Parliamo del dialetto...
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Il Teatro Margherita di Bari. (foto) ndr. |
di Anna Sciacovelli
BARI, 28 DIC. - Nessuno può vantare una conoscenza completa del linguaggio dialettale. Le prime parole che abbiamo ascoltato nell’infanzia dai nostri genitori consistevano in un modo semplice e genuino di comunicare chiamato "linguaggio primario" o dialetto, lingua ricca di moltissimi lemmi e idiomi, che, oggi, scavando nella memoria riemergono inizialmente senza connessioni concrete, per poi, man mano arrivare da parte nostra, talvolta con notevole nostalgia e provando emozioni uniche, a organizzare una serie di antico vissuto fatto di esperienze personali, sociali, storiche e civili che ci hanno segnato.
Come Barese autoctona (sono nata all’ombra della Cattedrale) e dopo aver scritto due libri in lingua dialettale “Baresismi. Detti e stradetti della nostra Città ” Wip Edizioni 2006 e “Baresismi Baby” Wip Edizioni 2010, mi sento di non poter dire che il nostro dialetto stia per essere messo accantonato per la semplice ragione che spero che altri dopo di me possano continuare a scrivere e parlare la nostra lingua, raccontare i nostri costumi, le tradizioni, la storia di un popolo , i valori della gente comune.
Non sono una glottologa, una demologa, ma non per questo mi è preclusa la strada della continuità dello studio, quello che ho scritto nei miei libri, è stata per me una sfida con me stessa, raccogliendo in due scrigni un insieme di parole, di avvenimenti legati ai mestieri, ai giochi, alla cucina persino alle pratiche della religione o alla volubilità della politica che mi hanno aiutato a comprendere meglio il mondo circostante e, a meglio dialogare con tutti, in particolare con i ragazzi anche nella scuola.
Spesso, la potenza della parola in dialetto riesce a superare di gran lunga del corrispondente vocabolo o perifrasi in lingua italiana, sentimenti e pensieri, emozioni intime e contenuti di vario genere. Dalle espressioni dialettali sono nate farse, commedie e poesie che forse non sarebbero mai state valorizzate abbastanza se fossero state scritte diversamente.
Il dialetto ha una sua dignità di linguaggio, che non può essere disconosciuta da nessuno anche perché, proveniente da secoli di storia: il lettore si rifaccia per quanto riguarda il vernacolo barese agli scritti sia lirici di Francesco Saverio Abbrescia Canonico della Basilica di San Nicola, di cui quest’ anno si celebra il duecentenario dalla nascita sia di notai dell’epoca nella stesura di legati nunziali.
Mi pregio da ben cinque anni ( Aprile 2008), di far parte di “Mondo Antico e Tempi Moderni” Onlus, dove, all’interno dell'Associazione Onlus stessa, un Gruppo di Lavoro denominato “Seminario Permanente di Studio e di Approfondimento del Dialetto Barese”, ambedue presieduti e coordinati dal prof. Nicola Cutino, attualmente coadiuvato dalla Signora Fara Isa Marinelli addetta ai servizi di segreteria ed organizzazione. Si tratta di una interessante esperienza di un insieme di persone qualificate appassionate ed attratte, nei propri Incontri ufficiali (ottanta circa) alla realizzazione di una Grammatica dialettale barese, di un corposo Dizionario etimologico dei termini baresi, di una raccolta completa di testi dialettali degli Autori del vernacolo barese con l’apporto di eterogenee presenze autorevoli all’interno del Gruppo stesso, con l’intento di dare a ciascun lemma dialettale, il significato idiomatico e terminologico più confacente e semanticità alle regole ortografiche di scrittura. Sono state realizzate diverse pubblicazioni di singoli Autori aderenti al faticoso progetto promosso dall’Associazione e data alle stampe un’Antologia dialettale barese di Poeti e Scrittori Contemporanei intitolata: “Florilegio Barese” Wip Edizioni luglio 2012.
Il nostro unico scopo è assistere alla nascita di una grammatica unificata, condivisa e facilitata, da cui cultori e gente comune che si accingono a scrivere in dialetto barese possano attingere l’ idioma lessicale specifico della nostra Città , in modo tale da contribuire alla conservazione della nostra lingua. Numerosi eventi sono promossi ad hoc dall’ Associazione, di cui sono onorata di essere Vice Presidente, oppure in rete con altre realtà associative per favorirne maggiormente la diffusione.
La Lingua del popolo barese, alla quale molti secoli di storia ci legano spingendoci a non dimenticare le nostre antiche origini, quella della Città che ha visto nascere i nostri avi e affermare una nostra specifica identità .
