Estero. Intrusioni alla Casa Bianca, "errori umani e tecnici"
L'ingresso della Casa Bianca. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
NEW YORK, 14 NOV. (AGI) - Una serie di errori umani, ma anche organizzativi e tecnici nei sistemi di sicurezza di quello che dovrebbe essere uno dei luoghi piu' sicuri al mondo, la Casa Bianca, permisero lo scorso settembre a un estraneo di entrare nel cuore della residenza della 'first family' americana. E' quanto emerge da un rapporto interno che raccoglie le informazioni fornite al Congresso sull'incidente che permise a Omar Ganzalez, un 42enne veterano della guerra in Iraq, di entrare armato con un coltello nell'edificio. Il presidente Barack Obama e la famiglia avevano lasciato la residenza pochi minuti prima e dunque l'incidente non ebbe conseguenze, ma ebbe ripercussioni politiche visto che pochi giorni dopo la direttrice dei Servizi Segreti, Julia Pierson, fu costretta a lasciare l'incarico. Il rapporto sulla lunga, un po' fantozziana serie di errori e' stato raccontato dal New York Times. Gonzalez riusci' a scalare l'inferriata e a correre per diversi minuti attraverso il prato, entrando nell'edificio. Nel giardino, non fu visto da un agente che era di guardia con un cane sul Prato Nord, perche' questi era seduto all'interno della camionetta, impegnato al cellulare in una telefonata privata, si era staccato dall'orecchio l'auricolare della radio e un'altra l'aveva lasciata dentro l'armadietto. Solo quando vide un collega correre verso l'intruso, l'agente si rese conto del pericolo, diede al cane il comando di attaccare, ma quello probabilmente a quel punto non lo vide. E Gonzalez pote' proseguire indisturbato verso la residenza. In realta' Gonzalez avrebbe potuto essere fermato ben molto tempo prima: a luglio era stato arrestato in Virginia perche' nella sua auto erano state trovate 11 armi da fuoco e una mappa di Washington con la Casa Bianca segnalata; e un mese piu' tardi era stato fermato all'esterno della Casa Bianca con un'accetta.
Gli agenti gli avevano parlato e lo avevano lasciato andare. Ma la sera del 19 settembre Gonzalez riusci' scavalcare l'inferriata in un punto in cui mancava uno dei punteruoli ornamentali della cancellata. Due agenti che lo videro non aprirono il fuoco perche' pensavano che non fosse armato. Un altro che lo segui' fino a un cespuglio al Portico Nord, lo perse di vista perche' pensava che fosse troppo fitto perche' qualcuno potesse attraversarlo. Porte che erano aperte, mentre dovevano essere chiuse a chiave, radio che non funzionavano e persino un'agente - una donna che non riusci' a fermarlo per l'evidente diparita' di forza - la quale tento' di afferrare il manganello e invece prese la torcia elettrica contribuirono al resto della debacle. Entrato nella costruzione, Gonzalez riusci' ad arrivare fin dentro la East Room, una sala oblunga di solito usata per ricevimenti formali o i messaggi del presidente, ma ne usci' dirigendosi nel corridoi. E solo a quel punto due agenti, assistiti da altri due che avevano appena finito il proprio turno, riuscirono a placcarlo. Obama e la famiglia erano appena andati via, decollati una decina di minuti prima in elicottero.
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