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Bari. Caso Tarantini, gup: ''Berlusconi pagava le ragazze con cui si intratteneva''

Gianpaolo Tarantini. (foto AdnKronos) ndr.

di Redazione

BARI, 28 APR. (ADNKRONOS) - Secondo il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bari, Ambrogio Marrone, a carico di Gianpaolo Tarantini ''vi è un'ampia prova della sussistenza del reato'' di associazione per delinquere finalizzata all'induzione, favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Per il gup c'è la prova che tra gli ''utilizzatori finali'' della rete organizzata dall'imprenditore barese c'era anche Silvio Berlusconi e che l'ex cavaliere avesse ''l'abitudine di retribuire le ragazze con cui si intratteneva''. Lo sostiene nelle motivazioni della sentenza che, a dicembre scorso, ha condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) l'avvocato Salvatore Castellaneta, l'unico imputato a scegliere il rito abbreviato. Il giudice non ha riconosciuto a Castellaneta il reato di associazione a delinquere ma solo quello di sfruttamento della prostituzione. Il processo principale, con rito ordinario, noto anche come 'escort', e' ancora in corso e vede imputati i fratelli Gianpaolo e Claudio Tarantini, Massimiliano Verdoscia e Pierluigi Faraone, le attrici Sabina Began, Letizia Filippi e Francesca Lana. Tarantini avrebbe organizzato una rete di collaboratori i quali, ''per motivi di interesse vari - sostiene il giudice - si prestavano in maniera continuativa ed a volte 'ad horas' a reclutare ragazze disponibili alla prostituzione o vere e proprie professioniste del sesso, che offrivano il proprio corpo ai clienti procurati dal Tarantini''. Sarebbero state una trentina secondo l'accusa le giovani donne portate nel 2008-2009 nelle residenze dell'ex premier. Gianpaolo Tarantini, Verdoscia e Faraone rispondono anche di associazione a delinquere, gli altri quattro di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.





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