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Massafra (Ta). Corpo Forestale dello Stato: Danneggiata ampia superficie in area protetta a Massafra

L'area protetta danneggiata. (foto CfS) ndr.

di Redazione

MASSAFRA (TA), 20 OTT. - Il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato una ampia superficie, dell’estensione di circa 15 ettari, su cui erano in corso lavori abusivi di dissodamento, eliminazione di muretti a secco e di spietramento Sull’area in questione, ubicata nel territorio di Massafra, nel corso dei consueti servizi di pattugliamento per la sorveglianza del territorio il personale del Comando Stazione Forestale di Mottola ha accertato che erano in corso lavori demolizione di un muretto a secco, con totale eliminazione della vegetazione naturale erbacea e arbustiva radicata sia sul muro che nelle adiacenze dello stesso. I rilievi effettuati successivamente dai Forestali hanno verificato che una vasta estensione di terreno circostante, soggetta anch’essa a molteplici vincoli, era stata dissodata, con eliminazione del pietrame, presumibilmente mediante l’utilizzo di un grosso escavatore munito di martello perforatore a funzionamento idraulico. Le operazioni in essere avevano già portato alla distruzione di 280 metri lineari di muretto a secco ed al dissodamento di terreno saldo per un’estensione di circa 4.000 metri quadrati in area a vincolo. Al momento dell’accertamento il mezzo impiegato per i lavori di demolizione del muretto a secco era all’opera su un restante tratto di muro, della lunghezza di circa 100 metri, il cui pietrame veniva caricato su un autocarro per il successivo allontanamento dal luogo di intervento. I lavori accertati, condotti in assenza delle prescritte autorizzazioni, erano condotti su un territorio interessato da una molteplicità di importanti vincoli di carattere ambientale. Dall’attività di indagine esperita a seguito degli accertamenti si è appurato infatti che tutta l’area in cui sono stati realizzati i lavori di eliminazione dei muri a secco e della vegetazione naturale ivi radicata ricade integralmente nei cosiddetti siti “Natura 2000” (sistema di aree funzionalmente relazionate, individuate con l’obiettivo di mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente il patrimonio di risorse di biodiversità costituito da habitat e da specie di interesse europeo). Detta area è stata classificata sia come Zona a Protezione Speciale (ZPS) che come proposto Sito di Interesse Comunitario (pSIC) denominato “Area delle Gravine” ed individuato dal codice IT9130007, ai sensi del D.P.R. 357/1997 (“Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”). Dette zone rientrano fra quelle previste dalle Direttive Comunitarie 79/409 CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici e 92/43 CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche; in quanto tale, l’area suddetta rientra fra le cosiddette ZSC o Zone Speciali di Conservazione, regolate dal D.P.R. 357/97 e dal D.P.R. n° 120/2003, che stabiliscono le prescrizioni e le limitazioni da osservare in tali aree al fine di preservarne gli habitat naturali e seminaturali. Nei siti Natura 2000, infatti, la pianificazione in genere e quella forestale nello specifico sono finalizzate a risolvere le criticità che possano compromettere lo stato di conservazione delle specie o degli habitat per cui il Sito è stato designato. A ciò si aggiunge il fatto che l’area in esame rientra fra quelle previste dal P.U.T.T./P (Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio) della Regione Puglia del Comune di Massafra (TA) negli Ambiti Territoriali Estesi (A.T.E.) di tipo “B” e di tipo “C” e che quindi i muri a secco caratteristici di queste zone, nonché le piante di origine naturale ivi radicate, sono definiti BENI DIFFUSI DEL PAESAGGIO AGRARIO, così come riportato nello stesso P.U.T.T./Puglia all’art. 3.14.1 lett. a) e c): “il piano riconosce come elementi “diffusi nel paesaggio agrario” con notevole significato paesaggistico e quindi, li riconosce come beni da salvaguardare: lett. a) piante isolate o a gruppi sparsi, di rilevante importanza per età, dimensione, significato scientifico, testimonianza storica; lettera c) pareti a secco con relative siepi, delle divisioni dei campi in pianura e dei terrazzamenti in collina, delle delimitazioni delle sedi stradali”. Stante il rigoroso ed articolato regime vincolistico esistente, quindi, le opere descritte si sarebbero potute realizzare solo previa Valutazione di Incidenza Ambientale (V.INC.A) ex art. 5 del DPR 357/1997, che prescrive tale procedura per tutte le zone incluse nei siti della Rete Natura 2000, oltre che della prescritta autorizzazione paesaggistica prevista dalle Norme Tecniche di Attuazione del PUTT/P della Regione Puglia. Poiché i lavori descritti erano privi delle prescritte autorizzazioni, i Forestali di Mottola hanno provveduto a denunciare il proprietario della zona, nonché committente dei lavori in corso d’opera, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto per violazione agli artt. 733 bis (Distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto) e 734 (Distruzione e deturpamento di bellezze naturali) del Codice Penale, nonché all’art. 146 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici), concernente il regime autorizzativo dei beni soggetti a tutela ed all’art. 44 del D.P.R. 380/2001. Contemporaneamente, gli accertatori hanno posto sotto sequestro preventivo l’intera superficie per evitare che la libera disponibilità del bene potesse aggravare o in qualche modo protrarre le conseguenze del reato o agevolarne la commissione di altri, magari con l’ulteriore eliminazione di interi tratti di muretto a secco ovvero la completa estirpazione della vegetazione naturale spontaneamente radicata nei pressi. Nel nostro territorio regionale, che si compone di una vera e propria mosaicatura piccole unità di notevole interesse da un punto di vista ambientale, una serie di operazioni indiscriminate come quelle descritte, condotte abusivamente a carico di un territorio considerato meritevole di protezione per le sue caratteristiche ambientali, può provocare danni anche notevoli. Dove la natura ricostituisce lentamente le sue formazioni spontanee, basta infatti un intervento di un attimo per annullare tutto ciò che si stava lentamente rinaturalizzando, con danni non solo per la vegetazione, ma anche per la fauna e per l’intero territorio. L’operazione condotta dai Forestali di Mottola rileva pertanto la sua importanza a livello non solo dell’ambiente naturale, ma anche di ogni cittadino, che è fruitore, oltre che depositario, di quanto i nostri territori hanno da offrire.





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