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'La Buona Politica' - Charles de Gaulle: l'uomo, il protagonista della storia d'Europa

Charles de Gaulle. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 13 FEB. - Nato a Lille nel 1890 il Generale aveva assorbito il culto nazionale di genitori, entrambi espressione della borghesia conservatrice francese: «l’amor di patria - gli ripeteva il padre - non deve essere un proclama di facciata, non esiste onore senza giustizia». Appassionato di autori nazionalisti, come Charles Péguy e Maurice Barrès, allacciò le due guerre mondiali sotto la dicitura “guerra dei trent’anni”, comprendendo come la pace della conferenza di Versailles fosse un armistizio provvisorio, una modesta "coperta riposta su ambizioni. 

Il generale Charles de Gaulle (1890-1970) ha lasciato alla storia, non solo della Francia, un pesante retaggio di idee e di prassi assorto a ideologia che da lui prende nome. Cominciò a maturare il proprio pensiero negli anni ’30 nel contesto di ambienti di sinistra democristiana e di tendenza filosofica personalista. insoddisfatte". Nei suoi esordi di servitore dello stato tenne sempre a precisare la sua distanza dai partiti politici, in virtù del sentimento di sfiducia che molti repubblicani nutrivano nei suoi confronti. Anche a causa del fatto che, almeno nelle prime fasi, il gollismo della France libre appariva più vicino al bonapartismo nazionalista che al repubblicanesimo post 1870, un'importante fetta della sua legittimazione politica sarebbe passata da una graduale e costante accettazione dei principi democratici. La vera consacrazione politica del Generale si verificò nel biennio '41-'42 con la nascita del Comité national français e soprattutto con la Declaration aux mouvements de resistance: essa fu il prodotto finito di un lento ma determinato processo di maturazione politica e ideologica di de Gaulle. Affascinanti e utili alla comprensione della sua sfera emotiva, sono nel libro i passaggi epistolari tra il Generale e i suoi interlocutori, in modo particolare quelli legati alla prima fase post '45, allorquando non disponeva ancora nei fatti e nelle intenzioni della considerazione da parte di Churchill. 

Nel momento in cui salì al potere il suo primo obiettivo fu quello di non rovinare la propria credibilità compromettendosi con il sistema, per poi dare seguito al decalogo pratico che vedeva cinque grandi direttrici: personalizzazione del potere, volontà di agire al di sopra dei partiti, popolarità tra la gente, dialogo diretto con i cittadini grazie ai frequenti messaggi radiofonici e passione per i gesti a effetto. Numerose furono le occasioni in cui il Generale si trovò solo, di fronte a un paese smarrito e senza bussola, ma proprio quel frangente rappresentò un elemento di indiscutibile forza, come nel '58 quando dopo l'insurrezione di Algeri, nonostante non disponesse di alcuno strumento politico, ma contando esclusivamente sul proprio carisma, in sole due settimane si impose come soluzione a tutti i problemi, interni ed esterni. In quel modo riuscì anche a far accettare le condizioni alla base del suo ritorno i vertici. Due sono i momenti drammatici e significativi che lo vedono protagonista: l’organizzazione della Francia libera e combattente contro il nazifascismo e l’ occupazione tedesca che lo porterà dall’essere un condannato a morte per tradimento dal governo di Vichy alla presidenza del Consiglio nel 1945; il ritorno, dopo i fallimenti della Quarta Repubblica in Indocina e in Algeria, e il passaggio alla Quinta Repubblica, quando ha praticamente pieni poteri, con il riconoscimento dell’indipendenza all’Algeria, per il quale rischia la vita in un attentato dell’OAS. De Gaulle, che tra l’altro è stato fautore della moneta unica, prospettava come modello di amministrazione un consiglio dei capi di governo accanto a un organo giudiziario e a due assemblee (un classico parlamento e un altro di espressione regionale e corporativa). 

Tuttavia una Comunità europea di difesa (CED, creata nel ’52), fallì ben presto a causa del problema della ricostituzione di un esercito della Repubblica federale tedesca. Questo autoritarismo democratico fu agevolato da un lato dall’impossibilità costituzionale dei cittadini a promuovere referendum (attenuata nel 2008) e dall’altro dal sistema elettivo dei deputati basato su un maggioritario a doppio turno con soglia di sbarramento al primo (in luogo del proporzionale della IV Repubblica) che contribuì a ridurre la rappresentanza parlamentare delle sinistre e a far scomparire molti partiti dallo scenario. Bene ricordarsi che il gollismo è anzitutto una forma di nazionalismo, ma disegnato e modellato dalle convinzioni e dalle personali esperienze dell' uomo che ne fu protagonista. Più si analizza e studia la figura del Generale ben presto ci si accorge che sfugge a qualsiasi classificazione di sorta. 

Sconvolse il panorama politico mondiale, salvò la Francia da svariati disastri, ma cosa più signficativa che non rinunciò mai per calcolo o opportunismo politico alla sua figua di uomo coerente e presente alla propria contemporaneità e coscienza civile, per questo a tutt'oggi lo si ricorda con il meritato valore di grande Statista che nessuna ondata storica di ritorno o opinione modaiola potrebbe tentare di annebbiare.





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