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Cosenza. Ossessione violenta

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Zanfimi della mobile di Cosenza. (foto) ndr.
i Carmine Calabrese

COSENZA, 5 NOV. – Una vita inventata. Di sana pianta. E' quella che si era costruita nella sua testa Roberto (il nome è di fantasia, ndr), ventottenne di Mendicino (popoloso centro delle Serre Cosentine, a pochi chilometri dal capoluogo, ndr), convintosi, dal 2009, di essere il marito di Alessia, professionista 40enne. Questa sua “convinzione”, l'idea che la 40enne fosse qualcosa di “sua proprietà”, l'aveva portato a pedinarla, seguirla, fermarla per strada e farle, perfino, scenate di gelosia. Non solo. Gli ultimi periodi, (esattamente dalla fine di giugno scorso, ndr) il 28enne aveva intensificato il suo “pressing” nei confronti della donna, rincorrendola per le vie del centro cittadino, aspettandolo per ore e ore, sotto casa o “stazionando” nei pressi del luogo di lavoro della 40enne, con mazzi di fiori, regali di vario genere. Roberto di Alessia, sapeva tutto. Sapeva i suoi orari, conosceva le sue amicizie, aveva imparato anche tutte le sue abitudini e studiato minuziosamente anche gli orari. Con il passare del tempo, però, quel desiderio di “possesso”, è deflagrato in testa a Roberto, portandolo al ricovero in un ospedale psichiatrico criminale. L'applicazione della misura provvisoria di sicurezza, è stata decisa dal gip del tribunale di Cosenza, su richiesta del pm Salvatore Di Maio. A determinarla è stata la denuncia, l'enesima presentata da Alessia agli agenti della Questura. La 40enne, infatti, stanca di sentirsi “osservata”, di vedersi quell'uomo ovunque, era caduta in un incubo, senza fine. Un incubo vissuto ad occhi aperti, quando una sera mentre stava tornando a casa, Roberto l'afferrò con forza, la spinse violentemente contro un muro, la costrinse a seguirlo in un sottoscala e tentò di abusare di lei, dopo averla a lungo palpeggiata sul seno e nelle parti intime. Alessia in quella circostanza si era difesa, costringendo, con calci e morsi, il 28enne alla fuga. Ma, nonostante la dimostrazione di un decisivo “no” e un altrettanto netto rifiuto a ricevere le avance, Roberto non ha rinunciato a corteggiare la “sua” fiamma. Ancora appostamenti, ancora pedinamenti, ancora scena di gelosia. La 40enne, ormai stremata, impaurita non ha esitato a recarsi in Procura per presentare una denuncia. Il procuratore capo Dario Granieri e i suoi pm, disposero per il 28enne un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla 40enne, aggravando la misura anche con la libertà vigilata in una casa di cura privata. Si era celebrata anche un'udienza davanti al gup. Udienza che si concluse con un nulla di fatto. Il 28enne, infatti, venne assolto con formula piena, ma non per non aver commesso i fatti a lui contestati, ma per “inimputabilità, dovuta a un vizio totale di mente”. Ma, nella mente di Roberto, non c'era posto più per nessuno. Solo per Alessia. E, questa sua ossessione l'ha portato nuovamente a perseguitare la 40enne, fino alla sua nuova denuncia. E, questa volta, nessuna scappatoia legale per Roberto. Per lui, infatti, si sono aperte le porte di un ospedale psichiatrico criminale.





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