Europea fallì a causa del rifiuto francese del 1954. Si trattò di una grave sconfitta per i federalisti, che per molti anni non riuscirono a riprendere l'iniziativa. Solo trent'anni dopo, nel 1984, come deputato nel primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale, Spinelli riuscì a far approvare il Trattato di Unione europea. Si trattava di un nuovo progetto di Costituzione. Ma il Parlamento non possedeva sufficiente autorità per sostenere il progetto e i governi nazionali lo rifiutarono. Spinelli venne così sconfitto per la seconda volta. Il suo insegnamento va al di là dell'Europa. Il 14 febbraio 1984, dopo il voto sul Trattato di Unione europea, in uno dei suoi ultimi discorsi, Spinelli così si è rivolto al Parlamento europeo: "Se le idee contenute in questo testo non fossero esistite nella mente della grande maggioranza di questo Parlamento, non sarei mai riuscito a mettervele.
Mi sono limitato ad esercitare, come Socrate, l'arte della maieutica. Sono stato l'ostetrica che ha aiutato il Parlamento a dare alla luce questo bambino". Come Socrate, Spinelli è stato un autentico rivoluzionario, perché l'unificazione europea è una rivoluzione pacifica. L'unità europea non può essere fatta con la violenza, ma solo con la forza della ragione. Chi vuole veramente la pace deve costruire istituzioni sovranazionali. In un mondo insanguinato quasi quotidianamente da guerre e massacri, afflitto dalla povertà di massa e minacciato da una crisi ecologica irreversibile, è assurdo perpetuare la divisione dell'umanità in tribù sovrane. La politica della divisione appartiene al passato. Il nuovo modo di fare politica consiste nella tenace costruzione dell'unità di popoli, di nazioni, di religioni e di culture differenti. Se l'Europa si darà una Costituzione sovranazionale, un giorno anche l'umanità potrà decidere il suo futuro sulla base di una Costituzione cosmopolitica. Con Socrate, l'umanità ha appreso l'arte della ricerca razionale della verità . Con Spinelli, può apprendere l'arte della costruzione della pace. Nel corso della prigionia, l'illustre Europeista si dedica alla scrittura e allo studio, anche di scienze umanistiche e naturali, oltre che all'apprendimento di lingue straniere, alla storia e alla filosofia, disciplina alla quale si dedica in particolare confrontandosi con le opere di Kant e Hegel, maturando così un certo distacco dalle tesi del Partito Comunista: un atteggiamento, questo che gli costerà , sempre nel 1937, l'espulsione dal partito, motivato dalle critiche da lui sostenute nei confronti di Stalin.
Ma il suo campo di ricerca lo porta a misurarsi anche con le teorie di alcuni pensatori inglesi del XVIII e XIX secolo di impostazione federalista, conosciuti e commentati soprattutto grazie alle affinità e lo scambio di letture intercorse con Ernesto Rossi, anch'egli al confino, e Luigi Einaudi. Oggi, a quasi trent'anni dalla morte di Spinelli e dalle parole del presidente Giorgio Napolitano, viene spontaneo chiedersi a che punto sia la notte. Passi in avanti sono stati indubbiamente fatti, dall'unificazione monetaria all'abbattimento delle frontiere nazionali per i 28 paesi che attualmente aderiscono all'Unione; ma ci sono ancora tante tappe da affrontare per realizzare quegli Stati Uniti d'Europa cui già Spinelli aspirava. E le tappe ancora da affrontare si dimostrano in alcuni casi impervie, se non addirittura impossibili da scalare: per citare soltanto due esempi, basti pensare all'equivoco atteggiamento tenuto in questi anni da una potenza come la Gran Bretagna, di certo la nazione più importante per completare un adeguato processo di unificazione, o alle varie incertezze legate all'ingresso della Turchia nel progetto in corso, questione tutt'altro che semplice da risolvere. In più, a questo vanno aggiunti i recenti referendum, entrambi di esito negativo, registrati in Francia e Olanda rispetto alla ratificazione della Costituzione europea, seppure forse legati più a contingenze di carattere nazionale che a una reale ostilità da parte dei cittadini dei due paesi all'idea di un'Europa unita.
Per superare queste e altre difficoltà , si deve continuare ad alimentare la crescente convinzione di centinaia di milioni di cittadini europei, di vedere finalmente realizzata la composizione di una nuova entità mondiale, in senso geografico, politico ed economico, chiamata Stati Uniti d'Europa, che possa concretamente creare un modello alternativo di società , mettendo ai primi posti della propria agenda tematiche non più rinviabili per la loro drammatica urgenza, come la questione ambientale e i diritti umanitari. La strada indicata e percorsa da personalità quali quella di Altiero Spinelli, deve ora raggiungere il suo ambito e prezioso traguardo.
