Bari. Incontro sul cinema erotico, pornografico e porno d'autore al Palazzo delle Poste
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La locandina dell'evento (A. Seyfried). (foto art.) ndr. |
Da Linda Lovelace a Lars von Trier
di Romolo Ricapito
BARI, 25 APR. - Presentato presso l'ex Palazzo delle Poste , attualmente Centro Polifunzionale Studenti dell'Università di Bari , il primo di una serie di incontri con scadenza mensile che continueranno per tutto il 2014 (estate esclusa) dal titolo:"Due o tre cose che so sul porno: i casi Nynphomaniac e Lovelace".
Relatori Luigi Abiusi, Claudia Attimonelli e Francesca Bitetto, con la presentazione di Anton Giulio Mancino.
Il tutto è stato organizzato dal Sncci (Sindacato nazionale critici cinematografici italiani) in concorso col Corso di Laurea di Scienza della Comunicazione.
Durante le relazioni, sono stati presentati spezzoni tratti da film famosi come Taxi Driver di Martin Scorsese , il trailer di "La Bestia" di Walerian Borowczyck, Omicidio a Luci Rosse di Brian De Palma; il tutto evitando di scegliere scene erotiche che, una volta decontestualizzate, si sarebbero trasformate inevitabilmente in pornografia.
L'erotismo in certi film è appunto un ingrediente, a volte nemmeno il principale, che a sua volta simboleggia problematiche sociali o di relazione tra gli individui.
Luigi Abiusi, nell'ambito della "Pornografia nel cinema d'autore", ha parlato dell' utilizzo di stilemi del cinema porno nei film d'arte".
Già la rivista Filmcritica a fine anni '70 dedicò un suo numero speciale a questo tema, con interventi dei critici Ghezzi e Giusti.
E' stato citato il film di Vincent Gallo "The Brown Bunny" (2003) come anche Il Pornografo di Bertrand Bonello (2001) nell'ambito di quegli autori "eccentrici" (o geniali) che si servono di elementi sessual-pornografici per creare arte.
Tra gli schemi propri del cinema pornografico qui utilizzati, è stata citata la gang bang, ossia l'atto sessuale di una persona con più soggetti.
The Brown Bunny, sul quale Abiusi si è maggiormente soffermato, include, dopo un'ora di puro astrattismo e documentarismo, una fellatio di ben 6 minuti con protagonista Chloe Sevigny, che nella vita fu la compagna di Vincent Gallo, col quale girò la famosa sequenza (Vincent Gallo è anche attore, tra i suoi film citiamo Quei Bravi ragazzi di Scorsese).
Opera tacciata di pornografia al Festival di Cannes, "The Brown Bunny" propone la suddetta scena clou come rappresentazione di un dolore, nella fattispecie un lutto. Infatti, il personaggio di Daisy, interpretato da Sevigny ( una ex tossicodipendente) perse la vita durante una drammatica sessione di gang bang.
In Italia si ricorda una scena del genere in un film d'autore come Il Diavolo in Corpo di Marco Bellocchio del 1986.
Un altro film, The Devil in Miss Jones del 1973 (di Gerard Damiano) è stato citato come epitome del porno autoriale.
Claudia Attimonelli, a proposito di "PornoCultura" ( e non Pornografia) ha parlato del porno associato al cinema a livello iconico.
Col Web 2.0, ossia quello interattivo, si è creata, diversamente dal passato, la visione della pornografia da parte della donna ;quest'ultima diventa allora soggetto attivo e non più passivo come nei film pornografici "classici", quali Gola Profonda con Linda Lovelace.
L'erotismo "mostrato" perciò si contamina con le esigenze femminili, mentre le categorie del porno cambiano: dalle priorità dei cineasti professionisti a quelle degli utenti del web, i quali introducono elementi che poi vengono canonizzati .Il porno classico (e unidirezionale) alla fine diventa "un po' meno porno" e più "sociologico". Citato come film- simbolo di questa tendenza "Gerontophilia" di Bruce La Bruce. Il porno on line è assai "democratico" anche perché ha fornito spazio a categorie prima "escluse" come gli obesi, o a pratiche rifiutate dall'industria cinematografica pornografica accreditata.
Si è accennato anche alla Porn Revenge, la vendetta on line dell'uomo rifiutato, il quale pubblica sul web atti sessuali filmati con la propria partner , creando video "virali" in una degenerazione della pornografia, che diventa però vero e proprio reato penale.
Ancora: il genere Gay for Pay comprende scene gay interpretate da ragazzi etero che sostituivano sul set gli omosex perché questi ultimi non erano sempre reperibili come "materia prima".
Infine la professoressa Francesca Bitetto , che ha preferito leggere (invece di andare a braccio) una sua personale relazione: ha dunque citato Marcuse ("è fondamentale la liberazione sessuale per poter scegliere" ). Per Bitetto, l'eccesso di sesso equivale a mancanza di sesso . Citato anche Diario di un seduttore di Kierkegaard, cultore della parti nascoste della donna.
La professoressa ha detto inoltre che la pornografia produce dipendenza, rendendo il sesso più reale del reale, mentre a proposito del recente Nymphomaniac di Lars Von Trier, la docente universitaria ha spiegato che questa discussa opera racconta la necessità di fare sesso con più persone possibili, ma la protagonista è nello stesso tempo una donna fredda, critica e molto severa con sé stessa.
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