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Libri. 'La piscina delle mamme' di Filippo Gigante: dalla primavera di Praga a quel ramo del lago di Como: l'odissea di due donne

La copertina del libro. (foto) ndr.

di Romolo Ricapito 

BARI, 22 LUG. - La Piscina delle Mamme di Filippo Gigante è un breve romanzo edito da Lettere Animate , collana I Destrieri di Aphorism.it . Esso prende lo spunto dalla Primavera di Praga per narrare le peripezie di due donne, Olga e Berta , che in quelle fosche vicende del 1968 persero i loro cari e le proprie famiglie . Unitesi, le due intellettuali ( scrittrici recensioniste per una rivista culturale ) approdano in Italia presso Pescarenico, un rione di Lecco, prospiciente il Lago di Como. E' appunto quel Lago a costituire la loro "piscina", ovvero un posto completamente nuovo dove ritemprare lo spirito o, ancora meglio, convivere col proprio dolore tentando, se non di superarlo (sarà impossibile) almeno di sopravvivere. Naturalmente ( a proposito della Primavera di Praga) vengono riassunte le vicende che portarono la Cecoslovacchia ad essere invasa dall'Unione Sovietica. Al centro di tutto, un processo di riforme politiche portate avanti dal leader Alexander Dubcek, durate appena un paio di mesi, prima che i carri armati di Breznev nell'agosto del 1968 interrompessero il cammino verso la libertà di quella nazione. Emerge dal testo attraverso le parole delle due protagoniste una lunga fase di "terapia del dolore" , comune a chi si è trovato nella loro stessa situazione. Tale terapia si attua col racconto degli avvenimenti sfavorevoli fatto ad estranei, in modo da rendere note ingiustizie e avversità e tentare una loro elaborazione. Nel testo è ricordato come gli effetti della fallita Primavera di Praga produssero un'emigrazione verso l'Occidente di ben 70 mila profughi. La funzione del romanzo di Gigante è in parte didattica, in parte saggistica, ma è presente una creazione artistica piuttosto efficace . Olga e Berta sopravvivono, anche perché hanno delle passioni: vuoi per la prosa di William Shakespeare , oppure perché diventeranno le "zie elettive" di Raffaele, figlio di due vicini. Mamme: una parola magica che però, come si evince da questo romanzo, non è per forza da attribuire a chi genera, ma appartenente in fondo a tutte le donne, anche a quelle che non hanno figli. Olga in realtà perse Tomas, il bimbo che voleva fortemente dare alla luce, a causa di una interrotta gravidanza; ma, al di là di questo, le due "zie" sono l'espressione di quell'universo femminile che racchiude dentro di sé l'amore per il prossimo e che dà la vita, al di là dell'atto "formale" del partorire. Nella narrazione troviamo vicende che testimoniano come la banalità del quotidiano ( i vicini di casa, l'adattamento dei poveri ai mestieri più disparati) sia una necessità per consolare le perdite, facendo in modo che esse non influenzino un andamento di vita che deve e può produrre ancora gioia e accettazione del nostro presente. Le "Mamme", in terra straniera, pur non dimenticando la loro appartenenza culturale alla Patria di origine , ne apprezzeranno un'altra (l'Italia) diventandone parte e integrandosi così con il paese di adozione, che diventerà una sorta di approdo felice . Ma la "Piscina" è qualcosa di più: il romanzo propone anche l'amicizia come valore superiore e "alternativo" alla vita sentimentale. Olga e Berta, ormai settantenni, costituiranno infatti una coppia di fatto. Non omosessuale, ma di due persone che, sia pure appartenenti allo stesso sesso, si sono appoggiate e confortate reciprocamente sino alla terza età, forti di un'identificazione altrimenti impossibile, se fosse stata scollegata dai loro drammi . Probabilmente qualcosa ha proibito loro di ricostruire la loro esistenza di coppia con nuovi partner. La quotidianità lenisce i dolori. A questo si è accennato. Occorre rigovernare, accudire la propria casa, ma anche ricordare. A questo proposito viene celebrata nel testo la figura di Jan Palach, eroe cecoslovacco che si immolò in piazza per protesta contro l'invasione sovietica, scegliendo di darsi fuoco. Palach fu il primo estratto a sorte di una serie di "torce umane": il loro esempio costituì un "gesto forte" che ebbe lo scopo di sensibilizzare il mondo "contro un'occupazione militare che i sovietici volevano fare passare come volontà popolare". Il testo di Filippo Gigante è agile, intelligente e unisce eleganza stilistica a buone qualità di introspezione. Dopo "La Piscina delle Mamme" (testo) il volume include alcune poesie dell'autore. Filippo Gigante si riserva un piccolo ruolo autobiografico verso il finale del romanzo, nello stile di Alfred Hitchcock, che amava comparire,anche se brevemente, nei suoi film. La bella copertina acquatica di colore blu e le illustrazioni interne sono di Davide Gigante.





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