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Andria (Bat): operazione aliud pro “olio”. Frodi nel settore oleario [CRONACA DELLA GDF ALL'INTERNO]

Una auto pattuglia della Gdf. (foto) ndr.
Eseguiti 16 arresti ed altrettanti sequestri preventivi d’azienda

di Redazione

BARI, 24 LUG. - L’attività di indagine, coordinata dal Procuratore Capo Dott. Carlo Maria Capristo e dal Sostituto Procuratore Dott. Antonio Savasta della Procura della Repubblica di Trani, è il risultato della cooperazione investigativa in stretta sinergia tra: il Comando Provinciale Guardia di Finanza di Bari: Tenenza di Andria, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: Ispettorato Repressione Frodi di Roma e Bari, l’Agenzia delle Dogane - Ufficio di Bari. La strategia investigativa ha permesso di svelare in maniera chiara ed inconfutabile l’esistenza di radicati sodalizi criminali dediti alla commercializzazione fraudolenta di olio di oliva di origine, qualità e natura diverse da quelle dichiarate. Le indagini ed i riscontri effettuati hanno evidenziato, infatti, come le organizzazioni delinquenziali si avvalessero, per la realizzazione ed il perfezionamento del disegno criminoso predeterminato, di diverse imprese operanti nel settore della commercializzazione dell’olio di oliva, dislocate in Puglia ed in diverse città della Calabria a cui veniva demandato il compito primario di fornire fatture false attestanti altrettanti fittizi approvvigionamenti di olio extravergine di oliva prodotto in Italia, necessari cartolarmente per legittimare ingenti acquisti di olio proveniente, in realtà, dalla Spagna. Le suddette condotte illecite risultavano esclusivamente finalizzate al conseguimento di ingiusti vantaggi patrimoniali realizzati mediante un sistema di frode basato su documentazione fiscale e di trasporto, ideologicamente fittizia ed artatamente predisposta. Le indagini hanno, infatti, confermato che i gruppi delinquenziali, operanti ad Andria, attraverso la posizione strumentale di altri imprenditori compiacenti trasformavano, mediante sovrapposizione documentale, olio di produzione comunitaria in “olio 100% italiano biologico” con l’intento di veicolarlo nei confronti di altri soggetti partecipi all’organizzazione (confezionatori/commercianti all’ingrosso di olio) al fine di collocarlo, nell’ultimo stadio, sul mercato del consumatore finale, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni riservate ai prodotti Made in Italy e biologici. Il decisivo contributo delle imprese cartiere ha permesso ai malfattori di generare un vorticoso volume d’affari illecito pari a circa 30 milioni di euro. Durante l’attività di indagine si è proceduto, inoltre, al sequestro di ingenti quantitativi di oli dalle qualità organolettiche scadenti e/o contaminati, in quanto, miscelati con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli oli esausti della ristorazione, nonché oli di provenienza furtiva, ovvero, scortati da documenti di accompagnamento indicanti natura e qualità diversi da quelli reali, per un totale di 400 tonnellate di prodotto. Al fine di evitare che gli autori delle condotte delittuose possano continuare a conseguire ulteriori e ingenti profitti a danno dello Stato e, soprattutto, degli ignari consumatori, con pervicacia, totale insensibilità, spregio per la collettività e sleale concorrenza nei confronti degli operatori onesti, sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani, Dott.ssa Angela Schiralli, 16 misure di custodia cautelare personale e 16 sequestri preventivi delle imprese coinvolte, in quanto, è stato acclarato in maniera certa e comprovata che le sedi delle varie società e le strutture connesse hanno rappresentato il luogo operativo delle attività illecite. 

REDDITI NON DICHIARATI PER 2,5 MILIONI DI EURO: SEQUESTRO PREVENTIVO DI BENI PER OLTRE 1 MILIONE DI EURO 

Militari del GICO della Guardia di Finanza di Bari, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Gip del Tribunale di Bari, hanno posto sotto sequestro disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro nei confronti di un noto professionista, il prof. Vito Covelli, primario del Reparto di Neurologia del Policlinico di Bari, al quale vengono contestati gravi reati di natura tributaria. Il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari, emesso su richiesta dei Pubblici Ministeri titolari delle indagini, scaturisce da una complessa attività d’indagine sviluppata dai finanzieri del GICO di Bari, nell’ambito di più ampie ed articolate investigazioni che hanno ricostruito il reale volume d’affari generato, a partire dal 2007, dal noto professionista. Questi, con una serie di artifizi e di false rappresentazioni nelle scritture contabili, avrebbe sottratto a tassazione ricavi derivanti dalla sua attività professionale svolta in forma privata pari a circa 2,5 milioni di euro, da cui è scaturita una effettiva evasione di imposta quantificata in oltre 1 milione di Euro. Spunti investigativi acquisiti nel corso delle indagini nonché il tenore di vita del professionista hanno attivato le indagini dei militari delle fiamme gialle; la ricostruzione dei flussi finanziari generati dal Covelli, da questi fatti transitare anche su rapporti di conto intestati a componenti della propria cerchia familiare al fine di dissimularne la reale riconducibilità, ha consentito di calcolare la reale capacità contributiva del neurologo, diversa e di gran lunga maggiore rispetto a quanto denunciato con le dichiarazioni dei redditi annualmente presentate. La documentazione extracontabile acquisita nel corso della perquisizione eseguita nelle scorse settimane ha fornito riscontro al quadro accusatorio ipotizzato. Le condotte penalmente rilevanti riguardano tutte le annualità di imposta comprese tra il 2007 ed il 2012, per ciascuna delle quali sono risultate superate le soglie di rilevanza penale previste dalla normativa. Al professionista sono state addebitate le fattispecie delittuose di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e di “dichiarazione infedele”, previste rispettivamente dagli artt. 3 e 4 D.Lgs. n. 74/2000. Al fine di salvaguardare le legittime pretese erariali e per evitare rischi di dispersione del patrimonio la Procura della Repubblica ha richiesto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di denaro, titoli e polizze assicurative nella effettiva disponibilità del professionista, anche se formalmente intestati a familiari, per un importo corrispondente all’ammontare dell’imposta evasa ricostruita. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo: nr. 7 rapporti bancari, nr. 8 rapporti di dossier titoli; nr. 1 cassetta di sicurezza. Il patrimonio sequestrato verrà affidato ad amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Bari.





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