Per realizzare il suo progetto politico, Spinelli fondò, in clandestinità , nel 1943, a Milano, il Movimento Federalista Europeo e, nel 1946, a Parigi, l'Unione Europea dei Federalisti. Era sua ferma convinzione che l'unità federale dell'Europa dovesse scaturire da un moto popolare. La Federazione è una unione democratica di stati democratici. Non si può costruire l'Europa senza la partecipazione attiva dei cittadini. La pressione dei movimenti federalistici ed europeistici è necessaria per provocare la convocazione di una costituente europea, così come avevano fatto gli americani a Filadelfia. Sulla base di questo modello d'azione, nel 1951, con un'audace iniziativa, Spinelli riuscì a convincere il governo italiano che la proposta francese di una Comunità Europea di Difesa (CED) non era realizzabile senza una Costituzione e senza un governo democratico europeo. Un' assemblea costituente venne effettivamente convocata. Tuttavia, il progetto di Comunità Politica Europea fallì a causa del rifiuto francese del 1954. Si trattò di una grave sconfitta per i federalisti, che per molti anni non riuscirono a riprendere l'iniziativa. Solo trent'anni dopo, nel 1984, come deputato nel primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale, Spinelli riuscì a far approvare il Trattato di Unione europea. Si trattava di un nuovo progetto di Costituzione. Ma il Parlamento non possedeva sufficiente autorità per sostenere il progetto e i governi nazionali lo rifiutarono. Spinelli venne così sconfitto per la seconda volta. Il suo insegnamento va al di là dell'Europa. Il 14 febbraio 1984, dopo il voto sul Trattato di Unione europea, in uno dei suoi ultimi discorsi, Spinelli così si è rivolto al Parlamento europeo: "Se le idee contenute in questo testo non fossero esistite nella mente della grande maggioranza di questo Parlamento, non sarei mai riuscito a mettervele.
Mi sono limitato ad esercitare, come Socrate, l'arte della maieutica. Sono stato l'ostetrica che ha aiutato il Parlamento a dare alla luce questo bambino". Come Socrate, Spinelli è stato un autentico rivoluzionario, perché l'unificazione europea è una rivoluzione pacifica. L'unità europea non può essere fatta con la violenza, ma solo con la forza della ragione. Chi vuole veramente la pace deve costruire istituzioni sovranazionali. In un mondo insanguinato quasi quotidianamente da guerre e massacri, afflitto dalla povertà di massa e minacciato da una crisi ecologica irreversibile, è assurdo perpetuare la divisione dell'umanità in tribù sovrane. La politica della divisione appartiene al passato. Il nuovo modo di fare politica consiste nella tenace costruzione dell'unità di popoli, di nazioni, di religioni e di culture differenti. Se l'Europa si darà una Costituzione sovranazionale, un giorno anche l'umanità potrà decidere il suo futuro sulla base di una Costituzione cosmopolitica. Con Socrate, l'umanità ha appreso l'arte della ricerca razionale della verità . Con Spinelli, può apprendere l'arte della costruzione della pace. Nel corso della prigionia, l'illustre Europeista si dedica alla scrittura e allo studio, anche di scienze umanistiche e naturali, oltre che all'apprendimento di lingue straniere, alla storia e alla filosofia, disciplina alla quale si dedica in particolare confrontandosi con le opere di Kant e Hegel, maturando così un certo distacco dalle tesi del Partito Comunista: un atteggiamento, questo che gli costerà , sempre nel 1937, l'espulsione dal partito, motivato dalle critiche da lui sostenute nei confronti di Stalin.
Ma il suo campo di ricerca lo porta a misurarsi anche con le teorie di alcuni pensatori inglesi del XVIII e XIX secolo di impostazione federalista, conosciuti e commentati soprattutto grazie alle affinità e lo scambio di letture intercorse con Ernesto Rossi, anch'egli al confino, e Luigi Einaudi. Oggi, a quasi trent'anni dalla morte di Spinelli e dalle parole del presidente Giorgio Napolitano, viene spontaneo chiedersi a che punto sia la notte. Passi in avanti sono stati indubbiamente fatti, dall'unificazione monetaria all'abbattimento delle frontiere nazionali per i 28 paesi che attualmente aderiscono all'Unione; ma ci sono ancora tante tappe da affrontare per realizzare quegli Stati Uniti d'Europa cui già Spinelli aspirava. E le tappe ancora da affrontare si dimostrano in alcuni casi impervie, se non addirittura impossibili da scalare: per citare soltanto due esempi, basti pensare all'equivoco atteggiamento tenuto in questi anni da una potenza come la Gran Bretagna, di certo la nazione più importante per completare un adeguato processo di unificazione, o alle varie incertezze legate all'ingresso della Turchia nel progetto in corso, questione tutt'altro che semplice da risolvere. In più, a questo vanno aggiunti i recenti referendum, entrambi di esito negativo, registrati in Francia e Olanda rispetto alla ratificazione della Costituzione europea, seppure forse legati più a contingenze di carattere nazionale che a una reale ostilità da parte dei cittadini dei due paesi all'idea di un'Europa unita.
Per superare queste e altre difficoltà , si deve continuare ad alimentare la crescente convinzione di centinaia di milioni di cittadini europei, di vedere finalmente realizzata la composizione di una nuova entità mondiale, in senso geografico, politico ed economico, chiamata Stati Uniti d'Europa, che possa concretamente creare un modello alternativo di società , mettendo ai primi posti della propria agenda tematiche non più rinviabili per la loro drammatica urgenza, come la questione ambientale e i diritti umanitari. La strada indicata e percorsa da personalità quali quella di Altiero Spinelli, deve ora raggiungere il suo ambito e prezioso traguardo.
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