Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

'La Buona Politica' - Riforma della pubblica ammininistrazione: avanti tutta

La riforma della P.A. (foto com.) ndr.

di Cosimo imbimbo 

BARI, 1 SETT. - Sarà la volta buona? chissà. Dopo la Bassanini sembra sempre più probabile un ulteriore miglioramento del nostro sistema della Pubblica Amministrazione dove la parola d'ordine sarà EFFICIENZA. La riforma della pubblica amministrazione presentata dal governo è un enorme cesto dentro il quale sono state riversate alla rinfusa molte ambizioni sorrette da alcune norme, giuste e da molto tempo attese, ma nel fondo prive di quella visione incisiva, organica e coerente che di solito accompagna una riforma di sistema. 

Come per la riforma del lavoro, anche per la Pa il presidente Renzi ha scelto un doppio binario: un decreto legge, con interventi minimi, e un disegno di legge delega, più robusto e ambizioso nelle sue finalità ma anche di più remota realizzazione di Mariastella Gelmini. La riforma prevede la riduzione degli uffici e del personale impiegato in attività strumentali, al fine di rafforzare le strutture che forniscono servizi diretti ai cittadini, nonché la riduzione degli uffici di diretta collaborazione dei ministri. E' stata razionalizzata la rete organizzativa delle Prefetture-Uffici Territoriali del Governo, attraverso la revisione delle competenze e delle funzioni; gli uffici sono stati riarticolati a livello regionale ed è stata garantita una gestione unitaria dei servizi strumentali. Mobilità obbligatoria e volontaria: le amministrazioni potranno ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento. In tale ottica, è istituito un apposito fondo destinato al miglioramento dell'allocazione del personale. Interessante e gradito risulta il possibile ricambio generazionale rendendo possibile nuova occupazione viene semplificato e reso più flessibile il turn over .

Per l'anno 2014, per le amministrazioni dello Stato, le agenzie e gli enti pubblici non economici, sarà possibile procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 20% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente. Tale percentuale crescerà fino a raggiungere il 100% nel 2018. Un occhio particolareggiato da dedicare al processo civile telematico: confermata l'obbligatorietà del P.C.T. con la sua introduzione "scadenzata", cioè il 30 giugno per i processi iniziati da tale data e 31 dicembre per quelli pendenti. Modifiche agli artt. 126, 133 e 207 c.p.c. in materia di contenuto del processo verbale, pubblicazione e comunicazione della sentenza e di processo verbale dell'assunzione. Prevista l'apertura delle cancellerie di tribunali e corti di appello per almeno tre ore nei giorni feriali; precisazione in ordine al perfezionamento del deposito telematico degli atti ed alle notificazioni per via telematica; previsto anche un aumento di circa del 15% del contributo unificato. In attesa di farci vedere concretamente di cosa si tratta, Renzi ha aggiunto: “Stiamo facendo la rivoluzione del buon senso, dimezzando la politica, semplificando e invertendo rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. 

Alla fine del percorso di riforma, la Pubblica amministrazione avrà il dovere di mettere on-line tutti i certificati“. Se solo questo punto venisse realizzato, sarebbe veramente una rivoluzione. Tanto per fare un piccolo esempio, oggi le delibere dei consigli comunali spariscono dopo 15 giorni. Ma per arrivare al vero cuore della riforma, cioè le regole per il lavoro dei dipendenti pubblici, uno degli ostacoli più forti sarà l’opposizione dei sindacati, che si annuncia durissima, come ha già fatto sapere la Cgil. Per esempio, sulle ore disponibili per i permessi sindacali. Renzi è battagliero: “Nessuno vuole punire i sindacati, ma se hanno il 50% dei permessi in meno nessuno soffrirà. Stiamo attuando percorso di riforme così radicale e significativo al Senato che figuriamoci se abbiamo paura“.Queste ed altre norme, non possono che essere lette nel quadro della semplificazione del procedimento amministrativo e della maggiore chiarezza nella individuazione delle responsabilità dei dirigenti.Che cosa dobbiamo aspettarci ora? innanzitutto, come già accennato, che si completino gli iter formativi delle proposte di riforma strutturale dello stato con le riforme previste; e poi con l’immediata applicazione di queste indicazioni che non porteranno soltanto risparmio. Quindi che si realizzi il serrare le fila delle amministrazioni pubbliche nel rispondere alle esigenze dei cittadini ma anche e soprattutto delle piccole imprese secondo le indicazioni del testo del decreto. 

In questo clima di concreti cambiamenti sarebbe importante per esempio che il Sindacato rinunciasse al muro contro muro (accettando con più serenità l’ abbattimento al 50% dei permessi sindacali) e che soprattutto non si facesse complice di possibili ritardi nell’attuazione delle norme sul territorio come quelle sulla mobilità del personale, della riduzione della dirigenza (che da questo processo non potrebbe che trarre maggior potere e incisività sulla organizzazione), e che magari con proposte concrete contribuisca anche a migliorane la qualità e l’impatto. Anche in questo caso una occasione per il Sindacato di non mostrarsi conservatore ma attore vero dell’innovazione, in questo caso della Pubblica amministrazione, ma più in generale dell’intero Paese. E’ indubbio che la normativa proposta può indurre alcune perplessità soprattutto in chi si aspettava stravolgimenti organizzativi di tutto il sistema amministrativo italiano rinviati ad altri atti. Ma, anche ad una prima lettura del decreto, non credo che questi giudizi siano convincenti. 

Perché? Perché innanzitutto il testo deve essere inserito all’interno del pacchetto complessivo di ristrutturazione dello Stato che questo Governo si è posto fin dall’inizio con le riforme istituzionali di perseguire ed inoltre perché alcuni contenuti del decreto di urgenza pongono le diverse Amministrazioni di fronte a scelte importanti sul personale e sugli incarichi che non possono non avere effetti sulla stessa organizzazione a “competenze vigenti”.





***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento