L. Elettorale: Renzi accelera Cav pronto a incontro, poi urne
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Matteo Renzi. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 2 GEN. (AGI) - Matteo Renzi torna a sparigliare le carte e accelera sulla riforma della legge elettorale, mettendo sul tavolo tre diversi modelli - il Mattarellum corretto, la legge dei sindaci e il modello spagnolo - sui quali chiede un confronto alle forze politiche, tutte, nessuna esclusa. Silvio Berlusconi non si lascia certo scappare l'occasione e accoglie al volo l'invito del segretario del Pd al confronto. Ma, a sua volta, il Cavaliere torna alla carica sull'election day, affinche' a fine maggio si voti insieme per europee e politiche.
Del resto, l'ex premier 'confida' proprio in Renzi per un ritorno anticipato alle urne: stacchera' la spina subito dopo l'ok alle due o tre riforme messe in cantiere, e' il refrain ad Arcore, da dove il Cavaliere si dice prontissimo a incontrare il sindaco di Firenze. Nessuna risposta ufficiale, invece, da Beppe Grillo che per il momento tace, anche se diversi parlamentari 5 Stelle hano gia' chiuso la porta al dialogo: al voto il prima possibile con il Mattarellum del '93.
Apre al confronto Angelino Alfano, che pero' mette subito in chiaro: "Noi siamo coerenti: pronti al lavoro sulla legge elettorale sul modello dei sindaci".
Per ora, dunque, da Ncd non arriva nessuna presa di distanza ufficiale, anzi gli alfaniani non tornano - come fatto ultimamente - a legare a doppio filo la riforma del sistema di voto alle riforme istituzionali. Ne' dal vicepremier viene ribadito l'aut aut delle scorse settimane: ovvero, l'accordo va trovato prima in seno alla maggioranza, altrimenti sara' crisi. Avvertimento ribadito pero' a microfoni spenti da alcuni ministri. Non che il timore in casa Ncd su un accordo tra Renzi e Berlusconi per abolire il Porcellum e poi andare alle urne sia scemato.
Ma, viene spiegato, per Alfano e' il momento di incalzare a sua volta il segretario del Pd, non farsi rubare la scena con il rischio di essere tacciati per quelli che ostacolano le riforme e, soprattutto, non subirne inermi l'agenda . Chi e' pronto ad 'approfittare' dell'apertura renziana e' Berlusconi, il cui obiettivo e' non essere estromesso dalla partita. Non solo. Il Cavaliere - come del resto avvenne anche per la bicamerale di D'Alema e alla fine del secondo governo Prodi, quando l'allora segretario del Pd Veltroni lo incontro' sempre sul tema delle riforme - punta a tornare sulla scena da protagonista proprio grazie al dibattito sulle riforme.
Un modo, viene riferito da alcuni fedelissimi dell'ex premier, per evitare l'oscuramento e riportare sul leader di Forza Italia i riflettori, dopo la decadenza da senatore. 'Esilio' che, assieme ad una nuova escalation giudiziaria con annesso timore che scattino le manette, e' tra le principali preoccupazioni che assillano il Cavaliere. Tanto che agli esponenti azzurri, sentiti oggi al telefono, ha riferito di essere pronto e disponibilissimo ad incontrare il segretario del Pd. Non fila tutto liscio, invece, sul fronte partito: dopo un vertice ad Arcore con Denis Verdini - tra l'altro 'uomo riforme' di FI, incaricato proprio da Berlusconi a 'trattare' con Renzi - il Cavaliere ha ufficializzato la nomina di 7 nuovi coordinatori regionali (tra cui Gelmini in Lombardia). Incarichi finora in stand by a causa dei veti incrociati.
Mentre per le nomine ai vertici del partito, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, bisognera' attendere dopo l'epifania. E cresce il malumore interno.
Berlusconi, pero', non ha nessuna fretta: i volti nuovi tanto attesi tardano ad arrivare, il progetto dei club dopo l'impennata dei primi giorni fatica a conquistare lo spazio voluto dall'ex premier nei media. Dopo aver lanciato la nuova Forza Italia, e' la riflessione berlusconiana, non posso nominare un comitato di presidenza fatto solo di vecchie facce.
Con Verdini, pero', Berlusconi avrebbe affrontato anche il tema del giorno, la legge elettorale. Non e' un mistero che l'ex premier non ami inoltrarsi nei tecnicismi, ma un paletto l'ha piantato: deve restare il bipolarismo.
Ma in FI le posizioni non sono unanimi: Verdini sponsorizza il modello spagnolo, a suo dire piu' favorevole per il partito, e tra gli azzurri c'e' chi fa notare che Renzi oggi lo ha inserito tra le sue tre proposte di confronto, risultato - e' il ragionamento in casa azzurra - di contatti in corso proprio tra i due toscani, Verdini e Renzi. In campo, pero', c'e' anche Brunetta, che sin da subito ha manifestato il suo favore per il Mattarellum, sistema che penalizzerebbe i 'piccoli' come Ncd e proprio per questo osteggiato dagli alfaniani e dai centristi.
L''attivismo' del capogruppo alla Camera continua a suscitare mal di pancia tra i colleghi, ma il suo posto di presidente del gruppo al momento non sarebbe messo in discussione.
Anche nel Pd, tuttavia, non tutti sono d'accordo su un modello determinato. La proposta storica dei democrat e' sempre stata il doppio turno di collegio, ma una fetta del partito ha negli scorsi mesi sponsorizzato con forza il Mattarellum. Renzi non si sbilancia: "In questo momento superiamo la logica della 'nostra preferita' - ha spiegato - tutti noi avremmo una proposta che preferiamo, ma oggi diamo un contributo per superare l'incartamento degli ultimi vent'anni". E fissa anche il timing: "La dead line e' quella che ha la Camera, un testo da presentare alla fine di gennaio e poi andare in aula la prima settimana di febbraio". Pronti al confronto anche Casini e Mauro, che pero' avvertono: "No a falo' mediatici privi di concretezza".
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