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Taglio abusivo di 41 alberi di olivo secolari: il Corpo Forestale dello Stato sequestra area di 8000 metri quadri nel Parco “Terra delle Gravine”

I tronchi degli alberi tagliati. (foto CfS) ndr,

di Redazione

TARANTO, 4 DIC. - l Corpo Forestale dello Stato, nell’ambito di un servizio mirato alla repressione degli illeciti ambientali, con particolare riguardo a quelli che minacciano le Aree Protette, ha accertato che in località “Masseria Liticuso”, in agro di Mottola, sono stati abusivamente tagliati per ricavarne legna da ardere ben 41 alberi di olivo con fusto del diametro variabile da 20 a 120 centimetri. Molti fra questi erano alberi secolari; in particolare, tre avevano dimensioni tali da essere stati classificati come “Ulivi monumentali” ai sensi della Legge Regionale 4 giugno 2007 nr. 14 di “tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”. Il carattere di monumentalità viene attribuito infatti alle piante di ulivo secolari sia per le notevoli dimensioni che per la forma scultorea del tronco, che le rendono vere e proprie opere d’arte naturali. Le successive verifiche del Comando Stazione Forestale di Mottola hanno portato ad accertare che l’area in questione, oltre ad essere considerata Area Protetta poiché totalmente inclusa nella Zona 1 del Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”, è sottoposta a Vincolo Paesaggistico per effetto della Legge 29 giugno 1939 nr. 1497 per la protezione delle bellezze naturali, con dichiarazione di “notevole interesse pubblico” avvenuta con D.M. 8 giugno 1973; rientra inoltre nel perimetro del Piano Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggio della Regione Puglia, ed è anche sottoposta a Vincolo Idrogeologico. Dopo aver accertato che la tipologia dei lavori di taglio eseguiti non rientrava tra quelle previste dalle normali pratiche agricole di manutenzione degli uliveti e che per tali lavori non erano mai stati rilasciati né il preventivo Nulla Osta dell’Ente di gestione provvisoria del Parco, né l’Autorizzazione Paesaggistica da parte del Comune di Mottola, i Forestali hanno sottoposto l’intera area, di circa 8000 metri quadrati, a sequestro preventivo per evitare che il reato venisse portato ad ulteriori conseguenze, con il prevedibile taglio e la conseguente eliminazione dei rimanenti alberi di ulivo secolari. Le due proprietarie dell’area sono state deferite alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto per violazione dell’art. 734 del Codice Penale (distruzione e deturpamento di bellezze naturali), oltre che delle prescrizioni contenute nel ”Codice dei beni culturali e del paesaggio”, il D.Lgs. 42/2004, che all’art. 181 prevede la reclusione da uno a quattro anni per chiunque esegua in assenza di autorizzazione lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici ricadenti su immobili o aree che per le loro caratteristiche paesaggistiche siano stati dichiarati di notevole interesse pubblico. A queste violazioni si viene ad aggiungere quella alla Legge quadro sulle Aree Protette. Se si considera che il taglio degli ulivi è stato eseguito con l’intenzione di ricavarne semplice legna da ardere, si comprende quanto vengano a volte ignorati i reali motivi ispiratori che hanno portato all’istituzione delle Aree Protette e, nello specifico, del Parco Naturale Regionale “Terra delle Gravine”. Eppure, su questi luoghi si gioca una delle più grandi scommesse: quella di saper coniugare l’impatto antropico con il rispetto di quel delicato equilibrio che fa del nostro caratteristico paesaggio qualcosa di unico ed irripetibile. La provincia ionica è ricca di aree in cui si concentra una grande ricchezza di biodiversità ben integrate ad aree in cui si praticano sistemi di agricoltura di tipo tradizionale, aree in grado di raccontare storie antiche scritte dal lavoro dell’uomo e che oggi devono essere necessariamente orientate verso forme di sviluppo ecosostenibile affinché possa essere garantita una migliore qualità della vita per le future generazioni. Con l’attività che svolge, il Corpo Forestale dello Stato da sempre si fa garante di queste aspettative, nel pieno rispetto dell’ambiente e della continuità delle tradizioni della popolazione rurale.





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