Cosenza. Paura in centro: tentato stupro
Giuseppe Zanfini. (foto com.) ndr. |
di Carmine Calabrese e Aida Barbieri
COSENZA, 30 SETT. – All'improvviso, uno sconosciuto. L'incubo percorre le vie del centro della città di Cosenza. Quando arriva la sera, ci sono zone della città che diventano “terra di nessuno”. Ma questo non avviene sempre in periferia. La “terra di nessuno” è questa volta la centralissima via Miceli, cuore pulsante del pieno centro cittadino. La trama di questa storia, racconta di Alessia (il nome è di fantasia, ndr) professionista 40enne, scampata ad un tentativo di violenza sessuale. Alessia è scampata al tentativo di stupro, grazie alla prontezza dei suoi riflessi, grazie alla sua reazione istintiva che ha messo in fuga quell'uomo misterioso. Ora attivamente ricercato dalle forze dell'ordine. E' stata lei stessa, pochi minuti dopo il fatto, a denunciare il tutto ai poliziotti della Questura. Agli agenti della squadra Volante, diretti dal vicequestore Giuliana Ferrara, e ai detective della “Mobile”, coordinati dal vicequestore Giuseppe Zanfini, ha raccontato il suo incubo. Già l'incubo. Sono da poco passate le 20:30 e Alessia, finito di lavorare, lascia il suo studio e si mette a camminare verso casa. Il tragitto è breve. La serata è gradevole. Alessia passeggia serenamente. Parla al telefono con una sua amica, raccontandole del più e del meno. Solite cose: tra casa, famiglia e lavoro. Alessia arriva vicino casa e nota una persona ferma davanti al portone. E' una persona che Alessia conosce. Di vista. L'ha visto spesso, sotto casa. L'ha notato anche dalle parti del suo studio. S'è accorta di lui, anche durante le sue passeggiate. Una persona, insomma, che la “tampina” da un pezzo. Alessia è serena. S'avvicina al portone, saluta quell'uomo con un sorriso estrae la chiave ed entra nell'atrio. Mentre il portone si sta per chiudere, sente le mani di quell'uomo addosso. Quelle mani le percorrono lungo la schina, risalgono fino al collo, si fermano sul seno e scivolano anche nelle zone intime. Alessia si dimena inziia ad urlare, ad urlargli contro: “Ma cosa fai: Che vuio da me? Smettila, ti prego. Lasciami andare”. Niente. Quell'uomo, anziché fermarsi, insiste ancora di più a toccarla. Facendole sentire il suo respiro ansimante. Di piacere e possesso. Alessia resta in balia di quel “cacciatore” di sesso e passione, per un lungo ed interminabile momento. Le lacrime le cominciano a “segnare” il viso, la paura la fa tremare, non sa come liberarsi. Non sa cosa le può succedere. Nel frattempo quelle mani callose e madide di sudore, le palpano il seno, le serrano la bocca, impedendole quasi di respirare. Le sue urla restano imprigionate nella sua gola. Il sudore di quell'uomo misterioso le scivola addosso, unendosi alle scariche adrenalitiche di piacere di quell'energumeno che vuole possederla. Alessia si divincola, si ribella, chiede aiuto a tutte le sue forze e lotta, tirando calci agli stinchi del suo aggressore. Uno, due, tre. Forse dieci, dati a ripetizione. La stretta di quell'uomo misterioso, si allenta, fino a mollare la presa. L'aggressore scappa. Alessia urla, urla con tutta la forza che ha dentro. Le sue grida d'aiuto “svegliano” gli inquilini dalla loro normalità . Tutti scendono nel portone. Le prestano soccorso. Alcuni vanno fuori in cerca di quel “demone”, volatilizzatosi nel nulla. Arrivano gli agenti di polizia, così come arriva sul posto anche un'equipe del 118. Alessia ha il battito cardiaco accelerato, la pressione arteriosa alle stelle. Trema ancora di paura e le parole le restano strozzate in gola. I medici la sedano, la tranquillizzano. Una poliziotta l'accarezza, rassicurandola: stia serena, lo prenderemo. E' stata coraggiosa. Alessia non vede l'ora si rifugiarsi dentro casa. Al sicuro. Vuole farsi una doccia, levarsi il sudore di quell'uomo sul corpo, mandar via il ribrezzante olezzo di “bestia” del suo aggressore che sente nel naso e nella gola. Gli inquirenti le chiedono i vestiti. L'imbustano e li analizzano. Su quegli abiti ci sono indizi importanti. A comnciare dalla firma del suo aggressore. La caccia del “demone” continua a tutto spiano. Una dettagliata informativa è stata trasmessa al procuratore capo Dario Granieri.
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