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Governo: Renzi, avanti se fa. E Letta esalta calo tasse

Matteo Renzi. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 29 DIC. (AGI) - Appena il tempo di abbassare i calici del Natale e da Firenze e' partito un nuovo monito in direzione del governo. "L'esecutivo va avanti se fa", ha chiarito Matteo Renzi in una lunga intervista alla stampa che nel ristretto circolo di Enrico Letta ha avuto un'accoglienza non proprio calorosa. Non che su questo il neosegretario del Pd abbia detto cose nuove, da mesi va incalzando l'esecutivo. Ma nemmeno tanto tra le righe c'e' quella che e' apparsa a molti una presa di distanza durissima, proprio mentre si sta lavorando a quel patto di maggioranza su cui dovra', o dovrebbe, poggiare l'esecutivo fino alla fine del 2014: "Io sono totalmente diverso per tanti motivi" da Letta e Angelino Alfano, ha scandito, "ho ricevuto un mandato popolare. Per questo con l'anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte". Nessuna reazione ufficiale da palazzo Chigi, ma non e' sfuggita la tempistica con cui il premier ha commentato i dati della Cgia di Mestre sul calo delle tasse. La ricerca e' stata diffusa ieri pero' Letta l'ha commentata solo questa mattina intorno a mezzogiorno, a lettura dei giornali probabilmente conclusa. "Tasse sulle famiglie nel 2013 sono scese e la tendenza continuera' anche nel 2014. Notizia di oggi importante perche' si consolidi il trend fiducia", ha scritto su Twitter. ( Fiducia dunque, quella su cui Letta continua a puntare. E fatti, come la discesa della pressione fiscale registrata dalla Cgia. A sottolineare uno stile diverso da quello di Renzi. Sulla stessa scia Angelino Alfano. Si "riconosce al governo l'inversione di tendenza rispetto alla crescita delle tasse, con un risparmio che, per le famiglie, e' comunque considerevole. Adesso occorre continuare per fare nel 2014 ancora di piu'", ha spiegato il vicepremier. L'irritazione per un'uscita giudicata quantomeno poco elegante, con quel solco generazionale ma soprattutto di cursus honorum segnato da Renzi, e' apparsa palpabile in ambienti lettiani. Senza contare l'assist al sindaco arrivato da Mario Monti che potrebbe far presagire una manovra a tenaglia contro il premier: da un lato il Pd renziano e i montiani, dall'altro Grillo e Berlusconi. Con il Cavaliere che ancora vede aperta la finestra elettorale di primavera. Non ha citato il sindaco di Firenze, ma anche a lui e' sembrato rivolgersi il lettiano Francesco Russo in un commento all'analisi Cgia. "E' la risposta migliore di chi sa quanto tempo e fatica costi un reale cambio di rotta, contro coloro che invece sulla pelle degli italiani giocano al disfattismo, negando ogni risultato positivo, mettendo in luce solo le negativita' e provando a cavalcare il malessere generale senza dare risposte e senza alternative possibili", ha spiegato. L'affondo di Renzi pero' e' stato letto anche come il segnale che il segretario del Pd non intende farsi mettere all'angolo con quelle che ha sempre giudicato vecchie pratiche, come quella dei rimpasti. A ribadire la richiesta di una svolta e' stato oggi Dario Nardella: "Renzi e' stato chiaro, nessuno vuole crisi o rimpasti, sono metodi da vecchia politica che non ci appartengono. Basta con decreti raffazzonati e provvedimenti marchetta", ha spiegato su Twitter con tanto di elenco di misure 'mancia' contenute nella legge di Stabilita'. "Non chiediamo ne' rimpasti ne' rimpastini, chiediamo che il governo cambi passo", ha assicurato Simona Bonafe'. La logica dunque va rovesciata: prima di tutto c'e' il programma. E la pensa cosi' anche Davide Zoggia, che alle primarie ha sostenuto Cuperlo. "Se dovesse esserci una rivisitazione del governo sara' su un programma preciso, non per togliere qualche ministro. Serve una valutazione molto complessa e credo che su questo Renzi e Letta procedano d'intesa", ha assicurato.





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