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Giornata mondiale Aids: Oms, "Si puo' sconfiggere in 15 anni"

la giornata annuale contro l'AIDS. (foto Agi) ndr.

di Redazione

LONDRA, 1 DIC. (AGI) - L'Aids puo' essere sconfitto definitivamente in 15 anni, a patto che entro il 2020 si arrivi a diagnosticare il 90% dei sieropositivi, ad avviarne alla cura il 90% e a sopprimere il virus nel 90% dei pazienti. E' questo l'obiettivo indicato dall'Organizzazione mondiale della Sanita' in occasione dell'annuale Giornata mondiale dell'Aids del primo dicembre. "Abbiamo superato il picco nella lotta all'Aids a livello globale", ha confermato il direttore della Ong One per la politica sanitaria, Erin Hohlfelder, "ma non tutti i Paesi ci sono arrivati e i progressi possono ancora bloccarsi o regredire". "Per fermarlo, non dobbiamo fermarci" recita lo slogan di una campagna di sensibilizzazione sull'Aids lanciata per l'occasione. L'ostacolo maggiore per centrare l'obiettivo di non avere piu' infettati, ne' morti per Aids nel 2030 e' rappresentato dalla diagnosi. Lorenzin: "fermare l'Aids rappresenta una sfida globale" "Circa meta' delle persone che nel mondo vivono con l'Hiv non sanno ancora di avere il virus", ha spiegato Gottfried Hirnschall, direttore del dipartimento Hiv dell'Oms. Sara' in particolare necessario far arrivare i test a una fascia di popolazione piu' ampia possibile, soprattutto agli ambienti a rischio come quelli della prostituzione, della tossicodipendenza e delle comunita' omosessuali. Oms: non abbassare la guardia contro l'Ebola Dagli ultimi dati forniti dall'Oms, emerge che ancora nel 2013 nel mondo sono morte un milione e mezzo di persone per l'Aids e ci sono state due milioni di nuove infezioni, il 70% delle quali nei Paesi in via di sviluppo. L'Italia nel 2012 ha avuto il triste primato di Paese piu' colpito d'Occidente con 1.700 morti e ogni anno piu' di 4.000 nuovi contagi che hanno gia' portato il numero dei sieropositivi accertati oltre i 140.000. Senza contare che si stima il 15-20% non sia al corrente della propria sieropositivita'. Da un'indagine Doxa presentata dal Cesvi e' emerso che fra i giovani italiani tra i 16 e i 34 ani uno su tre non considera l'Aids un pericolo reale e non si protegge. Attualmente nel mondo quasi 13 milioni di persone sono in terapia antiretrovirale, circa un terzo dei 35 milioni di malati che ne avrebbero bisogno. Nei Paesi a medio e basso reddito e' particolarmente grave la situazione dei bambini, di cui solo il 25% riceve la terapia. Il problema principale per un adeguato contrasto al'Aids resta la mancanza di fondi. Le Ong europee hanno lanciato una campagna per l'utilizzo di una parte della tassazione delle transazioni finanziarie (Ttf) per ottenere almeno una parte dei due miliardi e mezzo di dollari necessari ad alimentare il Fondo Globale per la Lotta all'Aids, Tbc e malaria. Un modello per il contrasto all'Aids puo' essere il Ruanda, dove oltre l'80% dei pazienti ha accesso alle cure e il governo ha calcolato che investendo 12,7 milioni di dollari in trattamenti ne risparmiera' oltre 25 in nuove infezioni.





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