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Roma. Marevivo: "Capodogli spiaggiati a Punta Penna, sotto attacco la vita del mare e dei suoi abitanti"

Logo di "Marevivo" (foto) ndr.
ROMA, 12 SETT. - Già morti quattro dei sette capodogli spiaggiati ieri a Punta Penna, nell’Adriatico; e in queste ore, nel mare a nord del porto di Vasto, si sta facendo il possibile per salvare gli altri tre. Questi cetacei, che avrebbero perso l'orientamento, appartengono ad un gruppo già monitorato di recente davanti la Croazia. E’ l’ennesimo attacco alla vita del mare, è l’ennesima perdita inflitta alle creature del nostro ecosistema marino. Gli esperti cercheranno di capire come sia successo, ma, intanto, sta di fatto e sotto gli occhi di tutti che il mare è sempre più in sofferenza per ragioni arcinote: inquinamento, cambiamento climatico, acidificazione delle acque, sovrasfruttamento delle risorse ittiche, cementificazione delle coste e, infine, le trivellazioni. La Croazia ha già dato il via libera alle perforazioni petrolifere offshore nel nostro unico mare e il decreto “Sblocca-Italia” aspira anche ad essere un decreto “Sblocca-Trivelle”, togliendo agli enti locali il potere di veto sulla ricerca e sulla trivellazione di pozzi di petrolio e di metano, ma quando, invece, capiremo che dalla salute del mare dipende la nostra stessa vita? “Lo sviluppo sostenibile non può essere soltanto una formula, ma va tramutato in fatti concreti, in grado di conciliare ambiente, economia e sociale per il futuro delle nuove generazioni - afferma la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni -. Il mare, con la sua moltitudine di esseri viventi vegetali e animali, dal fitoplancton alle grandi balene, dalle praterie di Posidonia agli squali, deve essere al centro dell’attenzione. Se gli abitanti del mare muoiono, non ci sarà più vita neanche sulla Terra”. “Nel mirino dell’uomo non c’è solo l’orsa Daniza, la cui morte ci ricorda che il predatore più pericoloso resta l’uomo: i delfini continuano ogni anno ad essere massacrati nella baia di Taiji, in Italia ci sono perfino alcuni ristoranti che servono illegalmente carne di delfino e, come se non bastasse, rinchiudiamo animali, che dovrebbero vivere in libertà, negli zoo d’acqua per un malsano divertimento ”.





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