Taranto. Corpo Forestale dello Stato: sequestrati funghi velenosi destinati all’alimentazione umana
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I funghi velenosi sequestrati. (foto CfS) ndr. |
di Redazione
TARANTO, 17 NOV. - Le eccezionali condizioni di umidità e di piovosità che hanno interessato il territorio del Tarantino e sono culminate con il nubifragio avvenuto pochi giorni hanno favorito, com’era prevedibile, la presenza dei funghi.
E dove ci sono funghi ci sono i cercatori di funghi, che, com’è opportuno, sono a conoscenza delle specie da raccogliere e di quelle, considerate nocive perché tossiche o esplicitamente velenose e anche mortali, è bene lasciare dove sono. Di ciò sono ben al corrente le persone che hanno conseguito il tesserino regionale, che abilita alla raccolta dei funghi ed il cui rilascio è subordinato alla frequentazione di un breve corso in cui si spiegano a quali normative ci si deve attenere e quali sono le specie di funghi presenti sul territorio (con particolare riferimento a quelle tossiche o velenose, che non devono assolutamente essere raccolte, pena l’incolumità propria e quella dei propri familiari).
La normativa vigente nel nostro territorio è quella contenuta nella Legge Regionale n° 14 del 15 maggio 2006, di “Modifica della Legge regionale 25 agosto 2003”, recante “Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi a conservati nel territorio regionale”, che detta le norme a cui chiunque raccolga funghi nella nostra regione si deve attenere, prima fra tutte il conseguimento di un tesserino regionale e, conseguentemente, la frequenza ad un corso micologico.
Avviene però che a volte si improvvisino “raccoglitori” anche persone che non hanno frequentato nessun corso e, oltre ad infrangere la legge, spesso non riconoscono le specie fungine commestibili da quelle pericolose; tali persone si arrischiano a volte a mettere nel paniere tutto ciò che possa essere chiamato “fungo”, inconsapevoli dei gravi rischi di avvelenamento a cui espongono sé stessi ed i loro commensali.
E’ stato questo il caso di alcune persone con un paniere pieno di funghi che in Valle d’Itria sono state controllate dal Comando Stazione Forestale di Martina Franca e dal NIPAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale) operante in provincia; i Forestali, dopo aver per prima cosa rilevato che le suddette persone erano prive dei documenti, hanno controllato i funghi raccolti, rilevando la presenza in essi di esemplari velenosi.
Quella di aver incontrato sul loro cammino la pattuglia dei Forestali che ha provveduto a confiscare ed a distruggere i funghi raccolti è stata infatti una grande fortuna per quegli ignari raccoglitori, che hanno evitato nel migliore dei casi una degenza ospedaliera per avvelenamento.
Erano presenti infatti fra i funghi raccolti esemplari noti con i nomi di Clitocybe nivea, Inocybe rimosa, Lactarius chrysorrheus e Tricholoma saponaceum. I primi due funghi, come riferito dal micologo Dr. Marcello Palmisano, provocano la “sindrome muscarinica”, che può rivelarsi letale se non si interviene in tempo; gi altri due, pur se non letali, sono da considerarsi tossici per le conseguenze gastrointestinali cui va incontro.
La sindrome cosiddetta “muscarinica” (che trae il suo nome da quello dell’Amanita muscaria, il famoso fungo con la cappella rossa a puntini bianchi), provocata dalle prime due specie indicate, determina in chi ingerisce il fungo un incremento, oltre che della sudorazione, della salivazione e della lacrimazione nei 15-30 minuti successivi all'ingestione. Con massicce dosi questi sintomi possono essere seguiti da dolori addominali, forte nausea, diarrea, appannamento della vista e respiro affannoso. L'intossicazione generalmente decorre benignamente entro le 2 ore. Le morti sono rare ma in casi gravi possono avvenire a causa di disturbi cardiaci o respiratori.
Una cosa da tener bene presente è che è sufficiente anche un solo fungo velenoso in una pentola per avvelenare tutto il contenuto della pentola, con conseguenti rischi per chiunque mangi quella minestra o quella zuppa di funghi pur senza cibarsi direttamente del fungo velenoso.
Appare quindi evidente che andando per funghi è quanto mai opportuno, per la salute propria e dei propri cari, conoscere bene quello che si sta mettendo nel paniere, con la consapevolezza che un fungo, anche se non mangiato, è in grado di avvelenare l’intero contenuto della pentola e di creare problemi anche gravi a chiunque abbia assaggiato la zuppa di funghi.
La fortuna ha voluto che quegli inconsapevoli raccoglitori abbiano incontrato sul loro cammino la pattuglia dei Forestali, che hanno sì elevato un verbale amministrativo di 75 euro per raccolta di funghi in assenza del tesserino regionale, ma hanno soprattutto evitato tutte le brutte conseguenze che alimentarsi con quei funghi avrebbero provocato.
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