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'La Buona Politica' - Giorgio Squinzi: imprenditore di razza, sportivo e fine analista politico

Giorgio Squinzi. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 17 MAR. - Giorgio Squinzi (Cisano Bergamasco, 18 maggio 1943) è un imprenditore e chimico italiano, amministratore unico di Mapei, azienda fondata dal padre Rodolfo nel 1937 e Presidente di Confindustria dal 2012. È inoltre proprietario del club di calcio del Sassuolo. Squinzi ha una lunga carriera negli organi di rappresentanza degli industriali. È stato a capo di Federchimica e poi uno dei vicepresidenti di Confindustria, con delega all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Da molti anni la Mapei ha investimenti e sponsorizzazioni anche nel settore calcistico e del ciclismo: Squinzi è l’attuale proprietario del Sassuolo Calcio (squadra di serie B), anche se non fa parte dell’organigramma della società. Secondo il leader di Confindustraia l'impresa è sicurezza perché è fabbricazione, creazione, unità di spirito e di materia, di corpo e anima della società; una sicurezza minata oggi dalla crisi economica mondiale. E così in Italia – il secondo Paese manifatturiero in Europa – fare le cose bene non basta più: bisogna saperle fare meglio degli altri. Per riuscirci è innanzitutto necessario ricostruire l’orgoglio industriale, valorizzare il lavoro in ogni ruolo, dare spazio alla creatività e all’iniziativa, mettere le piccole aziende in rete e quelle più grandi nelle condizioni di andare incontro ai nuovi bisogni globali e alle nuove tendenze tecnologiche. La chiave del successo è l’ innovazione continua.Inoltre preziosi i suoi suggerimenti nel momento in cui si è insediato il nuovo governo Renzi. 

Per Squinzi, «la riduzione del costo del lavoro agirebbe in favore degli occupati e di chi un lavoro purtroppo oggi non ce l'ha, ma lo avrebbe se il suo costo gravasse meno sul bilancio delle imprese». «Sarebbe interessante - sottolinea il leader degli industriali circa l'ipotesi della riduzione dell'Irpef - chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca». «Poche ed efficaci» le cose da fare secondo Squinzi: «cresceremo se il costo delle nostre imprese sarà confrontabile con quello dei nostri diretti concorrenti». «Cresceremo - continua poi il presidente - se le regole del fare impresa saranno poche, rigorose e comprensibili» ma avverte: «attenti ad affidarsi solo agli slogan». Squinzi chiede forme contrattuali più flessibili, «all'ingresso come all'uscita dell'occupazione. Togliamo i pesi e le complicazioni inutili della riforma Fornero».Il Presidente del Sassuolo calcio ha lanciato un messaggio chiaro alla politica: visto che le imprese prime fra tutte sono chiamate a contribuire alla crescita economica del Paese, è necessario che vengano poste «nelle migliori condizioni per poterlo fare, consci che senza regole corrette e rispettate e appropriate istituzioni non c’è crescita, dato che il mercato non può, da solo, rispondere a tutte le esigenze di un moderno sistema economico e sociale».Un appello è stato lanciato anche alle banche perché «la carenza e i costi del credito sono il principale freno per le imprese italiane e stanno letteralmente stritolando il tessuto produttivo», ovviamente «il ruolo delle banche nell’economia italiana è insostituibile, ma il rafforzamento patrimoniale delle imprese è un obiettivo ineludibile». 

Ribadendo i deboli segnali di ripresa Il presidente di Confindustria ha dichiarato "purtroppo dal 2007 ad oggi la nostra produzione industriale è scesa del 25%. Non vediamo ancora dei segnali di vera ripartenza.“ Creare lavoro per far ripartire i consumi, è questa in sintesi la strada indicata da Squinzi. Una strada che però non sembra quella che il governo intende imboccare, o almeno non esclusivamente. Il premier Matteo Renzi ha detto che interverrà in favore delle famiglie con “qualche decina di euro in più in busta paga” per i redditi sino a 1500 euro. Interverrà quindi agendo sull’Irpef e non sull’Irap come auspicato. Tra le misure indicate dal presidente di viale dell’Astronomia, oltre al taglio del cuneo fiscale per le aziende, una semplificazione decisa sul terreno della burocrazia e una ancora maggiore flessibilità del mercato del lavoro. “Sul lavoro – scrive Squinzi – non cediamo alla tentazione di introdurre nuove forme contrattuali aggiuntive. Rendiamo più chiare, semplici e flessibili quelle esistenti, all’ingresso come all’uscita dell’occupazione”. Sul terreno burocrazia il presidente di Confindustria spiega: “Cresceremo se a fianco della sacrosanta spending review, faremo una regulation review che rimuova le troppe norme che generano costi, tempi, ruoli, poteri inutili, che alimentano casta e corruzione. L’imprenditore non può passare la maggior parte del suo tempo sul codice civile o con gli avvocati”.

A proposito di semplificazioni per Confindustria sarebbe necessaria anche e in primis quella burocratica per lo sviluppo «occorre riorganizzare la Pubblica amministrazione liberando il Paese dalla burocrazia e da regole opprimenti che sono il terreno su cui proliferano corruzione e malgoverno, riprogettando i procedimenti amministrativi, individuando meccanismi di premi e sanzioni per il personale pubblico» Occorre fare di più.questo è il suo monito, e questo senza mettere in dubbio l'operato dei governi precedenti e di Mario Draghi che ha salvaguardato la credibilità della Banca Centrale Europea. Quali strumenti adottare per puntare alla crescita economica? Più produttività, più competitività, innovazione, investimento in ricerca, puntare sull'export, curare la formazione dei giovani premiando il merito.





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