L. El. Cav. ringrazia Renzi: No scissioni FI, fare squadra
Silvio Berlusconi. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 20 GEN. (AGI) - Il primo a ringraziare pubblicamente e' Matteo Renzi. La replica, con annesso "apprezzamento", di Silvio Berlusconi non si fa attendere. Uno scambio di 'cortesie' che non passa inosservato tra i maggiorenti forzisti, soddisfatti si' per il ritorno in prima linea di Forza Italia, ma preoccupati per la temuta Opa che proprio Renzi, alle urne, potrebbe lanciare sul partito azzurro. Ma Berlusconi va dritto per la sua strada, anche sul fronte rinnovamento interno e nomine. Raccontano che, tanto piu' dopo il vis a vis al Nazareno, il Cavaliere sarebbe sempre piu' determinato a dare un ruolo di primo piano a Giovanni Toti. E nel giorno in cui il segretario del Pd incassa l'ok della direzione del partito alla riforma elettorale, frutto dell'accordo con il Cavaliere, l'ex premier ne approfitta per ribadire la piena sintonia con il giovane rottamatore e 'cavalcare' nuovamente l'onda di popolarita' e riflettori offertagli proprio dal sindaco di Firenze con il faccia a faccia di sabato. Berlusconi, attraverso una nota scritta, rivendica il successo dell'intesa raggiunta con Renzi sulle riforme e non manca, questa volta pubblicamente dopo averlo fatto abbondantemente nei colloqui privati, di lodare il giovane 'avversario'. "Esprimo sincero e pieno apprezzamento per l'intervento del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi davanti alla direzione del suo partito - afferma l'ex premier - che ha rappresentato in modo chiaro e corretto il contenuto dell'intesa che abbiamo raggiunto nell'incontro di sabato, e che offriamo con convinzione al Parlamento e al Paese". Berlusconi si premura di legare a doppio filo il suo nome e ruolo con quello di Renzi, e parla infatti al plurale: "Vogliamo realizzare, in un clima di chiarezza e di rispetto reciproco, un limpido sistema bipolare, che garantisca una maggioranza solida ai vincitori delle elezioni, che riduca impropri poteri di veto e di interdizione, e che favorisca un sistema politico di chiara alternanza, sul modello di quanto accade nelle maggiori democrazie dell'Occidente avanzato. Siamo convinti - conclude - che cio' corrisponda alle attese della vastissima maggioranza degli italiani". Intanto oggi arriva la data dell'udienza per la decisione sull'affido ai servizi sociali: se ne parlera' il 10 aprile. E secondo indiscrezioni circolate in giornata, legata all'udienza della prossima primavera, ci sarebbe l'intenzione di Berlusconi di cambiare residenza, sempre nella Capitale. Voci che non trovano alcuna conferma ufficiale e anche diversi big azzurri, consultati in merito, confessano di non saperne nulla. La notizia che il Cavaliere volesse lasciare la sua residenza storica a Roma, palazzo Grazioli, si era diffusa gia' mesi or sono, in concomitanza con la decisione di cambiare la sede nazionale del partito, da via dell'Umilta' a piazza San Lorenzo in Lucina, per motivi economici: l'affitto della nuova sede e' decisamente piu' economico. Stesso discorso, sarebbe valso per palazzo Grazioli. Poi il Cavaliere non ne fece piu' nulla. Ora, sembrerebbe che Berlusconi abbia 'visionato' un immobile in via in Arcione, a due passi dalla Fontana di Trevi, giusto alle pendici del Quirinale. Ma c'e' chi tra gli azzurri, invece, sostiene che in quella zona ci sarebbe la sede dell'associazione - sulla quale vige il piu' stretto riserbo - che l'ex premier avrebbe individuato come luogo in cui svolgere i servizi sociali. E mentre ad Arcore il Cavaliere attende novita' sul fronte di altri processi, tra cui il Ruby bis, e' sempre il partito a procurargli qualche 'grana'. In Campania non si placano i malumori interni, con il rischio di una scissione. Berlusconi e' quindi costretto a prendere carta e penna e vergare una dura nota, dove si mette in guardia dal richiamo di talune 'sirene' e si invita il partito a restare unito e "fare squadra". Solo cosi', scandisce il Cavaliere, "si e' credibili". Il momento per una spaccatura, del resto, per Berlusconi non sarebbe proprio dei migliori. Scrive infatti: "Forza Italia unisce, sotto un unico grande progetto, un grande numero di italiani, e non puo' assecondare al suo interno divisioni, scissioni che svilirebbero la portata rivoluzionaria della sua rinascita. Specie ora che la strada del rafforzamento del bipolarismo e' intrapresa a passi spediti".
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