Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Teatro. 'Bar qui si gode' con l'Anonima GR per la rassegna 'Vieni Vidi Risi' al Teatro Di Cagno [VIDEO]

Una immagine dello spettacolo. (foto) ndr.

di Romolo Ricapito

BARI, 21 NOV. -  "Bar qui si gode" è uno spaccato della vita delle periferie ambientato ai tavolini di un bar; un cameriere accoglie i clienti più improbabili, appartenenti a classi sociali disagiate o psicologicamente instabili. L'uomo riceve suo malgrado un cliente tutto speciale, personaggio appassionato di calcio e volgare dalla A alla Z, con una maglia gialla che gli lascia scoperta la pancia prominente, occhiali da sole e un rotolo di carta igienica in mano. 

Il cafone, che alterna nell'eloquio dialetto barese e italiano, ma si esprime perlopiù in dialetto, ha la mania di toccare parti intime e lato b dell'interlocutore durante i suoi folli ragionamenti. Questo tipo di tifoso è l'emblema delle classi popolari ignoranti, che sprofondano nel loro disagio, volendo imporre a tutti i costi i loro usi, costumi e aneddoti. Il cameriere è dunque una sorta di ascoltatore che deve ricevere (e basta...) fiumi di parole e scempiaggini. La presenza dello sconosciuto diventa sempre più insostenibile, scatenando risate in sala, d'altronde facilmente, perché l'effetto sulla platea è calcolato su stereotipi già sperimentati nel vernacolo e comunque riservati a un pubblico di soli baresi. 

Una donna bionda che impersona un'annunciatrice si pone dietro la cornice di un televisore annunciando un cambio di programmazione: la partita di calcio è stata sostituita da una trasmissione religiosa. Il fatto suscita la reazione di rigetto del Cafone, che interagisce con Don Crispino, il conduttore del programma, in un dialogo profondamente surreale. Nello schermo il prelato accoglie una donna con pelliccia zebrata, che è una complessata piena di tic. Ella, impersonata da Tiziana Schiavarelli, è l'emblema della gente comune che si inserisce nelle trasmissioni televisive di servizio. Anche questa gag però è troppo lunga da seguire e sconfina nell'irritante, anche per la mania della signora di parlare sputando, riempiendo della sua saliva il don (interpretato da Dante Marmone). 

La pièce dunque vorrebbe denunciare personaggi appartenenti a sottoculture,o emarginati sociali, ma nel farlo fallisce il bersaglio, perché il testo si crogiola nelle loro intemperanze e storture, proponendo situazioni sgradevoli e poco riuscite. C'è poi un'altra donna, con cappello di pelle nera, che vuole sconfessare l'abilità del don a risolvere i problemi degli ascoltatori. La seconda parte è più interessante . Una cliente del bar con copricapo bianco racconta al cameriere le sue peripezie matrimoniali, con un coniuge freddo sessualmente. I dialoghi sono centrati: il marito della signora arriva nel locale, "curato" con cinque pillole di Viagra. Il sovradosaggio provoca però un effetto sgradito alla moglie: l'uomo vorrebbe impalmare non lei, ma il cameriere. Molto riuscito il personaggio della vecchia vestita di nero proposto da Marmone. che racconta una storia horror riguardante i vecchi proprietari del bar. 

Il dialogo dell'anziana è esilarante. Il personaggio si lega maggiormente all' autenticità popolare rispetto ai precedenti, zoticoni a tutto tondo. La vecchia non è volgare: è invece l'epitome della saggezza dei nonni e unisce umorismo a sapienza acquisita grazie alla sua esperienza. Molto giusta anche una satira sulla creazione: il Creatore è raffigurato nell'iconografia classica, con lunga barba bianca e vestito ampio e lungo. Il dialogo di Dio sfiora però il blasfemo, oltre che il grottesco. Meglio Tiziana Schiavarelli che impersona una cicoriella. Bellissimo il costume verde che ha creato Francesca Mesto. " Cicoriella", rappresentante del mondo vegetale, è umanizzata e reclama i diritti delle persone, assieme al divertentissimo "Verme", recitato da Marmone. Curioso anche il vestito marrone creato dalla Mesto per l'attore-regista, che ne esalta la magrezza. Questi personaggi sono il simbolo delle rivendicazioni sociali e del popolo insoddisfatto che, esasperato, invoca condizioni di vita migliori oltre che maggiore visibilità. A Marmone e Schiavarelli si sono affiancati Mimmo Pesole e Gianni Vezzoso. Molti gli applausi dopo lo spettacolo, pubblico numeroso.






***Questo Spazio pubblicità è in vendita***

Nessun commento