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Foggia. Arrestati 4 estorsori dopo la denuncia degli estorti

Operazione Criseide, gli arresti. (foto Ps) ndr.

di Redazione

FOGGIA, 25 NOV. - «Hai due possibilità o paghi o ci denunci». Queste le parole dette dai quattro estorsori per intimorire tre imprenditori locali. I quattro facevano parte del clan Moretti – Pellegrino – Lanza. 

La dinamica era sempre la stessa: intimando alle vittime di versare la somma di denaro richiesta per evitare il danneggiamento dell’attività. Tutti taglieggiati, tutti sotto lo schiaffo del “pizzo”. Estorsioni che però sono rimaste solo ‘tentate’ perché, ognuno per conto proprio, ha respinto le minacce, denunciato i relativi aguzzini e contribuito fattivamente al loro riconoscimento. Ciò accadade a una settimana dagli attentati dinamitardi che hanno scosso la città è che le tre vittime hanno scelto di denunciare. E così la Squadra Mobile di Foggia, insieme al Servizio Centrale Operativo ha eseguito una misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Foggia a carico di quattro esponenti del sodalizio criminale. 

I quattro estorsori finiti in manette rispondono al nome di Emilio D’Amato, Marco Romano, Michele Calabrice e Rodolfo Bruno. Per loro l’accusa è di tentata estorsione in concorso. L’attività investigativa portata avanti dagli inquirenti nel corso dell’Operazione “Criseide” ha, infatti, messo in luce gravi indizi di colpevolezza a carico dei quattro malviventi che avevano preso di mira un artigiano, un noto imprenditore edile foggiano e un imprenditore agricolo della provincia attivo anche nel settore dell’eolico. D’Amato, Romano, Calabrice e Bruno non agivano mai per telefono, prendevano appuntamento con le loro vittime e in quella sede chiedevano loro il denaro: per l’imprenditore edile la cifra ammontava a 2500 euro mensili, l’artigiano aveva ricevuto la richiesta estorsiva in due tranches, una da 50mila e una da 10mila euro ed era la vittima più visitata dagli estorsori: ogni mese, infatti, gli chiedevano 500 euro. 

Per l’Imprenditore agricolo la cifra era di 100mila euro una o due volte l’anno. I prezzi erano fissati direttamente dal capo, dicevano ai malcapitati imprenditori, e per capo intendevano proprio Rocco Moretti, arrestato insieme Al figlio Pasquale, suo successore e ad Antonio Vincenzo Pellegrino circa dieci giorni fa. “Foggia può tornare tranquilla, commercianti e imprenditori stanno iniziando a collaborare, in questo modo la risposta dello Stato è rapida e incisiva”. Questo il messaggio lanciato questa mattina da Tano Grasso in occasione della presentazione dell’Operazione che all’alba di oggi ha assestato un altro duro colpo alla criminalità organizzata.





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