Estero. Svizzera. Allarme Ue per il referendum La Lega rilancia, "facciamolo anche noi"
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La bandiera dell'Unione Europea. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
BRUXELLES, 10 FEB. (AGI) - Il risultato del referendum svizzero sulle quote per i lavoratori immigrati "va in una direzione che non e' la piu' facile in una prospettiva europea". All'indomani della consultazione popolare di Berna l'Unione europea suona l'allarme e si interroga sulla possibilita' di dover rivedere gli accordi con il partner elvetico. Mercoledi' e' gia' fissata la firma di un accordo per l'adattamento dell'acquis svizzero a quello comunitario e ora, dopo lo schiaffo di ieri, Bruxelles sembra travolta dagli eventi. "Sia la Commissione che il Consiglio sono al lavoro per vedere come procedere" ha detto l'Alto Commissario Ue Catherine Ashton a margine di un Consiglio esteri a Bruxelles che ha anche stravolto per l'occasione l'ordine del giorno. Le discussioni comunque, ha detto la Ashton, sono in corso. "Certo questo voto non e' di buon auspicio per l'avvio dei negoziati per un accordo istituzionale che regolamenti le relazioni tra Ue e Svizzera," ha sintetizzato la portavoce della Commissione Ue Pia Hansen che ha avuto dal ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, un ulteriore sollecitazione.
L'impatto del referendum, ha detto infatti il ministro anche lei a Bruxelles per la ministeriale, "e' molto molto preoccupante sia per quanto riguarda l'Italia, sia per gli altri accordi con l'Unione europea". Per questo, ha aggiunto, e' stato deciso di discuterne "in un punto aggiuntivo" nella riunione fra i 28 ministri degli Esteri dell'Unione europea. E di "notevoli problemi" ha anche parlato la Merkel che per bocca del suo portavoce non ha nascosto la sua preoccupazione.
Mentre da Londra il premier David Cameron ha invitato alla riflessione: il referendum riflette la preoccupazione per gli immigrati, ha detto mentre tra le file degli indipendentisti del Paese si sono alzate grida di gioia. "E' una notizia meravigliosa - ha affermato il leader del partito Nigel Farage - sia per la sovranita' nazionale che per gli amanti della liberta' di tutta Europa". Ad applaudire alla scelta svizzera e' stata dall'Italia anche la Lega, favorevole a replicare l'esperimento in Italia. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha anche annunciato che chiedera' al presidente del Consiglio Enrico Letta "una zona franca in Lombardia in cui la tassazione delle attivita' produttive sia allineata a quella della Svizzera". "Vorrei che una simile iniziativa si facesse anche da noi - ha detto Maroni - perche' chi governa deve sempre fare i conti con la realta' che cambia, per questo mi piacerebbe che simili referendum si facessero anche da noi, per sentire l'opinione del popolo sovrano". In Italia si temono soprattutto le ripercussioni sui frontalieri lombardi che lavorano in Ticino. L'esito del referendum svizzero, sottolinea la Cgil regionale "mette in discussione la libera circolazione delle persone sancita dagli accordi tra Svizzera e Comunita' europea. Le ripercussioni si faranno purtroppo sentire anche per i circa 60.000 lavoratori e lavoratrici frontalieri, che tutti i giorni varcano il confine per motivi di lavoro, donne e uomini che in tutti questi anni hanno contribuito moltissimo alla crescita economica e al benessere della vicina Svizzera". "L'esito del referendum di domenica - conclude il sindacato - obbliga ora il governo ad accelerare la costituzione del tavolo di discussione". Di fatto, allarmismi a parte, la questione svizzera, per chiarirsi in tutti i suoi effetti, avra' bisogno di tempo.
Secondo un funzionario del Servizio di Azione esterna Ue le azioni, qualsiasi esse siano, non saranno immediate e sara' ora soprattutto il governo federale a comunicare a Bruxelles come intende procedere per la trasposizione in legge del voto. "Solo quando sara' effettivamente decisa una limitazione del libero movimento dei cittadini sara' necessario rivedere i trattati bilaterali", ha affermato il funzionario.
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