Corato (Bat). Un laboratorio della droga scoperto dai carabinieri. Sequestrati 20 chili di eroina
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Il materiale e la droga sequestrata. (foto cc.) ndr. |
di Redazione
CORATO (BT), 7 OTT. - I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Trani, nel corso di un servizio straordinario di controllo del territorio nel Comune di Corato, hanno portato a termine una brillante operazione antidroga assestando un duro colpo alla criminalità specializzata nel settore degli stupefacenti. L’attività ha consentito di individuare un “covo” ove venivano confezionati e stoccati ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti su ampia scala. All’interno di un appartamento, ceduto in locazione ad una società del nord Italia e sito in un complesso edilizio ove l’attenzione degli investigatori si era concentrata per un insolito via vai di persone, sono stati rinvenute e sottoposte a sequestro 40 confezioni di eroina, per un peso complessivo di circa 20 kg. nonché presunta sostanza da taglio per ulteriori 29 kg.. L’abitazione, risultata disabitata da pochi giorni, custodiva anche copioso materiale per il confezionamento, una pressa impiegata per la realizzazione delle confezioni di droga e, non da ultimo, due centrifughe presumibilmente atte a miscelare lo stupefacente prima di essere sigillato. A seguito delle operazioni il conduttore dell’appartamento, un italiano in atto irreperibile, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
ANDRIA (BT), CONFERMATA IN SECONDO GRADO LA CONFISCA BENI ANCHE A CARICO DELL’ALTRO FRATELLO “LAPENNA”
Il 3 marzo del 2011 i Carabinieri della Compagnia di Andria eseguirono un decreto di sequestro anticipato di beni mobili e immobili, per un valore di 2 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Trani – Sezione per le Misure di Prevenzione al quale seguì nell’agosto del 2012 una confisca di primo grado sull’intero patrimonio riconducibile ai fratelli Emanuele e Giuseppe Lapenna, di 39 e 38 anni, pluripregiudicati di Andria ritenuti vicini al clan “Campanale”.
Il provvedimento venne adottato a conclusione di una più ampia indagine patrimoniale, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che dimostrò che i Lapenna avevano intestato ai familiari più stretti e a prestanome di fiducia le proprietà che venivano acquistate, secondo le indagini, con i proventi del traffico delle sostanze stupefacenti.
La Corte d’Appello di Bari, pronunciandosi sul ricorso proposto dal 39enne Emanuele Lapenna, con un provvedimento analogo già eseguito nel 2013 a carico del fratello Giuseppe, ha in gran parte confermato, anche nei confronti del 39enne, il dispositivo di primo grado ed ha emesso sui beni a lui riconducibili un provvedimento che prevede la confisca di secondo grado eseguita quest’oggi dagli stessi carabinieri. Si tratta di una Masseria di lusso ubicata in una tenuta di 76 ettari di bosco, sita in c.da Bosco di Spirito (comprensiva degli arredi, elettrodomestici, impianti tecnologici in genere, suppellettili di pregio, monili in oro, gioielli, orologi e beni di altre utilità ), tre appartamenti ubicati in Andria, due terreni, un fabbricato rurale, due autovetture ed un motociclo, il tutto per un valore di 1,5 milioni di euro.
Gli accertamenti patrimoniali, eseguiti dai Carabinieri di Andria e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari utilizzando la norma introdotta con il “Pacchetto Sicurezza” che consente di “aggredire” i Patrimoni di tutti i soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose, avevano evidenziato come il proposto nel tempo aveva mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alle proprie reali possibilità economico-finanziarie e capacità reddituali.
Lo stesso infatti aveva intestato ai familiari le proprietà acquistate con i proventi di attività delittuose. Le indagini hanno inoltre evidenziato che Lapenna Emanuele aveva sempre dichiarato redditi imponibili nulli ovvero ai limiti della soglia di povertà , a conferma della palese sproporzione tra quanto dichiarato rispetto al valore economico dei beni sottoposti a sequestro.
L’intero patrimonio confiscato è attualmente affidato all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Gestione dei Beni confiscati alla criminalità organizzata con sede in Reggio Calabria.
Il predetto provvedimento di confisca eseguito nella città federiciana è il sesto, in ordine di tempo, eseguito dai Carabinieri di Andria con l’applicazione del “nuovo pacchetto sicurezza”. Infatti le precedenti confische, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, hanno riguardato:
- Lapenna Giuseppe, Sorvegliato Speciale fratello di Emanuele, a cui il 12 novembre 2013 sono stati confiscati, in 2° grado di giudizio, una villa di lusso completa di arredi, impianti tecnologici, una piscina e suppellettili di pregio, nonché due auto/moto veicoli;
- la famiglia Pilato, a cui il 5 luglio 2012 sono stati confiscati definitivamente una villa di lusso, 8 autoveicoli, 2 motociclette, due appezzamento di terreno siti in “area a vocazione turistica” ed “in area edificabile”, un’agenzia immobiliare, un complesso edilizio in fase di realizzazione costituito da 20 appartamenti completi di box auto e cantina;
- Sgaramella Riccardo, Sorvegliato Speciale, a cui il 28 gennaio 2014 sono stati confiscati, in 1° grado di giudizio, una masseria con annesso maneggio, un agriturismo, due appartamenti, una casa rurale, quattro terreni agricoli, due ditte individuali, due posti auto, due autovetture, sei conti correnti e tre depositi al risparmio;
- un prestanome del predetto Sgaramella, a cui il 22 gennaio 2014 sono stati confiscati, in 2° grado di giudizio, due Stazioni di Servizio per la distribuzione di carburante con annesse attività di Bar-tabacchi-gelateria, un ristorante-pizzeria, quattro appartamenti, una sala giochi, una autorimessa, una impresa individuale, 17 conti correnti, quote societarie nonché due auto/moto veicoli;
- Sibio Michele, Sorvegliato Speciale, a cui il 9 dicembre 2011 sono state confiscate definitivamente 10 automobili, 10 moto ed 1 autocarro.
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