Ncd teme 'accerchiamento'. Cav-Renzi voto dopo un anno
Alfano presenta l'NCD. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 19 FEB. (AGI) - L'allarme e' scattato subito dopo l'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. I due, si sussurra nel Nuovo Centrodestra, avrebbero chiuso un accordo sulla data del voto. Non ad ottobre, ma magari a febbraio, dopo il semestre europeo di presidenza italiana. Lo strumento per andare ad elezioni anticipate sarebbe la legge elettorale. Da far approvare al piu' presto e non con l'emendamento Lauricella che prevede l'entrata in vigore della nuova legge solo dopo la riforma del Senato. Ma attraverso il cosiddetto 'Lodo Pisicchio', una soluzione che il premier incaricato aveva gia' discusso con il diretto interessato e con altre fonti parlamentari. Ovvero attraverso una scrittura nero su bianco sul cammino della riforma del sistema di voto di una norma che prevederebbe l'entrata in vigore della legge dopo un anno dalla sua approvazione. Su questa opzione spingerebbe il Cavaliere che non vorrebbe arrivare al 2018 e, sottolineano le stesse fonti parlamentari di Ncd, anche il segretario del Pd avrebbe aperto soprattutto se non dovrebbe andare a buon fine la riforma del Senato. Ma sulla legge elettorale Angelino Alfano non intende arretrare, nonostante il 'niet' di Silvio Berlusconi a possibile modifiche. E lo dira ai suoi parlamentari domani mattina in una riunione convocata al Senato con i gruppi. La manovra di 'accerchiamento' al Nuovo centrodestra prevederebbe un altro tassello: la conferma di Catricala' alle Telecomunicazioni e la nomina di Michele Vietti, ipotizzano sempre fonti parlamentari di Ncd, al ministero della Giustizia. Dietro la scelta di Vietti si celerebbe, questa la tesi, l'accordo tra Berlusconi e Casini. Alfano e Renzi si dovrebbero sentire questa sera, anche per parlare del programma e dello schema dei ministri. Al momento lo schema prevede ancora tre dicasteri per l'Ncd. Il primo per Alfano, un altro per Lupi, un altro ancora per Beatrice Lorenzin. Ma nel Nuovo Centrodestra si mantiene la guardia alta, visto che circola anche l'ipotesi di tre ministeri che potrebbero essere assegnati alla minoranza del Pd (si fanno i nomi di Bray, Epifani e Orlando). "Il Viminale non si tocca", dice un deputato di Ncd, visto che tra i renziani ancora non si da' nulla di scontato. Renzi, in realta', al momento sta affrontando il nodo Economia. Due gli schemi: il primo prevede l'approdo a via XX settembre di Graziano Delrio, "sarebbe una scelta coraggiosa", sottolinea una fonte renziana. L'altra opzione e' quella di Guido Tabellini. Il nome, confermano fonti renziane, arrivera' dopo l'incontro al Colle tra Renzi e Giorgio Napolitano ma anche fonti parlamentari del Pd sottolineano che e' proprio sul nome dell'ex rettore della Bocconi che dovrebbe ricadere la scelta.***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
Nessun commento