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Caso Moro: Grassi “in via fani c’erano uomini e auto dei Servizi segreti

Il Pres. Moro nella famigerata. R4 (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 22 DIC. - Dopo le sconvolgenti notizie dell’ex giudice Priore, ottenute nell’ultima audizione della commissione parlamentare che si occupa del caso Moro, emergono altre altrettante sconvolgenti notizie. Sul luogo dell’attentato c’erano uomini e mezzi dei Servizi Segreti. A confermarlo è il componente della commissione, L’On. Gero Grassi. Non è che fossero tanto inedite, ma la conferma lo è in quanto le ipotesi investigative portavano su quella strada. «Quella tragica mattina del 16 marzo 1978, in via Fani c'erano uomini e automezzi dei Servizi segreti», rivela Gero Grassi, vicepresidente dei deputati del Partito democratico nonché membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro. «Certamente queste persone non erano lì a prendersi un caffè", aggiunge Grassi. "Spararono anche loro? Lo sospettiamo fortemente, ma non siamo ancora in grado di dimostrarlo. Quello che però possiamo dire con assoluta certezza è che le Brigate rosse non agirono da sole, ma furono quantomeno 'accompagnate'".

L'attacco al presidente della Dc e alla sua scorta durò tre minuti, dalle 9,02 alle 9,05 e poté perfezionarsi grazie a un fondamentale particolare «Per anni -dice Grassi- ci hanno raccontato che la Fiat 130 su cui viaggiava Aldo Moro fu bloccata dalla 128 condotta dal brigatista Moretti che tagliò l'incrocio a marcia indietro e la tamponò sul frontale. Ma non è vero. Non ci fu nessun tamponamento.  E' vero, invece -continua Grassi- che all'incrocio tra via Fani e via Stresa, nel posto dove abitualmente stazionava il furgone del fioraio Spiriticchio, a cui erano stati squarciati gli pneumatici la sera prima, c'era parcheggiata una Austin Morris targata
Roma T50354, della società Poggio delle rose, di proprietà dei Servizi segreti italiani, con sede in via Libertà, 10. Fu proprio quest'auto, posizionata in modo strategico, a bloccare la via di fuga alla 130 di Moro. E c'è dell'altro. Alla sinistra dell'auto di Moro, vi era parcheggiata un'altra Mini minor il cui proprietario era Tullio Moscardi, membro di Gladio, la struttura paramilitare segreta della Nato. Sul lunotto posteriore di quest'auto c'era in bella evidenza un foglio rettangolare bianco. Sembra un particolare insignificante, ma oggi siamo in grado di dire che nel linguaggio delle operazioni coperte, quel simbolo vuol dire una cosa precisa: 'Servizi in azione'''.





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