Alfano no nozze gay all'estero. Vendola: "destra medievale"
![]() |
Angelino Alfano. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 8 OTT. (AGI) - Un tratto di penna e via tutte le trascrizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso contratte all'estero. Lo dice la circolare del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ai prefetti d'Italia, come ha annunciato ieri mattina lo stesso titolare del Viminale in una intervista a Rtl. I prefetti, ha aggiunto, chiederanno ai sindaci dei loro territori il "ritiro formale e la cancellazione delle trascrizioni". Diversamente - "in caso di inerzia" - l'annullamento avverra' d'ufficio. E sono state immediate le polemiche, anche nella maggioranza, innescate dall'iniziativa del ministro.
"Quando si tratta di diritti civili non arretriamo di un passo", ha detto la prima cittadina di Empoli, Brenda Barnini. "Noi siamo Bologna, io sono il sindaco di una citta' che vuole restare aperta e accogliente e in prima fila nel sostenere i diritti civili", ha sostenuto a sua volta il sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola. E da Napoli la Giunta comunale ha fatto sapere che ricorrera' nelle sedi giudiziarie per rendere inefficace la circolare: "Non compiremo alcun passo indietro rispetto al cammino democratico per l'estensione dei diritti e la parita' tra cittadini".
A Milano ha protestato la maggioranza dei consiglieri comunali. Ma in serata Alfano ai microfoni dei tg ha precisato: "Ho visto troppe polemiche ideologiche su una mia decisione che invece riguarda solo il rispetto della legge, io ho inteso solo far rispettare la legge. E la legge italiana non prevede che due persone dello stesso sesso possano sposarsi.
Men che meno e' possibile che due persone che si sposano all'estero, dello stesso sesso, trascrivano poi nei registri dello Stato civile italiano, il loro matrimonio. Ecco perche' - ha conclude il ministro dell'Interno - io non ho fatto nessun attacco alle autonomie locali dei sindaci ma, anzi, ho vigilato come e' nei miei poteri e nel dovere dello Stato attraverso i prefetti".
Critiche erano arrivate anche da Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento: "Nel leggere le agenzie questa mattina mi sono chiesto da quando il ministro Alfano abbia cominciato a dettare l'agenda delle pari opportunita'. Sono rimasto francamente sorpreso dal fatto che un valore fondamentale come quello della collegialita' dei membri di governo sia stato calpestato da questa improvvida uscita". "Forse Alfano - aggiunge l'esponente Pd - ha dimenticato che il titolare della delega alle Pari opportunita' e' il presidente del Consiglio, Renzi, che ha ripetutamente sostenuto, anche nella solennita' delle aule parlamentari, che le unioni civili sul modello tedesco e le stepchild adoption sono parte integrante del programma del nostro governo".
E su facebook il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova scrive "Non entro nel merito della circolare ma una cosa e' certa: dagli effetti paradossali di tale provvedimento emerge in modo evidente la necessita' e l'urgenza politica di colmare il vuoto normativo italiano con un pieno riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso". "Alfano si occupi dei problemi relativi all'ordine e alla sicurezza pubblica. I diritti delle persone sono altra cosa, di cui si discute in Parlamento", ha affermato Danilo Leva, deputato Pd e componente della commissione Giustizia della Camera, aggiungendo "e' inaccettabile un intervento unilaterale in una materia cosi' complessa e delicata".
Parole a difesa di Alfano sono arrivate dal colega di partito Maurizio Sacconi, presidente dei senatori Ncd: "Il ministro dell'Interno ha solo applicato la legge. Punto", ha scritto su Twitter. Ma e' apparsa una voce fuori dal coro contro il titolare del Viminale. "Ancora una volta il governo mostra di non essere in sintonia con il Parlamento e con il Paese: il divieto di trascrivere matrimoni tra coppie omosessuali celebrati all'estero, piu' che una circolare interpretativa, e' un preciso segnale politico contro il riconoscimento delle unioni gay", ha detto Michela Vittoria Brambilla, responsabile del Dipartimento per il sociale e per la solidarieta' di FI. E la portavoce FI alla Camera, Mara Carfagna, ha commentato "la decisione presa dal governo Renzi per tramite del ministro Alfano mette in evidenza un vuoto normativo che deve essere colmato".
Nichi Vendola, presidente di Sel, e' andato giu' pesante parlando di "destra medievale" e rilevato che "sui diritti civili e sulla dignita' e la liberta' delle persone detta legge il diversamente berlusconiano Alfano, famoso per la vicenda kazaka e per aver votato a suo tempo la vergogna della Bossi/Fini. Sono certo che nessun sindaco, nessun consiglio comunale abbassera' la testa".
***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
Nessun commento