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Gallipoli (Le). “No all’attracco della nave carica di amianto nel porto di Gallipoli”

Il porto di Gallipoli (Le). (foto) ndr.
Italia Destati chiede un cambio di rotta ed invita anche l’amministrazione comunale ad opporsi alla richiesta di approdo 

di Lucia Accoto

LECCE, 24 GEN. - Non ci sta il movimento politico Italia Destati all’approdo nel porto di Gallipoli della nave cargo proveniente dalla Sicilia carica di circa 20mila tonnellate di amianto. Lo smaltimento della merce interesserebbe poi i territori tra Nardò e Galatone. Dura la presa di posizione del presidente del movimento Italia Destati, Sandro Quintana, che invita l’amministrazione comunale di Gallipoli ad attivarsi concretamente presso la Capitaneria di Porto locale per bloccare l’attracco della nave. “Gallipoli non può essere terra d’approdo di materiali pericolosi per l’ambiente e la salute dei cittadini. Il porto della città bella – dichiara il presidente del movimento Italia Destati, Sandro Quintana – non può essere scalo di riferimento solo per scaricare enormi quantitativi di materiale pericoloso. Gallipoli non vede l’attracco di navi da crociera, strategiche per una località ad alta vocazione turistica, come può accettare l’approdo nel porto di una nave cargo con un carico di amianto? Non bisogna creare nessun precedente. Bisogna essere decisi e chiari da subito nella presa di posizione. Dobbiamo evitare che si pensi a Gallipoli come possibile sito per lo scarico di prodotti pericolosi. La città di Gallipoli non lo merita dal punto di vista ambientale-turistico ed i cittadini meritano di essere tutelati nella salute. Necessari i controlli preventivi, ma si deve evitare che quella nave sosti nel porto di Gallipoli. Abbiamo già diverse criticità ambientali, l’esposizione ad amianto è fra le cause delle patologie tumorali, purtroppo in aumento, per cui una situazione del genere, che per ora si prospetta solo all’orizzonte, è ovvio che non tranquillizzerebbe nessuno. Il sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, dovrebbe attivarsi presso la Capitaneria di Porto locale, ma anche presso la Regione Puglia e le altre istituzioni del territorio perché quest’attracco sia impedito”.





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