Altri prima di noi, hanno intrapreso quest’ardua fatica, che non si ferma al sentito dire, ma che s’incunea nei meandri di una dialettica sconosciuta e conosciuta, che si fa pregnante di significati, quando nel nostro cammino, incontriamo un termine quasi sconosciuto riveniente da un ricordo evanescente di una memoria di una quasi ottantenne che torna indietro nel tempo.
A mio modesto avviso occorre, attraverso l’analisi del linguaggio dialettale parlato e scritto, comprendere il significato di ogni termine, tutto questo non significa cancellare quello che narratori, poeti, saggisti e storici hanno scritto, anzi proprio attraverso il loro lavoro primario, noi possiamo integrarlo e rinvigorirlo con nuova linfa mediante lo studio e l’approfondimento continuo e costante del linguaggio dialettale barese.
Non amo fare molte chiacchiere, si devono produrre fatti e non parole, perché le stesse sono, come dice un vecchio proverbio: “… foglie trasportate dal vento” mentre, invece, chi lavora, “produce” e “dona gratuitamente”, aprendo alle giovani generazioni orizzonti nuovi e la possibilità di proseguire nel percorso culturale.
Critica (Frof. Nicola Cutino) - Una appassionata e convinta testimonianza di Anna Sciacovelli sulla lingua dialettale barese che invita a “… fissare delle regole… semplificare” come auspicava Pasquale Sorrenti affinchè non ci sia “ anarchia linguistica … - senza - mai scrivere astruserie per non creare impicci nel lettore a vedere doppie e triple consonanti, accenti a non finire, dieresi, accenti circonflessi, ipsilon…” . Questo è il compito primario del Gruppo di Lavoro del Seminario Permanente di Studio ed Approfondimento sul Dialetto Barese di Mondo Antico e Tempi Moderni Onlus che da oltre cinque anni sta elaborando una grammatica snella per facilitare la lettura e la comprensione dell’idioma barese mediante con regole utili ad unificare in maniera condivisa il sistema di scrittura del nostro dialetto. Ciò non significa correggere l’opera di poeti e narratori, prosatori, saggisti, storici della tradizione, ma avvalersi della loro esperienza “quando ci sia … una ragione per l’ evoluzione …”, per il cambiamento nella scrittura necessario a sistemare formalmente “ l’ uso letterario del dialetto barese” (cfr. Vito Carofiglio “La fèmmena qualùngue” Edizioni del Sud). Noi del Seminario di Studi sul dialetto barese questa necessità , questa missione, questo servizio alla comunità cittadina l’ abbiamo accolta e ci siamo impegnati affinchè l’ “amata lingua delle radici” ( Vito Signorile) torni ad “occupare una precisa collocazione letteraria dignitosa” pena una inevitabile patente di inferiorità culturale. ( nota a cura del prof. Nicola Cutino Presidente Seminario di Studio e di Approfondimento sul Dialetto Barese di Mondo Antico e Tempi Moderni Onlus ).
Critica (Frof. Nicola Cutino) - Una appassionata e convinta testimonianza di Anna Sciacovelli sulla lingua dialettale barese che invita a “… fissare delle regole… semplificare” come auspicava Pasquale Sorrenti affinchè non ci sia “ anarchia linguistica … - senza - mai scrivere astruserie per non creare impicci nel lettore a vedere doppie e triple consonanti, accenti a non finire, dieresi, accenti circonflessi, ipsilon…” . Questo è il compito primario del Gruppo di Lavoro del Seminario Permanente di Studio ed Approfondimento sul Dialetto Barese di Mondo Antico e Tempi Moderni Onlus che da oltre cinque anni sta elaborando una grammatica snella per facilitare la lettura e la comprensione dell’idioma barese mediante con regole utili ad unificare in maniera condivisa il sistema di scrittura del nostro dialetto. Ciò non significa correggere l’opera di poeti e narratori, prosatori, saggisti, storici della tradizione, ma avvalersi della loro esperienza “quando ci sia … una ragione per l’ evoluzione …”, per il cambiamento nella scrittura necessario a sistemare formalmente “ l’ uso letterario del dialetto barese” (cfr. Vito Carofiglio “La fèmmena qualùngue” Edizioni del Sud). Noi del Seminario di Studi sul dialetto barese questa necessità , questa missione, questo servizio alla comunità cittadina l’ abbiamo accolta e ci siamo impegnati affinchè l’ “amata lingua delle radici” ( Vito Signorile) torni ad “occupare una precisa collocazione letteraria dignitosa” pena una inevitabile patente di inferiorità culturale. ( nota a cura del prof. Nicola Cutino Presidente Seminario di Studio e di Approfondimento sul Dialetto Barese di Mondo Antico e Tempi Moderni Onlus ).
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