Cinema. Cam girl: mirca viola, 27 anni dopo essere stata eletta miss italia dirige il suo primo film, ma poteva anche farne a meno
La locandina del film. (foto) ndr. |
di Romolo Ricapito
BARI, 24 MAG. - Mirca Viola, 46 anni, ben ventisette anni dopo avere vinto il concorso di Miss Italia (ma il titolo le venne tolto e affibbiato a Michela Rocco di Torrepadula; la Viola risultò infatti sposata con un figlio e il regolamento non lo permetteva) dirige il suo primo film, Cam Girl, che ha anche sceneggiato assieme ad Angelica Gallo e Andrea Tagliacozzo.
La storia inizia con una breve apparizione di Maria Grazia Cucinotta, che si rivela essere la cosa migliore del film. Considerato che la recitazione della Cucinotta dura 5 minuti scarsi , già si comprende il resto, ovvero che questo Cam Girl è un film davvero mediocre, anche a causa delle sue interpreti principali.
Ma andiamo per gradi. La Cucinotta, vestita di nero e con una pettinatura alla Veronica Lake, impersona una dark lady in carriera: alla guida di un'azienda di pubblicità , sceglie le idee di nuove copywriter , che sfrutta a stipendio bassissimo e poi licenzia quando costoro credono di essere a un passo dall'assunzione definitiva.
"Non esiste la "tua idea" e poi c'è la crisi" è il suo benservito alla free lance pubblicitaria impersonata da Antonia Liskova (Alice), dopo averle fregato un'operazione di marketing davvero vincente .
A questo punto ad Alice viene un'idea: diventare la manager di ragazze che vendono le loro "grazie" su internet in video-cam, assicurando ad esse il 60 per cento degli introiti, a fronte di paghe molto misere degli altri siti più "istituzionalizzati" e "porno-doc".
Tale imprenditrice del sesso "onesta" si servirà di un nuovo genere di "pappone", ovvero un esperto informatico in grado di prevedere ottimi preventivi pubblicitari e i server necessari per espandere in futuro la promettente attività . Che avrà sede, come illustra un compiacente avvocato, nelle isole Cayman. Dopotutto lo sfruttamento della prostituzione in Italia è pur sempre una cosa proibita per legge, mentre tramite un prestanome e una società off shore si è più in regola....
Inoltre, sempre Alice-Liskova diventerà una sorta di "grillo parlante" nel ruolo dell' amministratrice di "giovani perse", da lei reclutate tra amiche fallite a livello lavorativo , oppure estranee tout court.
E' bene evidente come il film soffra della mancanza di attrici note nei ruoli delle protagoniste. Basti pensare che il casting ha reclutato Sveva Alviti, 29 anni, che per "istruirsi" sul suo ruolo, ha "confessato" di essere andata su internet intercettando una vera cam girl. Il che, visti i risultati del suo apporto al film (pessimi) si è rivelato davvero un fallimento.
Poi c'è Alessia Piovan, che pronunciava una sola battuta nel film di successo La ragazza del lago . Qui, essendo una delle quattro protagoniste, ne recita sin troppe e male.
A questo punto alla rude Liskova è deputato il difficile ruolo di "salvare" un film che pullula di "partecipazioni straordinarie", dalla già citata Cucinotta a Enrico Silvestrin, nel ruolo del presentatore (ciò che sa fare meglio...) al sanguigno Marco Cocci.
Le scene dove le ragazze in cam si spogliano al ritmo di musica dozzinale sono più che imbarazzanti: davvero orride, dunque, così come le loro espressioni finto goderecce e abbastanza ebeti quando si esibiscono sul web coi vari clienti, tra i quali brilla un super chef che si distrae sufficientemente con l'idea del sesso mentre è tra cavolfiori e altre verdure. Ovviamente tra i fruitori delle ragazze "in cam" non manca lo psicopatico, né il cliente rispettabile che, chiuso nel cesso, sarebbe anche pronto a consolare i pianti isterici di Gilda (la Alviti).
La sceneggiatura è talmente brillante che un pene di gomma è chiamato lombrico, oppure delfino.
La morale sarebbe che gli uomini sono i soliti porci , ma le donne, giusto per essere "alla pari ", possono essere delle gran porcelle anche loro e forse qualcosa in più...Martina (Ilaria Capponi) dovrebbe umanizzare il tutto, essendo cresciuta con un padre vedovo.
Ma in realtà Cam Girl affoga nella rappresentazione di un telefilm da seconda serata o meglio, da visioni notturne dopo che sono andati in onda i vari Marzullo e Co.
Oppure, ci troviamo di fronte, più coerentemente, a una sorta di saggio documentaristico realizzato- forse per diletto -dagli allievi di un centro sperimentale di serie B. Comunque sia, trattasi di una struttura narrativa piuttosto falsa ideologicamente. Osserviamo infatti come l'onesta maitresse virtuale sostenuta dalla Liskova non sia in grado di portare molto avanti la sua attività , "per colpa "di ragazze indisciplinate, che nel tempo libero inseguono il vero amore (ma i figli di p-- dei fidanzati di almeno due delle cam girl non sembrano seriamente intenzionati a sistemarsi con una partner che si vende ad altri uomini su internet, anche se solo simbolicamente...) ma pure in quanto la sua tanto esibita attività gestita col politically correct affonda appunto per mancanza di nerbo, svogliatezza e idee poco chiare.
Forse è meglio tornare a un lavoro serio, per essere accettata anche dalla propria madre, ma soprattutto da sé stessa, in un rigurgito di autostima da recuperare..Questo farà Alice..
Tutto è abbastanza falso, risaputo e quel che è peggio sostenuto dalla Film Commission del Piemonte, in Dolby Stereo.
Non si capisce come un film così sfrontato e sciocco, ma anche ambizioso nelle intenzioni , possa piacere, girato con mestiere incerto e con "prime attrici" che non sarebbero state scelte altrove neppure come generiche in qualche fiction Mediaset.
Il narcisismo di una ex miss Italia annoiata ha alla fine trionfato. A non trionfare, però, è il buon cinema.
***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
Nessun commento