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Bari. Teatro Forma: 'Califano, un bastardo venuto dal Sud'

Una immagine dello spettacolo. (foto) ndr.
Vita, rinascite e miracoli di Franco Califano 


di Redazione

BARI, 15 GEN. – Dopo il successo del tour estivo nelle principali piazze del Sud Italia e il tutto esaurito al Teatro Cometa Off di Roma, Fabio Cursio Giacobbe torna nella sua Bari con lo spettacolo “Califano, un bastardo venuto dal Sud. Vita, rinascite e miracoli di Franco Califano”. Palcoscenico d’eccezione, ancora una volta, il Teatro Forma, dove andrà in scena, però, uno spettacolo nuovo, capace nell’ultimo anno di evolversi, trasformarsi, non risultando mai uguale a se stesso. Il merito è della regia affidata a Pietro Genuardi, attore di lungo corso, conosciuto al grande pubblico per il ruolo di Ivan Bettini nella soap opera di Canale 5 "Cento Vetrine". Tra musica, monologhi e aneddoti noti e meno noti (soprattutto i secondi), la storia ripercorre la vita avventurosa di uno degli autori più amati e controversi della musica italiana: Franco Califano, affascinante autore e interprete di tantissime e indelebili canzoni d’amore e di vita. Un ragazzo nato su un aereo in volo dalla Libia all’Italia, di origini salernitane, ma romano da subito. Un uomo che, per dirla a suo modo, “ha bevuto la vita tutta d’un sorso”. Un poeta di strada, un vero pensatore di vita che è stato capace di salire fino alle stelle per poi cadere nel buio e nel silenzio di quattro mura. Le mura del carcere. Nella sua vita ci sono tanti alti e bassi. Un flusso continuo di salite e discese: dai favolosi anni 60/70 in piena dolce vita romana, che lo ha iniziato al jet set internazionale e lo ha fatto diventare uno dei playboy e personaggi più in vista di quegli anni, alle amicizie scomode, dai primi fotoromanzi per fare 2 lire e comprare una spider nuova, alle prime canzoni scritte per altri, sino ai successi da cantante e al carcere. Ma non è tutto. Perché a una caduta Califano ha fatto sempre seguire una repentina e altrettanto significativa risalita. Raccontando la sua vita, poi, è impossibile non parlare delle donne. Tante, sempre presenti al suo fianco e protagoniste di canzoni e monologhi. Un elemento sostanziale di un’esistenza e di un personaggio che senza avrebbe un altro sapore. Un poeta intenso e maledetto per molti, un semplice donnaiolo per altri. Fosse nato altrove, magari in America, oggi sarebbe annoverato tra i grandi nomi della beat generation; in Francia sarebbe stato un impenitente chansonnier; in Inghilterra, chissà, si sarebbe fregiato del titolo di Sir concesso solo ai più grandi. In Italia, invece, non ha avuto bisogno di morire per diventare leggenda…





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