Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Estero. Terza settimana di assedio Isis a Kobane, scontri con i curdi

Una immagine degli scontri. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 8 OTT. (AGI) - E' ancora battaglia a Kobane, la citta' prevalentemente curda in territorio siriano al confine con la Turchia. Nella notte ci sono stati raid violentissimi della coalizione anti-jihad, raid che sono riusciti a colpire le postazioni dell'Isis e a rintuzzarne le posizioni. Ma nonostante i bombardamenti della forza multinazionale, gli jihadisti nelle ultime ore hanno lanciato una nuova offensiva a est della citta' per riconquistare le posizioni perdute. L'Isis assedia Kobane da tre settimane e lunedi' notte e' riuscita a irrompere nella citta' da est e sud. Se Kobane dovesse cadere in mano ai jihadisti dello Stato Islamico, "sara' un massacro e una tragedia umanitaria", ha messo in guardia l'inviato dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, facendo appello alla comunita' internazionale perche' agisca "subito". I morti ormai si contano a centinaia: almeno 400, secondo al-Arabiya, nei soli scontri di martedi' tra le milizie islamiste e quelle curde. Mustafa Ebdi, giornalista curdo e attivista a Kobane, ha scritto sul suo account su Facebook che le strade del quartiere di Maqtala, nella zona sud-orientale della citta', sono "piene di cadaveri"; ha aggiunto che rimangono ancora centinaia di civili intrappolati e che "la situazione umanitaria e' difficile e la gente ha bisogno di cibo e acqua". La citta' e' strategica perche' assicura il controllo su buona parte del confine turco-siriano: in mano ai jihadisti, consentirebbe loro di consolidare la presa su un territorio enorme e sulle rotte di traffico che permettono loro di finanziarsi. E non basta. Perche' lo Stato islamico ha messo in allerta i propri uomini nell'area della Valle di Hamrin, nella provincia orientale di Diyala,per preparare nell'est dell'Iraq un'offensiva simile a quella in corso a Kobane: i jihadisti avrebbero in programma un duro attacco contro le forze curde Peshmerga a Jalawla e Khanaqin, lungo la frontiera con l'Iran. Il governo di Ankara non interviene perche' teme una zona autonoma curda siriana al confine, una zona che farebbe da trampolino di lancio per i curdi in Turchia. Ma la tensione nel Paese e' alle stelle: almeno 14 il bilancio delle vittime negli scontri tra manifestanti pro-curdi -furenti per l'inazione del governo- e la polizia turca. E a conferma che il pressing islamista crea ripercussioni a cerchi concentrici anche in Europa, scontri violenti tra curdi e islamisti radicali sono avvenuti anche ad Amburgo, in Germania. I curdi, che manifestavano contro l'Isis, si sono radunati all'esterno di una moschea e sono stati affrontati da altrettanti islamisti radicali appartenenti al credo salafita. Dalla tensione i due gruppi sono passati allo scontro fisico; e i due gruppi, composti per la maggior parte da giovani, hanno usato spranghe di ferro, machete, pietre e bottiglie di vetro. La polizia, in assetto anti-sommossa, ha dovuto usare gas lacrimogeni, spray al pepe e cannoni ad acqua per separare le due fazioni.





***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento