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Cade l'accusa di omicidio per gli scafisti. Altri 227 migranti sbarcano a Pozzallo

Il barcone degli immigrati. (foto) ndr.

di Redazione

CATANIA, 9 GIU. (AGI) - Cade il reato di naufragio, l'omicidio volontario viene riqualificato nell'imputazione di "morte come conseguenza di altro reato", confermata la contestazione di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sono queste le decisioni del Tribunale del riesame di Catania presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, che alleggerisce notevolmente la posizione dei due presunti scafisti del peschereccio carico di immigranti che il 12 maggio scorso naufrago' al largo della Libia, causando la morte di 17 persone. Il Tribunale della liberta' ha deciso che il tunisino Haj Hammouda Radouan, 23 anni, ritenuto il capitano del natante restera' in carcere, mentre il marocchino Hamid Bouchab, suo coetaneo, andra' gli arresti domiciliari, ma con l'uso del braccialetto elettronico. Inatnto sono arrivati a Pozzallo (Ragusa) sulla nave cargo "Peruvian" i 227 immigrati, tra i quali donne e bambini, soccorsi ieri. Sulla banchina del porto sono stati accolti da personale medico e della protezione civile, mentre gli investigatori della Squadra mobile della polizia attendono di iniziare gli interrogatori per identificare gli scafisti. Intanto e' stato eseguito il fermo di un egiziano, ritenuto lo scafista di uno degli sbarchi di ieri a Pozzallo. E' considerato responsabile di aver condotto dalle coste libiche a quelle italiane un peschereccio carico di 320 migranti provenienti prevalentemente dall'Eritrea. Anche in questa occasione, drammatiche sono le testimonianze raccolte dagli inquirenti. Un eritreo racconta: "I libici ci picchiavano gratuitamente o solo perche' qualcuno di noi preso dalla fame e dalla sete chiedeva loro una quantita' piu' consistente di cibo ed acqua rispetto a quell'esigua, costituita solo da pane, formaggini e acqua dal sapore salmastro, che ci venivano distribuiti una sola volta al giorno. I servizi igienici erano insufficienti rispetto ai fabbisogni di tutti gli occupanti del capannone. I libici -secondo il racconto dell'eritreo- erano armati di pistole e fucili mitragliatori, armi queste di cui avrebbero di certo fatto uso nel caso in cui qualcuno di noi si fosse opposto in maniera piu' energica rispetto alle deboli richieste di cui ho gia' riferito. Nel corso delle ore notturne udivo dei colpi ravvicinati di armi da fuoco ed ho sempre pensato che a sparare erano i soggetti che ci vigilavano, forse solo per divertimento o per passare il tempo. Prima della partenza i libici hanno ricevuto da noi le somme pattuite per il viaggio e personalmente ho pagato 1750 dollari". Altri 58 soccorsi dalla Marina, 3 donne incinte Ci sono anche tre donne incinte tra i 58 passeggeri di un altro barcone di immigrati soccorso nel Canale di Sicilia in queste ore dalla Marina militare. La nave "Orione", impegnata nell'operazione "Mare nostrum" ha prelevato i profughi, tra i quali oltre alle puerpere ci sono altre quattro donne. La stessa "Orione" ieri aveva imbarcato altri 229 immigrati, tra i quali 46 minori e 3 donne.





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